Motorola a rischio ban, potrebbe perdere un mercato fondamentale

La presunta violazione di alcuni brevetti mette Motorola a rischio in uno dei suoi mercati più importanti in assoluto.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Un duro colpo per Motorola, di proprietà della cinese Lenovo. La International Trade Commission (ITC) degli Stati Uniti ha stabilito in via preliminare che gli smartphone del brand americano violano brevetti di proprietà della svedese Ericsson, aprendo la strada a un possibile divieto di importazione negli Stati Uniti. La decisione, se confermata in via definitiva, potrebbe avere conseguenze significative per il mercato smartphone americano, dove Motorola detiene una quota importante.

Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters, un giudice dell'ITC ha emesso una sentenza preliminare il 17 dicembre scorso, riconoscendo che gli smartphone Motorola infrangono brevetti Ericsson relativi alla tecnologia 5G. La sentenza definitiva sul caso, avviato da Ericsson contro Lenovo e Motorola lo scorso anno, è prevista per aprile 2025. L'accusa sostiene che gli smartphone delle famiglie Moto G, Edge e Razr violano i brevetti di Ericsson relativi alle comunicazioni wireless. Lenovo aveva precedentemente negato le accuse, ma non ha ancora rilasciato nuove dichiarazioni in merito all'ultima sentenza a favore di Ericsson.

Questa decisione rappresenta una vittoria significativa per Ericsson nella sua battaglia legale in corso contro Lenovo e Motorola. Il colosso svedese delle telecomunicazioni ha infatti avviato una serie di cause contro il gruppo cinese in diversi Paesi del mondo, accusandolo di violare i suoi brevetti essenziali per la tecnologia 5G.

Il verdetto dell'ITC, sebbene ancora preliminare, potrebbe avere ripercussioni pesanti per Motorola sul mercato statunitense. Secondo il rapporto di novembre di Counterpoint, Motorola deteneva una quota di mercato del 14% negli Stati Uniti nel terzo trimestre del 2024, in crescita del 21% rispetto all'anno precedente. Questo aumento è stato trainato principalmente dalle buone prestazioni del Moto G Play 2024 nel segmento prepagato. Un potenziale divieto di vendita negli USA rappresenterebbe quindi un duro colpo per Motorola, con possibili gravi ripercussioni sulle sue entrate e sulla sua posizione nel mercato.

Tuttavia, la storia insegna che nelle controversie sui brevetti è frequente che le aziende coinvolte raggiungano un accordo extragiudiziale prima che vengano imposte sanzioni definitive. È quindi possibile che Ericsson e Lenovo/Motorola trovino un accordo, magari con il pagamento di royalties da parte di Lenovo a Ericsson, per evitare un divieto totale di vendita che danneggerebbe entrambe le parti.

Questa battaglia legale non è un caso isolato. Lenovo e Motorola stanno infatti affrontando controversie simili in Sud America, Regno Unito e Carolina del Nord. Ericsson ha già ottenuto vittorie in Brasile e Colombia, dove le vendite dei prodotti Motorola sono state vietate. Questi precedenti non fanno ben sperare per il brand alato, che dovrà affrontare una battaglia legale su più fronti per difendere la propria posizione.

La decisione dell'ITC, se confermata, potrebbe avere un impatto significativo sull'intero mercato degli smartphone negli Stati Uniti. Motorola è un player importante, soprattutto nel segmento di fascia medio-bassa, e un suo eventuale ritiro dal mercato lascerebbe un vuoto che altri produttori, come Samsung, Google o i brand cinesi emergenti, cercherebbero di colmare. Inoltre, la sentenza potrebbe creare un precedente importante per altre controversie sui brevetti nel settore tecnologico, rafforzando la posizione delle aziende che detengono brevetti essenziali per le nuove tecnologie come il 5G.

Sarà interessante seguire gli sviluppi di questa vicenda e vedere se le parti coinvolte riusciranno a trovare un accordo che eviti il blocco delle importazioni o se invece si arriverà a una sentenza definitiva che potrebbe ridisegnare gli equilibri del mercato. Nel frattempo, gli occhi degli analisti e degli operatori del settore sono puntati su Washington, in attesa della decisione finale che potrebbe segnare un punto di svolta in questa complessa battaglia legale.

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