Quanto è potente l’iPad Pro? Quanto è maturo iPadOS? È possibile affidarsi a un iPad Pro come unico dispositivo informatico al posto di un notebook? Queste sono alcune delle domande a cui ho cercato risposta, e per farlo ho condotto un semplice esperimento: affidarmi a un iPad Pro, per alcuni giorni, per tutte le mie attività. Di seguito vi racconto come è andata, le difficoltà che ho incontrato ma anche le piacevoli sorprese che ho scoperto.
iPad Pro, tastiera e un po’ di pazienza
L’iPad Pro che ho usato per questo strumento è lo stesso che ho recensito alcuni giorni fa, e di cui potete leggere la prova a questo link: iPad Pro 12.9 (2021), quel “pro” che fa la differenza. Ovviamente l’ho usato in abbinamento alla Magic Keyboard e a un’Apple Pencil.
Sto parlando di un kit da oltre 2000 euro (2253 euro per essere precisi), considerando che il mio iPad Pro era il modello con rete cellulare e da 512GB di spazio di archiviazione. Ed è proprio anche il prezzo che mi ha spinto a cercare risposta alle domande poste in precedenza, considerando che un MacBook Pro da 13”, quindi con uno schermo della medesima dimensione dell’iPad Pro, costa addirittura meno (1709 euro il modello con SSD da 512GB).
Ha senso affidarsi a un unico dispositivo o, magari, il migliore compromesso tra i due mondi è acquistare un MacBook Pro a cui affiancare un iPad (non Pro)? Ve lo dirò più avanti.
Le specialità della prova
Come intuibile non sono un nuovo utilizzatore di iPad. Sono anni che lo uso, ma affidarsi all’iPad come unico dispositivo è tutt’altra storia. C’è stata solo un’occasione in cui sono partito per un viaggio di una decina di giorni portando con me solo un iPad Pro (la prima versione); è successo poco più di un paio di anni fa durante un viaggio itinerante in Cina, ma in quell’occasione l’unico scopo era riuscire a gestire le mail per evitare di lasciare troppe questioni lavorative in sospeso, e cercare qualche informazione quando necessario. Questa volta non si tratta, tuttavia, di gestire solo la mail, ma di affidarmi a iPad Pro per tutte le mie attività.
Scrivo di tecnologia, ma faccio anche attività da ufficio più classiche, tra numeri, presentazioni e videoconferenze. Sono un Creator, registro, monto e pubblico video su YouTube, faccio fotoritocco e coordino progetti più o meno grandi. E sono anche un videogiocatore - con un backlog che non riuscirò mai a svuotare - e mi piacciono le serie TV.
Tra queste attività, quelle di cui voglio parlarvi meno sono quelle legate all’intrattenimento, considerando che i tablet sono nati per soddisfare le esigenze multimediali di tutti noi. Sono invece le attività professionali più classiche quelle che mi preoccupano di più. Ma andiamo per ordine.
Tastiera fantastica e mix con il pennino - quasi - perfetto
La Magic Keyboard costa una fucilata, e forse non vale tutti questi soldi, ma devo dire che il feedback d’uso è fantastico. Oserei dire che l’esperienza d’uso è pari, se non migliore, rispetto a quella di una qualsiasi altra tastiera di notebook. Tasti precisi, veloci, corsa della lunghezza giusta e non ho mai sbagliato un colpo, fin dai primi secondi. In alcuni casi ho desiderato unicamente che mi permettesse di piegare maggiormente l’iPad, rendendolo più “orizzontale”, ma non è stato un problema così grave.
Il touchpad è preciso, il cursore appare a schermo appeno viene sfiorato e l’integrazione con iPadOS, in termini di fluidità e interazione con gli elementi, è perfetto. Tuttavia la quantità di volte che ho usato il touchpad sono state decisamente meno rispetto a quelle in cui ho preferito usare il pennino o toccare direttamente lo schermo. Chi usa, o ha usato, un 2-in-1 con schermo touch, probabilmente è già abituato a usare un mix di tastiera, scorciatoie e tocchi sullo schermo. Con iPadOS questa tipologia d’interazione è amplificata rispetto a quello che potreste fare con un notebook Windows; dopotutto iPad è nato per essere usato con le dita, cosa che non si può dire di Windows, ed è quindi normale che i software e l’interfaccia offrano molta più flessibilità in questo contesto.
