La cassazione ha deciso: Vivendi non ha il controllo di TIM

Una sentenza della Cassazione conferma la precedente delibera del Consiglio di Stato: vivendi non ha il controllo di TIM.

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a cura di Silvio Colombini

La recente decisione della Cassazione pone fine ad un alterco legale che durava ormai da quasi sei anni.

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso che la Consob aveva presentato contro la decisione del Consiglio di Stato, confermandone quindi la validità: Vivendi non ha quindi il controllo di fatto di TIM. Per capire meglio cosa ha portato a questa decisione la corte di terzo grado è necessario un excursus degli eventi precedenti.

Nel 2017 la Consob aveva stabilito che la quota di azioni TIM in mano a Vivendi fosse sufficiente a permetterle di esercitare il controllo di fatto dell’azienda. Vivendi rea infatti passata dal 6,66% detenuto nel 2015 a un più corposo 23,925%. La decisione della Consob permetteva quindi a Vivendi di ottenere, a settembre 2017, l’autorità per nominare la maggioranza del consiglio di amministrazione di TIM. In precedenza, nell’agosto dello stesso anno, ad era stata la stessa Vivendi a rilasciare una nota dove confermava di non poter esercitare alcun controllo di fatto su tim; tale nota così diceva:

Vivendi conferma di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom Italia; la partecipazione detenuta in Telecom Italia, infatti, non è sufficiente a determinare alcuno stabile esercizio di una influenza dominante sulle assemblee dei soci di Telecom Italia. A tal proposito, da tutti i dati empirici – ivi inclusa la presenza alle assemblee ordinarie dei soci di Telecom Italia a decorrere dal 22 giugno 2015 fino al 4 maggio 2017, la partecipazione detenuta dai presenti e l’esito delle deliberazioni assunte – emerge univocamente che Vivendi non detiene una posizione di controllo nelle assemblee ordinarie dei soci di Telecom Italia”.

La successiva decisione della Consob venne poi impugnata in tribunale dall’allora consiglio d’amministrazione di TIM, a seguito di tale azione, nel luglio 2018 l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stabiliva che Vivendi non aveva il controllo di TIM perché, a seguito del rinnovo del cda del 4 maggio 2018 (dove solo il 47,18% del capitale aveva votato a favore di Vivendi), “non appare più sussistere in capo a Vivendi una situazione di controllo o di influenza dominante su Telecom ai sensi dell’art.2359, commi 1 e 2 del codice civile e dell’art.43 commi 14 e 15 del Testo unico delle comunicazioni”.

Ora con quest’ultima delibera della Cassazione, questa decisione viene confermata. Sebbene le due faccende siano scollegate è interessante notare come la decisione della corte arrivi a stretto giro rispetto all’uscita di scena di De Puyfontaine: il ceo di Vivendi ha infatti lasciato il suo incarico circa 10 giorni fa.

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