Il quadro dipinto da Counterpoint porta speranza al mercato smartphone. Secondo i dati raccolti dalla società di ricerca, nel quarto trimestre del 2019, si è registrata una crescita del 3% su basse annua con Apple che ha venduto più dispositivi di qualsiasi altro produttore. Diversa invece la situazione per quanto riguarda l’andamento annuale. Nel 2019, infatti, l’intero mercato è sceso dell’1%.
Nonostante il divieto imposto dagli Stati Uniti, i risultati messi a segno da Huawei sono comunque ottimi. Il colosso di Shenzhen ha consolidato la seconda posizione nella classifica mondiale detenendo una quota di mercato del 16% in rialzo di due punti percentuali rispetto al 2018. Per quanto riguarda il volume di spedizioni, sono ben 238.5 milioni gli smartphone spediti nel corso dell’anno rispetto ai 205.3 milioni dell’anno precedente.
Come abbiamo ripetuto in molte occasioni, a contribuire maggiormente a questi risultati è stato il mercato di casa. In Cina, Huawei ha raggiunto una quota di mercato del 40% mentre le spedizioni nel Paese del Dragone hanno rappresentato il 60% del totale. Le incertezze sul futuro restano. Nel 2019, infatti, il produttore cinese ha potuto contare su un catalogo smartphone che era già folto prima dell’inserimento nella Entity List da parte del governo USA. Nel 2020, invece, la situazione sarà ben diversa se il divieto dovesse essere confermato.
La testa della classifica resta nelle mani di Samsung con il 20% di market share. Apple è in terza posizione con il 13%. Il colosso di Cupertino però si è aggiudicato il gradino più alto del podio nell’ultimo trimestre quando le vendite di iPhone sono cresciute dell’11% grazie alla nuova generazione di iPhone 11, la cui domanda è andata oltre le aspettative. Sarebbero stati 72.9 milioni gli smartphone della Mela spediti nel periodo di riferimento.
Xiaomi è in quarta posizione ma detiene una quota di mercato (8%) uguale a quella di OPPO e Vivo che hanno rispettivamente spedito 5 e 11 milioni di dispositivi in meno. Su questi risultati, vorrei fare una considerazione. L’azienda di Lei Jun dovrebbe ora mettere in atto una strategia commerciale chiara e ben definita per evitare di essere superata da OPPO, presente anch’essa nel Vecchio Continente. Dovrebbe, innanzitutto, evitare di creare confusione all’interno del proprio catalogo smartphone e dovrebbe concentrarsi sul miglioramento del supporto nel tempo.
Per non perdere la fiducia degli utenti, dovrebbe dimostrare di essere in grado di rispettare i tempi di rilascio degli aggiornamenti per esempio. Il riferimento è chiaramente al ritardo di Android 10 per Mi A3 che in quanto smartphone Android One avrebbe dovuto riceverlo prima di tutti o all’interruzione della distribuzione dell’ultima versione del sistema del robottino verde per Mi A2 (poi ripresa). In breve, una volta acquisita una solida base di utenti, ci si deve concentrare sul suo mantenimento.
È interessante notare infine la nona posizione di Realme. Il marchio cinese ha continuato la sua fase di crescita ed è rimasto il brand in più rapida crescita durante il trimestre (163% su base annua) e durante tutto il 2019 (453% su base annua).
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