Tuttavia non tutto va sempre a buon fine, soprattutto quando si vuole usare l’Apple Pencil. Io odio le ditate sullo schermo, quindi mi viene più naturale usare il pennino anziché le dita. Ad ogni modo, in base all’applicazione o al modo in cui il pennino si appoggia allo schermo, l’input viene a volte riconosciuto come un’interazione di movimento, altre come un’interazione di scrittura. Ad esempio, mi è capitato spesso di voler scorrere un mail usando il pennino, ma dopo averlo appoggiato è stato identificato come un input di scrittura, riconoscendo il tratto come una linea verso il basso, subito dopo tradotta in una “virgola” nel campo di testo sullo schermo.
Certo, è possibile controllare il modo in cui l’input dell’Apple Pencil deve essere riconosciuto, ma a meno di non volere continuamente interagire con l’impostazione, questo è quello che vi accadrà. Non escludo che con il tempo e l’esperienza questo “difetto” possa sparire, ma è quello che ho vissuto durante tutta la prova.
Mail super veloci
Per gestire le mail velocemente con iPad Pro dovete usare un client. Le statistiche aggiornate ci dicono che la maggior parte delle persone utilizza una webmail, come Gmail tramite browser. Potete gestire la mail in questo modo anche su iPad tramite Safari, ma sarebbe uno spreco di tempo. Usate “Mail” o “Spark”, come faccio io, o qualsiasi altro client, ma usate un’App.
Mi sono trovato spesso con la mano sinistra a picchiettare direttamente sullo schermo, sfruttando le gesture come si fa con uno smartphone, e con la mano destra pronta sulla tastiera per attivare qualche scorciatoia. Un po’ di swype a destra, un po’ a sinistra, un po’ di tasto “Canc” o un “CMD+R / F” per una risposta veloce, seguita da nuove scorciatoie per inviare velocemente il messaggio e archiviarlo.
Non credo di aver gestito le mail più velocemente rispetto al notebook, ma nemmeno più lentamente. L’esperienza è quindi stata positiva, non ho avuto handicap nell’usare l’iPad Pro, a parte qualche input errato per via del pennino, come raccontavo pocanzi. Ho però dovuto imparare nuove scorciatoie da tastiera, considerando che quelle che utilizzavo su notebook erano differenti (nonostante il client fosse lo stesso). La sorpresa è stata che le scorciatoie su iPad sono generalmente più veloci e richiedono meno tasti.
Scrittura di testi
Con scrittura di testi intendo dire l’uso di Pages (o qualsiasi altra app di videoscrittura), abbinata all’uso del browser in cui reperire informazioni. Che scriviate una recensione o una notizia, o una tesi di studio, un documento tecnico o un romanzo, ci sarà sempre una pagina web o un altro documento di supporto.
Anche in questo caso l’esperienza è stata positiva, grazie soprattutto alla tastiera ben fatta e alle peculiarità multi-tasking di iPadOS. L’interazione con gli strumenti dell’applicazione mi ha portato a usare il touchpad, il pennino o il dito, senza che uno di questi diventasse il mio preferito.
Più che l’affiancamento in multi-task delle finestre, mi sono affidato al classico “command+tab” per passare da una finestra all’altra, e l’esperienza non è stata differente rispetto al notebook. Anzi, in questo caso ho apprezzato il vantaggio di poter scorrere la pagina web con la penna o di fare zoom veloci con due dita, azione decisamente meno immediata con il notebook.
Tuttavia ho riscontrato un po’ di problemi d’interazione con i file quando non presenti direttamente su iPad. Ad esempio, aprendo i file da dropbox, mi è capito più volte che il servizio si bloccasse e, di conseguenza, mandasse in crash Pages.
