L'intelligence USA contro gli smartphone Huawei e ZTE

Alcune agenzie di intelligence statunitensi, tra cui CIA, FBI ed NSA, suggeriscono di non acquistare smartphone a marchio Huawei e ZTE. Una presa di posizione ufficialmente legata a ipotetici temi sulla sicurezza, ma che in realtà nasconde implicazioni politiche e commerciali.

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a cura di Saverio Alloggio

Alcune agenzie di intelligence statunitensi, tra cui CIA, FBI ed NSA, hanno epresso perplessità attorno alla sicurezza degli smartphone a marchio Huawei e ZTE, tanto da sconsigliarne l'acquisto e da ritenere inopportuno l'utilizzo degli stessi nelle strutture governative. Affermazioni che stanno facendo discutere, anche perchè la replica dell'azienda guidata da Richard Yu non si è fatta attendere.

Innanzitutto, le dichiarazioni delle agenzie sono arrivate martedì, nell'ambito della Commissione per l'Intelligence del Senato degli Stati Uniti. Tutto ruota attorno a ipotetici rischi per la sicurezza nazionale che verrebbero corsi consentendo ad aziende come Huawei e ZTE di farsi strada all'interno del mercato statunitense.

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Chris Way

"Siamo profondamente preoccupati in merito ai rischi di consentire a qualsiasi azienda o entità legata a governi stranieri che non condividono i nostri valori, di acquisire posizioni di potere all'interno delle nostre reti di telecomunicazioni. Questo consentirebbe di esercitare pressione o controllo sulle nostre infrastrutture rete", ha affermato Chris Wray, direttore dell'FBI.

Appare evidente come la questione, al di là delle dichiarazioni, tocchi temi anche di natura politica e commerciale. I rapporti tra Stati Uniti e Cina non sono certamente idilliaci, considerando tra l'altro la linea di politica estera inaugurata da Donald Trump. Inoltre Huawei rappresenta oggi il terzo produttore di smartphone al mondo, e per poter puntare al vertice dovrebbe accrescere la propria quota mercato proprio negli USA.

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Non a caso, nelle scorse settimane si era parlato di possibile accordo tra Huawei e AT&T, uno dei maggiori operatori telefonici statunitensi, una partnership che sembra comunque già sfumata. Lo stesso Richard Yu, CEO dell'azienda cinese, ha recentemente criticato le telco degli Stati Uniti, che avrebbero mostrato un atteggiamento ostruzionistico nei confronti della propria società.

In merito alle dichiarazioni odierne delle agenzie di intelligence comunque, la risposta di Huawei non sè fatta attendere:

"Siamo consapevoli che alcune agenzie governative statunitensi sembrano voler inibire le attività di Huawei nel mercato degli Stati Uniti. La nostra azienda ha ottenuto la fiducia di governi e consumatori in oltre 170 Paesi in tutto il mondo e non presenta rischi di cybersicurezza maggiori di qualsiasi altro vendor ICT , condividendo come noi facciamo le comuni filiere dei fornitori a livello mondiale e la capacità di produzione."

Insomma, una situazione complessa, che appare lontana da una risoluzione. In tal senso, basti pensare alle dichiarazioni rilasciate da Michael Rogers, direttore della NSA, secondo il quale "questa è una sfida che aumenterà nel corso del tempo, non diminuirà. Bisogna osservare a lungo e con severità queste aziende".

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Michael Rogers

Non è escluso che questa opinione delle agenzie di intelligence possa estendersi anche ad altre realtà cinesi. La sensazione è che si tratti di un qualcosa che va ben oltre il tema della cybersicurezza in senso stretto, anche perchè, come sottolineato dalla stessa Huawei, le aziende in questione, salvo prova contraria, non presentano rischi di sicurezza maggiori rispetto a qualsiasi altro vendor ICT.

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