Meta scaricherebbe di proposito la batteria degli smartphone con Messenger

Un ex dipendente di facebook accusa l'azienda di condurre negative testing, mettendoa rischio la durata delle batterie degli smartphone

Avatar di Silvio Colombini

a cura di Silvio Colombini

Un ex dipendente di Facebook punta il dito contro l’app Messenger: potrebbe scaricare la batteria degli smartphone su cui è installata in maniera artificiale.

A sostenere la tesi è George Hayward, ex dipendente di Meta (precedentemente conosciuta come Facebook), che ha dichiarato l’azienda gli avrebbe chiesto di condurre alcuni “negative testing”. Questa pratica consiste, secondo quanto detto dallo stesso data scientist, nel mettere sotto sforzo la batteria dei device, portandone all’esaurimento della carica, allo scopo di verificare la funzionalità di alcune feature o eventuali situazioni come ad esempio la velocità di avvio di un’app o di caricamento di un'immagine.

George Hayward, che ha fatto causa a Facebook per il suo licenziamento, dice di aver fatto presente che questa pratica avrebbe potuto danneggiare diversi utenti ma, sostiene, la sua manager avrebbe liquidato la faccenda affermando che “danneggiando pochi utenti sarebbe stato possibile aiutarne molti di più”. Nello specifico Hayward, assunto da Meta lo scorso ottobre, faceva parte di un team che lavorava su Messanger, l’app di messaggistica legata a Facebook: attualmente l’app è al 4° posto tra le più usate al mondo, con circa 1,3 miliardi di utenti.

Hayward non ha nascosto le sue perplessità su questo genere di pratiche; nella documentazione della causa intentata dall’ex dipendente, leggiamo infatti che “uccidere” la batteria del cellulare potrebbe mettere le persone in situazioni rischiose, specialmente “in quelle situazioni dove potrebbe essere necessario dover comunicare con qualcuno, come ad esempio la polizia o dei soccorritori”.

Interrogato sulla faccenda Hayward ha commentato con un pizzico di ironia:

"Mi sono rifiutato di fare il test; ma a quanto pare è saltato fuori che dire al proprio capo “No, è una cosa illegale", non vada molto bene".

Il data scientist ha poi fatto sapere di non essere a conoscenza di quante persone sino state oggetto dei “negative test” condotti da Meta, ma ritiene che per l’azienda non sia una pratica così inusuale, dato che gli era stato fornito un vero è proprio documento di formazione dal titolo “How to run thoughtful negative tests” (ovvero: Come eseguire test negativi ponderati). Hayward ha definito quel documento come il più orribile che avesse mai visto in vita sua.

Dan Kaiser, avvocato di Hayward, si è così espresso:

"La maggior parte delle persone probabilmente non ha idea che Facebook o altre società di social media siano in grado di scaricare intenzionalmente la batteria di un cellulare. È chiaramente illegale e mi fa infuriare che il mio telefono, o la sua batteria, possano essere manipolati da chiunque".

Interrogata al riguardo, Meta non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Attualmente la causa legale è stata ritirata perché Hayward, come riportato dal suo avvocato, avrebbe richiesto di ricorrere ad una procedura di arbitrato.

Leggi altri articoli