Jabra Elite 10 Gen 2, il canto del cigno di Jabra | Cosa sta succedendo?
Jabra Elite 10 Gen 2 sono dei nuovi auricolari True Wireless dotati, però, di una funzione più unica che rara.
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a cura di Andrea Ferrario
Editor in Chief
Jabra ha da poco annunciato una versione aggiornata e migliorata delle sue Elite 8 ed Elite 10 (quest’ultime oggetto di questa prova), e contemporaneamente ha annunciato la sua dipartita dal mondo degli auricolari consumer. Quella che stata leggendo non è una semplice recensione di quelli che sono appena diventati i miei auricolari True Wireless preferiti, poiché c’è spazio per parlare dei motivi dietro alla decisione di Jabra, che descrive una situazione del mercato che preannuncio ormai da diverso tempo, un mercato difficile, lento e che diventa sempre meno attraente per aziende. Andiamo per ordine, inizierò con il raccontarvi perché gli Elite 10 Gen 2 sono appena diventati i miei auricolari preferiti.
Test degli Elite 10 Gen 2
Come suggerisce il nome, gli Elite 10 Gen 2 sono una versione migliorata degli Elite 10, che ho già provato e recensito poco meno di un’anno fa. Sono un paio di auricolari True Wireless dotati delle ultime tecnologie: Bluetooth 5.3, connessione multipoint, BT LE Audio, certificati IP57, cancellazione attiva del rumore, Audio Spaziale Dolby Atmos, supporto ai codec AAC e SBC, accelerometro interno per l’head tracking, ricarica wireless per la custodia, insomma un curriculum di tutto rispetto.
Esteticamente non sono differenti rispetto al modello Elite 10. La custodia ha una dimensione contenuta, che oggi possiamo definire di misure standard, l’apertura magnetica è morbida è precisa, gli auricolari si estraggono e inseriscono con facilità e una bella presa tra i polpastrelli delle dita. Nella parte inferiore c’è il connettore USB-C per la ricarica della batteria e il pulsante di pairing è stato spostato nella parte anteriore, sotto all’unico e discreto LED di stato.
Nella confezione sono incluse cuffiette di quattro di quattro dimensioni: small, medium, large ed extra large (quelle medie sono già installate). Troverete anche il cavo di alimentazione USB-C / USB-C, con un adattatore a cavo jack, per cui vi spiegherò fra poco la funzione.
Gli auricolari sono piccoli, affusolati e hanno una forma in-ear che li accomoda completamente all’interno dell’orecchio. Per indossarli dovrete posizionarli nell’orecchio e ruotarli leggermente. Sono comodi, e la presenza di cuffiette in gomma di quattro dimensioni gli permettono di adattarsi perfettamente a tutto le orecchie. La scelta, differente rispetto a molti altri produttori, di includere una cuffietta extra-large è senza dubbio una bella mossa, considerando l’importanza per un paio di auricolari di questo genere di occludere in maniera accurata il condotto uditivo.
C’è un sensore che rileva quando saranno indossati e la superficie di ogni auricolari è un pulsante, con un’attivazione molto morbida e precisa. Basta poca forza per inviare gli input e non rischierete di provare disagio quando premerete il pulsante, spingendo l’auricolare contro l’interno dell’orecchio.
Qualità audio, ANC e microfono
Gli Elite 10 Gen 2 non sono così differenti dal modello che sostituiscono nemmeno per quanto riguarda la qualità audio o della cancellazione attiva del rumore. La qualità audio è buona e ripeto quanto ho detto per la prova del modello originale: la resa è lineare, si adatta a tutti i generi musicali senza caratteristiche che possono strizzare l’occhio a un genere anziché l’altro. La cancellazione attiva del rumore non è la migliore del mercato, gli AirPods Pro, i Sony XM5 o i Bose QuietComfort Ultra sono in grado di fare di meglio. Ma gli Elite 10 Gen 2 si posizionano subito sotto a questi modelli, quindi non sono i migliori, ma se la cavano bene. Nessun problema per le prestazioni del microfono, con anche la funzione di cancellazione del vento che funziona bene. Per le chiamate telefoniche sono ottimi.
Autonomia batteria
La batteria permette di utilizzare Elite 10 per circa 5 ore o poco più. Ci sono auricolari che sanno fare meglio, anche un paio d’ore in più. La custodia vi permette di ricaricarli completamente circa tre volte. È un problema questa autonomia leggermente sotto alla media? No, poiché il modello d’uso per un auricolare di questo genere è solitamente l’uso per alcuni minuti o qualche ora, per poi riporli in carica nella custodia, senza mai fare sessioni così lunghe da portarli a scaricare la batteria.
A meno che non facciate parte dei quella nicchia di persone che fanno lunghe sessioni di ascolto, non dovreste avere problemi.
Non solo per smartphone
La principale novità degli Elite 10 Gen 2 è legata al cavo fornito in confezione che integra un adattatore da USB-C / Jack da 3.5 mm. Potrete collegare il cavo USB-C alla custodia e il cavo jack a un qualsiasi connettore audio, e in questo modo la custodia diventerà un trasmettitore, inviando il flusso audio agli auricolari. Potrete ad esempio collegarlo a un connettore jack in aereo e ascoltare l’audio del sistema di intrattenimento sugli auricolari wireless o, come nel mio caso, connettere la custodia a una Steam Deck, trasferendo l’audio e preservando l’autonomia della console, o ancora potrete connetterli a un macchinario in palestra. È una funzione interessante, non a tutti servirà, ma se avete anche solo una situazione in cui potrete sfruttare questa caratteristica, ecco che gli Elite 10 potranno diventare facilmente i vostri auricolari preferiti.
