Ne avevamo già parlato nella recensione del Surface Pro 7: il rivale più agguerrito del nuovo 2 in 1 Microsoft è senza dubbio il suo predecessore, il Surface Pro 6. I due prodotti sono praticamente identici sotto tanti punti di vista, ma le poche differenze sono tali da poter identificare potenziali acquirenti diversi a seconda del dispositivo. All'interno di questo confronto dunque vi aiuteremo a comprendere quale dei due fa a caso vostro o meno.
I punti in comune
Chiariamo però subito un aspetto. Design (con tanto di kickstand regolabile) e display sono letteralmente uguali tra i due prodotti, per cui eviteremo di ritornare su questi punti. Entrambi infatti hanno a disposizione uno schermo Pixel Sense da 12,3 pollici con risoluzione di 2736 x 1824 pixel. La luminosità tocca i 451 nit, i profili colore forniti di serie sono due (sRGB e Enhanced) e l’esperienza visiva offerta è di primissimo livello. Nulla da aggiungere dunque.
La kickstand posteriore è certamente una delle più grandi innovazioni introdotte da Microsoft nel settore. Grazie infatti alla possibilità di regolarla a seconda delle esigenze più disparate, dona a queste macchine una meravigliosa versatilità di utilizzo. Discorso analogo per la qualità costruttiva, con la scocca realizzata in magnesio su entrambi e che, anche sul Surface Pro 7, appare un po' troppo esposta a graffi o perdita di verniciatura. Un aspetto su cui l'azienda di Redmond dovrebbe lavorare.
Presente su tutti e due il supporto alla Surface Pen, con 4.096 livelli di pressioni, gli stessi di Apple Pencil 2. Poco da dire anche sulle Type Cover con tastiera, identiche su entrambi. In tal senso, basi pensare come la nuova colorazione Rosso Papavero della tastiera per Surface Pro 7 sia perfettamente compatibile con Surface Pro 6 e Surface Pro 5. Insomma, i punti i comune tra i dispositivi sono davvero tanti ma, come vedremo, le differenze, seppur poche, sono comunque significative.
I punti a favore del Surface Pro 7
Surface Pro 7 è tra i primi a potersi fregiare delle prestazioni offerte dai processore Intel Core di decima generazione con architettura Ice Lake. In particolare, il modello che ci è stato fornito in prova da Microsoft è equipaggiato con CPU Core i5-1035G4 abbinata a 8 Gigabyte di RAM. Si tratta probabilmente della versione più equilibrata, completamente fanless (senza ventole, dissipazione passiva) e, proprio in questi giorni, oggetto di offerta su Amazon (disponibile con 220 euro di sconto a questo link).
Questa piattaforma hardware consente un oggettivo salto prestazionale rispetto al Surface Pro 6, equipaggiato con processori Intel Core di ottava generazione (in particolare, abbiamo a disposizione una versione con CPU Core i5-8250U e 8 GB di RAM). Un miglioramento che emerge chiaramente dai benchmark, ma che è riscontrabile anche nell'utilizzo quotidiano: il Surface Pro 7, a parità d'utilizzo, risulta essere più brillante nello svolgere le operazioni richieste, il tutto con la medesima dissipazione del calore.
Benchmark | Surface Pro 7 i5 8 GB | Surface Pro 6 i5 8 GB |
CineBench | 1605 punti | 1373 punti |
NovaBench | 1797 punti | 1123 punti |
GeekBench PC | 7607 punti | 5414 punti |
GeekBench CPU | 715 single-core / 2994 multi-core punti | 669 single-core/ 2803 multi-core punti |
Su entrambi, anche nel corso dei benchmark, le piattaforme hardware non vanno in termal throttling, anche quando entra in azione la GPU integrata Intel Iris Plus (Intel UHD 620 nel caso del Pro 6). Le temperature su core sfiorano i 74°C, che si stabilizzano poi sui 67°C. Dati assolutamente in linea con macchine fanless. Sul retro superiore della scocca, esattamente dove Microsoft ha collocato tutta la componentistica, si toccano i 42°C. Insomma, da questo punto di vista, le due macchine si comportano in maniera molto simile.
Il Surface Pro 7 risulta però anche più completo in termini di connettività. A differenza del Surface Pro 6 infatti, ha a disposizione il Bluetooth 5.0 (contro il 4.2 del modello precedente), il Wi-Fi 6 dual-band e, soprattutto, la porta USB-C al posto della Mini Display Port. In particolare, quest'ultima aggiunta consente di ricaricare in mobilità la macchina anche con un power bank con Power Delivery, un vantaggio non da poco per un dispositivo pensato per la produttività in mobilità.
I punti a favore del Surface Pro 6
Questo salto in avanti in termini di prestazioni, abbinato a una batteria leggermente meno capiente (43.2 Wh per il Pro 7 contro i 45 Wh del Pro 6) hanno inevitabili riflessi negativi sull'autonomia. Già sulla carta infatti, Microsoft dichiara 10,5 ore di durata per il modello di quest'anno, rispetto alle 13,5 ore per la generazione precedente. Una differenza assolutamente riscontrabile nell'utilizzo quotidiano, e che deve inevitabilmente invitare a un'attenta riflessione in fase d'acquisto, come vedremo alla fine.
Con il classico utilizzo per la mia attività lavorativa (editing foto + montaggio video + navigazione web), i consumi si sono attestati sul 25/30% l’ora per il Pro 7, con un’autonomia totale di circa 3 ore e 30 minuti (contro le quasi 5 ore riscontrare con il Surface Pro 6). Con l’utilizzo di Netflix in streaming, i consumi scendono a circa il 13% l’ora, per un totale di 7 ore e 30 minuti di autonomia, mentre con il Surface Pro 6 mi attesto sulle 9 ore e 30 minuti.
Occorre comunque sottolineare il fatto che il Surface Pro 7 abbia a disposizione una ricarica della batteria molto più veloce del modello precedente, senza dimenticare la già citata USB-C. Aspetti che però non bastano a colmare la differenza in termini di autonomia che, come già sottolineato in fase di recensione, è certamente uno degli aspetti che mi ha convinto meno del nuovo 2 in 1 targato Microsoft.
In più, c'è la questione del prezzo. Il listino della nuova generazione non di discosta da quello della precedente ma oggi, a parità di configurazioni, il Surface Pro 6 costa meno del Surface Pro 7. Anche questo, un aspetto da non sottovalutare, che può rappresentare un punto a favore importante in fase d'acquisto.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarli?
Entrambe le macchine rappresentano un punto di riferimento per la produttività in mobilità, declinata però in maniera leggermente differente. Personalmente credo che il Surface Pro 7 vada acquistato nella versione con processore Intel Core i7 e 16 Gigabyte di RAM (la trovate in offerta a questo link), così da poter sfruttare il passo prestazionale in avanti per poterlo utilizzare, in giro, per operazioni complesse come il montaggio video o l'editing fotografico spinto. Tutti ambiti in cui, già di partenza, si è consapevoli di dover rinunciare a un po' di autonomia, anche con notebook più "classici".
Il Surface Pro 6 rimane invece la macchina da scegliere nella configurazione con processore Intel Core i5 e 8 Gigabyte di RAM (in offerta a questo indirizzo), ideale per svolgere in mobilità operazioni come l'editing di testi, utilizzo della suite Office e operazioni di scrittura avanzata in generale. Il tutto senza dimenticare, su entrambi, l'eccellente esperienza multimediale garantita dal bellissimo display.