Presentazioni, c’è da imparare
Se c’è qualcosa che non mi piace fare sono le presentazioni marketing, nonostante siano anni che le faccio. Per lavorare alle presentazioni su iPad Pro non c’è niente di meglio di Keynote. Potete usare l’onnipresente Powerpoint, se vorrete, ma l’utente Mac sa quanto sia meglio affidarsi a Keynote, se possibile, e lo stesso vale con iPad.
Non è però stato facile fare questo passo, perché ho dovuto imparare - quasi - completamente come interagire con i vari elementi. Dove cliccare per modificare un testo, quando usare il pennino e quando il dito.
Numeri, tutto bene
Gestire tabelle di Numbers o Excel non è un problema, considerando che l’interazione non è così differente rispetto alla versione per Mac o PC. Dopotutto con un foglio di calcolo non c’è molto che un controllo touch possa aggiungere. Anzi, la possibilità effettuare zoom o spostamento veloci interagendo con lo schermo, nella massima fluidità, ha reso la consultazione di grandi tabelle più semplice.
Fotoritocco: sì e no
Devo fare una distinzione per quanto riguarda l’uso di un software per il fotoritocco puro di un’immagine oppure la modifica o creazione di immagini. Nel caso della modifica delle foto con ritagli e interventi sui colori, iPad Pro è perfetto. Software come Lightroom, Photoshop o molti altri permettono un’interazione immediata con dita e pennino, grazie ai tanti slider e menù da aprire e chiudere con un tocco. La selezione di parti dell’immagine, dei singoli colori, o anche di piccoli dettagli è un’operazione che si fa benissimo zoomando con due dita e usando il pennino per tracciare linee precise, qualcosa di impensabile da ottenere con mouse e tastiera.
La situazione si fa invece più difficile se l’obiettivo è modificare l’immagine lavorando su livelli con oggetti avanzati, applicare effetti o modificare oggetti 3D. Photoshop è disponibile per iPad Pro, ma non in tutte le funzioni che troviamo nella sua versione per PC o Mac. L'operazione si fa tuttavia complicata se vorrete lavorare con molti file separati.
Gestire i file: il tallone d’Achille
Prima di raccontarvi l’esperienza con altre specialità, affrontiamo il peggior difetto di iPadOS, cioè la gestione dei file.
Apple è sempre stata criticata per quanto riguarda l’impossibilità di scambiare agilmente i file tra i vari dispositivi. Seppur non sia più obbligatorio passare da iTunes, come lo era diversi anni fa, l’apertura di iPadOS alla gestione dei file rimane sempre molto macchinosa. Certo, è stata aggiunta l’applicazione “File” che permette di esplorare e interagire con cartelle e una parte della memoria dell’iPad, nonché alcuni spazi cloud, primo tra tutti “iCloud”.
Ciò non rende tuttavia lo scambio di file e il loro richiamo all’interno delle applicazioni un’operazione veloce quanto quella che si può fare su MacOs o Windows.
Facciamo qualche esempio: se devo creare un’immagine in Photoshop, apro un nuovo ambiente di lavoro, carico un progetto pre-esistente o lo creo da zero, iniziando a importare un’immagine salvata da qualche parte nel mio hard disk. Dopodiché cerco altre immagini o elementi che fanno al caso mio sul web, salvo l’immagine che finirà nella cartella download o un’altra cartella a mio piacimento, e semplicemente la trascinerò in Photoshop, o userò il click destro del mouse per dire al sistema di aprirla nel software che sto usando. Con la stessa facilità potrò aprire una cartella di Dropbox o OneDrive, e recuperare il file che mi serve per portarlo in Photoshop.
Tutta questa facilità di navigazione all’interno dei file presenti in un servizio cloud, o di file scaricati da Internet, con iPadOS non esiste.
