Abbiamo già parlato della situazione della guerra in Ucraina e come la Russia, in qualità di aggressore, sia sta presa di mira da sanzioni che gli renderanno la vita difficile da qui a breve tempo.
Dopo che gli USA hanno immediatamente deciso di interrompere le loro forniture di tecnologia, la Cina sta studiando un modo per continuare a fare affari con il paese governato da Putin. In questo modo limiterebbe - non si sa per quanto tempo - il danno economico in cui sta dirigendo.
Il presidente della Getac Holdings (società che produce prodotti legati alla tecnologia informatica che vengono esportati anche in Russia) ha affermato che le sanzioni sono state così rapide nella loro applicazione che non c'è stato tempo di provare a cercare una strada alternativa.
Il massimo dirigente ha anche riportato che la sicurezza che tutte le apparecchiatura siano soggette al flag della sanzione non c'è e stanno esaminando punto per punto in modo tale da trovare una soluzione con la quale continuare le esportazioni. Oltre a Getac Holdings, ci sarebbero altre industrie sempre inerenti il settore informatico che stanno cercando dei modi per far filtrare la loro tecnologia senza calpestare la messa in piedi della sanzioni statunitensi.
Samsung, Xiaomi ma anche Acer, Asus e Lenovo, sebbene non siano americane utilizzano in parte tecnologia USA e quindi va da se che le sanzioni ne indeboliscono anche il loro potere economico. Ad esempio, i PC di fascia alta con processori Intel, che potrebbe essere usati in una matrice malevola per organizzare missioni a scopo militare, sono banditi.
Nel trovare questi corridoi atti a fornire tecnologia, le aziende devono stare attente perché un eventuale errore nel non comprendere le regole comporterà dure sanzioni. E queste non si fermeranno nemmeno di fronte all'oceano pacifico.
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