I rapporti tra Unione Europea e Stati Uniti attraversano una fase di crescente diffidenza sul fronte della sicurezza informatica. La Commissione europea ha recentemente adottato misure di protezione senza precedenti nei confronti del suo alleato tradizionale, equiparando di fatto Washington a Pechino in termini di rischio spionaggio. I funzionari europei che si recano oltreoceano per missioni ufficiali riceveranno dispositivi elettronici "puliti" e temporanei, una decisione che segna un cambiamento significativo nelle relazioni transatlantiche e riflette timori crescenti riguardo alla sorveglianza digitale americana.
La notizia, rivelata dal Financial Times attraverso fonti interne all'esecutivo comunitario, rappresenta un'evoluzione significativa nella percezione del rischio legato alla sicurezza dei dati. Fino ad oggi, misure così stringenti erano riservate esclusivamente ai viaggi in Cina e Ucraina, paesi considerati ad alto rischio per potenziali attività di sorveglianza. L'estensione di queste precauzioni agli Stati Uniti segnala un deterioramento della fiducia tra partner storicamente alleati nel campo dell'intelligence.
I primi a sperimentare queste nuove disposizioni saranno i commissari europei Valdis Dombrovskis (economia), Maria Luìs Albuquerque (servizi finanziari) e Jozef Sìkela (assistenza allo sviluppo), attesi a Washington tra il 21 e il 26 aprile per le riunioni del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Invece dei loro normali dispositivi, utilizzeranno telefoni e computer temporanei, privi di dati sensibili e configurati specificamente per la missione.
Le nuove direttive prevedono anche per il personale di supporto l'adozione di precauzioni straordinarie durante i viaggi negli Stati Uniti. Tra queste, lo spegnimento completo dei dispositivi personali durante l'attraversamento delle frontiere e l'utilizzo di custodie schermate per proteggere i dispositivi quando non in uso.
Alla base di queste misure c'è la consapevolezza delle ampie facoltà concesse alle autorità di frontiera americane, che possono legalmente ispezionare il contenuto di qualsiasi dispositivo elettronico in possesso dei visitatori. Una pratica che, secondo fonti europee, si sarebbe intensificata nelle ultime settimane, portando in alcuni casi al respingimento di cittadini europei per opinioni o commenti critici verso le politiche americane trovati sui loro dispositivi.
La Commissione europea, pur confermando l'esistenza delle nuove linee guida, ha preferito non entrare nei dettagli specifici delle misure adottate, probabilmente per evitare di alimentare ulteriori tensioni diplomatiche. Tuttavia, il messaggio implicito è chiaro: i rischi di sorveglianza e intercettazione non provengono più solo da avversari dichiarati come la Cina, ma anche dal principale alleato strategico dell'Unione.
Questa evoluzione nelle politiche di sicurezza digitale europea riflette una crescente consapevolezza della vulnerabilità dei dati sensibili di fronte alle capacità di intelligence straniere, e suggerisce un approccio più cauto e difensivo nelle relazioni internazionali, anche con partner tradizionali. Le implicazioni di questa decisione potrebbero estendersi ben oltre la semplice gestione dei dispositivi elettronici, influenzando potenzialmente il futuro della cooperazione transatlantica su temi cruciali come la condivisione di informazioni e la collaborazione tecnologica.