Le operazioni di apertura file richiedono sempre l’uso degli strumenti messi a disposizione dall’applicazione che state usando, che spesso vi porta a seguire un percorso in cui dovete scegliere la posizione in cui si trova il file, navigare nelle cartelle, individuare il file e cliccare su un tasto di conferma. Non esiste la possibilità di trascinare file da una parte all’altra, di far parlare tra loro le applicazioni o di passare velocemente da una posizione di memoria all’altra.
Le uniche posizioni facilmente raggiungibili sono il “rullino fotografico” o iCloud, cioè due applicazioni / servizi di Apple e, ovviamente, ben integrate nel sistema. Nonostante la presenza dell’applicazione “File” e l’apertura di Apple a lasciare un po’ di libertà di gestione della memoria, l’integrazione con le varie App è poco immediata.
Se utilizzate Dropbox, ad esempio, ogni volta dovrete abilitare l’applicazione a “leggere” i contenuti di Dropbox, e ogni volta dovrete selezionare la cartella in cui avete i file che vi servono, con un’anteprima lenta e tutt’altro che immediata. Questo comportamento può variare in base all’applicazione, ma difficilmente lavorerete unicamente con App ben integrate.
Durante la mia prova di montaggio video, di cui vi parlerò fra poco, ogni volta che volevo accedere a Dropbox dovevo autorizzare l’app di montaggio a leggere il contenuto di Dropbox. Insomma, o vi affidate unicamente ai servizi Apple, e ciò significa usare iCloud per tutto, o avrete sempre problemi e rallentamenti nel gestire facilmente i vostri file, soprattutto se vi piace avere il massimo controllo su di essi, con un’archiviazione gerarchica ben organizzata e decisa da voi.
Apple, questo modo di gestire i file compromette l’ergonomia con qualsiasi applicazione ed è il punto più urgente da sistemare se si vuole rendere l’iPad Pro una vera alternativa ai notebook.
Montaggio video, impressionante
Per la prova di montaggio video ho utilizzato LumaTouch, di cui vi parlerò in maniera più approfondita in un articolo dedicato. Vi anticipo che l’esperienza è stata ottima, e nonostante abbia dovuto cambiare molte abitudini durante il montaggio, dopo aver preso un po’ di dimestichezza tutto è filato liscio.
L’unica limitazione che ho riscontrato è stata la mancanza di strumenti o plug-in avanzati. Con Final Cut Pro o Adobe Premiere, è possibile integrare sui video molti elementi di interazione, dai titoli con animazioni avanzate a effetti speciali in grado di rendere il video più accattivante.
Il montaggio video su iPad Pro rimane un po’ più basilare, quindi con effetti e controlli meno sofisticati, ma comunque sufficienti per creare un bel filmato.
Per farvi capire meglio cosa intendo, solitamente creo video didattici in cui racconto e spiego un servizio o una tecnologia. In questi video alterno una ripresa in cui fornisco la spiegazione con immagini tratte da siti web, in cui ad esempio uso effetti per sottolineare alcune frasi, o inserisco specchietti di testo in cui ribadisco concetti, ecc...
Finché si tratta di mixare delle tracce video e foto, con diversi effetti, allora filerà tutto liscio e, anzi, la velocità di montaggio sarà anche superiore rispetto alle controparti per PC o Mac. Se invece vorrete inserire molti “elementi speciali”, la situazione si fa un po’ più complicata. In questo caso a peggiorare la situazione c’è la gestione dei file di cui vi ho parlato poco fa.
Videoconferenze
Per le videoconferenza iPad Pro è diventato il mio strumento preferito, grazie soprattutto alla fotocamera intelligente che permette di seguirmi mentre mi muovo, con zoom intelligenti. L’audio è ottimo, sia degli altoparlanti sia del microfono. Non c’è altro da dire, Apple ha cavalcato l’onda dello smartworking a cui tutti ci siamo già abituati e ha ottimizzato il nuovo iPad Pro per questa specialità.
Altre app, dipende molto da quali sono
Ho condotto la mia prova utilizzando le applicazioni più diffuse: Photoshop e Lightroom, Lumafusion per il montaggio video, Keynote, Pages e Numbers, Spark come client mail, Google Calendar, Todoist per gestire le attività, oltre a browser, applicazione per leggere feed RSS, Evernote, Youtube, ecc...
Alcune più, altre meno, sono ottimizzate per l’uso con dita e pennino. Non tutte sono invece ottimizzate per l’interazione con la tastiera. Questo significa che se utilizzate applicazioni specifiche, dovreste sincerarvi che permettano d’interagire bene con il pennino o con la tastiera, se vorrete ottenere un’ergonomia d’uso che possa velocizzare il vostro lavoro e non rallentarlo.
Mi sono reso conto che ho parlato poco del touchpad, e l’ho fatto perché in realtà l’ho usato molto poco. Funziona bene, anzi perfettamente, ma toccare lo schermo e usare scorciatoie con i tasti è decisamente più veloce rispetto all’usare il touchpad.
WebApp, no grazie
Ma è proprio il touchpad l’ancora di salvezza se utilizzate dei servizi web tramite il browser. L’uso del touchscreen non è scontato con tutti i servizi, e ancora meno l’uso del pennino. Il touchpad vi permette di interagire come con un normale mouse, ma ciò non vi darà un vantaggio rispetto all’esperienza con un notebook. Se quindi utilizzate principalmente servizi web tramite il browser, iPad Pro non sarà in grado di darvi alcun valore aggiunto.
Verdetto: ci siamo quasi
Durante i primi giorni di questo esperimento ho incontrato diverse difficoltà, al punto tale che in alcuni momenti, per portare a termine alcune attività, ho abbandonato l’iPad Pro per tornare al MacBook.
È successo, ad esempio, quando dovevo terminare una presentazione con Keynote, poiché mi stavo rendendo conto di impiegarci troppo tempo poiché non ritrovavo facilmente alcune funzioni. Per creare una copertina di un video YouTube ho salvato il file realizzato su iPad Pro per completarlo su Photoshop per Mac, dato che non potevo applicare dei filtri ed effetti a dei livelli. Ho considerato accettabile il risultato del montaggio di un video, a cui ho rinunciato all’aggiunta degli elementi grafici che ricordavano l’iscrizione al canale o ai social network.
Ho evitato di iniziare quei lavori che avrebbero richiesto l’interazione con tanti file differenti, alcuni presenti su Dropbox e altri da scaricare al momento da internet, poiché, come ho già spiegato, l’impossibilità di accedere velocemente a file presenti in differenti parti del sistema (memoria o servizi) rende l’interazione lenta e a volte estenuante.
La gestione della mail è invece stata perfetta, ho fatto una quantità infinita di videocall, ho preso appunti, ho gestito le attività, ho scritto testi, lavorato con fogli di calcolo e, ovviamente, ho guardato anche YouTube, Netflix, ascoltato musica, navigato nel web e sui Social Media.
Il risultato di questa prova è quindi un mix di sensazioni che mostrano quanto iPad Pro, ma soprattutto iPadOS, sia quasi pronto a sostituire un notebook. Non è ancora tutto perfetto, alcune app richiedono qualche compromesso, mentre tutte - o quasi - necessitano di una curva di apprendimento. Avrei potuto finire tranquillamente la presentazione su Keynote, ma non volevo perdere troppo tempo; successivamente ne ho realizzata un’altra completamente su iPad Pro, senza alcun problema, ma è stato necessario investire un paio d’ore per scoprire dove erano finiti tutti gli strumenti di cui avevo bisogno e come interagirci.
La stessa evoluzione è comune a tante altre App. La gestione dei file rimane il limite più grande, ad oggi risolvibile unicamente affidandosi completamente a iCloud e al modo in cui iPadOS vuole gestire i differenti tipi di file. Se, come me, gestite un archivio con una gerarchia e metodologia precisa, difficilmente accetterete questi limiti.
Insomma, oggi iPad Pro non può essere l’unico dispositivo per tutti, ma sicuramente potrà esserlo per molti. C’è ancora qualcosa da sistemare, ma la strada è quella giusta.
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