C’è da dire che non sono i primi auricolari a offrire questa funzione. Gli LG FreeTone, ad esempio, lo permettono da tempo. Ma gli Elite 10 trasferiscono l’audio tramite Bluetooth LE, con zero ritardi, e la qualità dell’audio e dell’ANC è superiore rispetto altri modelli provati in precedenza dotati di questa funzione.
È tutta questione di prezzo
Gli Elite 10 Gen 2 sono venduti a un prezzo di listino di 279 euro, mentre tutti i modelli che ho citato prima che sanno fare un po’ di meglio hanno prezzi di listino molto più alti, anche se ora, dopo molti mesi dalla presentazioni, si trovano all’incirca al prezzo degli Elite 10 Gen 2. Gli Elite 10 base, che offrono le stesse prestazioni qualitative dei “Gen 2” si trovano in offerta a poco più di 150 euro.
Insomma, è tutta una questione di prezzo. Gli Elite 10 a poco più di 150 euro sono una grande offerta, e sono un modello in grado di soddisfare la maggior parte delle persone che oggi possono risparmiare molto rispetto ai modelli Sony o Bose più blasonati. Mentre gli Elite 10 Gen 2 sono interessanti se vi incuriosisce la funzione di trasferimento audio tramite la custodia.
Perché Jabra lascia il mercato?
Far seguire la presentazione di un nuovo paio di auricolari con la scelta di uscire dal mercato è decisamente una scelta strana. Da una parte può certamente attirare molta attenzione sul lancio degli Elite 10 Gen 2 (ed Elite 8), dall’altra può allontanare i clienti da un possibile acquisto, dopotutto chi vuole acquistare un prodotto da un’azienda che ha appena detto che uscirà dal mercato?
Dietro al brand Jabra c’è il gruppo GN Store Nord, un’azienda che ha più di 150 anni e che, tra i vari marchi, è anche proprietaria di SteelSeries, brand conosciuto e affermato nel mondo gaming. Jabra non sta fallendo, per dirla in maniera molto chiara, ma ha semplicemente deciso di concentrarsi su altre tipologie di mercato, in grado di dare più soddisfazioni dal punto di vista del business. Chi oggi acquisterà gli Elite 10 non sarà abbandonato a se stesso, l’azienda ha già dichiarato che assolverà a tutti i doveri nel caso di necessità di supporto e garanzia. Inoltre, come già detto, semplicemente si concentrerà su altri settori di mercato. Anzi, questa scelta spingerà l’azienda a svuotare i magazzini, di conseguenza preparatevi a potenziali offerte vantaggiose, potreste acquistare un paio di auricolari Jabra a un prezzo molto vantaggioso nelle prossime settimane.
Ma perché un brand come Jabra, che ha sempre creato prodotti di qualità, ha preso questa decisione? Personalmente uso Jabra da trent’anni, fin dall’epoca degli auricolari bluetooth mono, quelli che bisogna indossare dietro all’orecchio come se fossero apparecchi acustici, e ogni prodotto è sempre stato in grado di soddisfare le aspettative. Tuttavia come dichiarato dall’azienda stessa, il mercato degli auricolari moderni è troppo competitivo e i margini sono sempre più ridotti.
In più occasioni, negli ultimi anni, ho sottolineato nelle recensioni come il mercato si fosse appiattito. La tecnologia ha ormai raggiunto un livello tale che offrire prodotti realmente innovativi è sempre più difficile: la qualità audio e la cancellazione del rumore è a livelli altissimi, fare la differenza oggi è infinitamente complicato, richiede investimenti enormi per miglioramenti solo relativi, e siamo arrivati a un punto dove le differenze possono essere misurate con degli strumenti, ma nella realtà sono difficilmente percepibili. La scelta di Jabra di aggiungere la funzione di trasferimento dell’audio tramite custodia mostra come ormai bisogna cercare altro per convincere gli utenti a preferire il proprio prodotto anziché quello di altri.
Oltre ai produttori storici di audio, ormai chiunque produce elettronica propone almeno un paio di auricolari. Tutti i produttori di smartphone offrono auricolari. La filiera produttiva cinese ha innondato il mercato mondiali di cloni di auricolari dai prezzi ridicoli che, differentemente da cinque o dieci anni fa, ora offrono prestazioni adeguate per la maggior parte delle persone.
Questo è quello che definisco il problema del mercato degli auricolari moderni: la tecnologia, anche quella a basso costo, oggi offre prestazioni più che adeguate, mentre nella parte alta del mercato fare la differenza è molto difficile, e oggi scegliere un buon auricolare per le proprie esigenze non è più questione di prestazioni, ma di prezzo. Qualche produttore sta provando con nuovi design (esempio Bose Open Ear Ultra o Huawei Freeclip), con successi discutibili. Se dovessi creare un grafico in cui mettere sull’asse verticale un variabile che definisce la qualità generale del prodotto e sull’asse verticale il prezzo, descriverei una linea che a partire da circa 50 euro di prezzo di mercato inizia ad appiattirsi per diventare quasi orizzontale da circa 150 euro in poi.
In un mercato del genere solo chi ha altri business può permettersi di continuare a spingere nel mercato nuovi prodotti, quasi identici a quelli precedenti, solo per sfruttare leve di marketing che possono portare a nuove vendite. Chi invece ha questo mercato come business principale non può competere contro margini sempre più ridotti e costi d’innovazione enormi, innovazione che poi difficilmente fa così tanta differenza, o quantomeno la differenza non è percepibile dall’utilizzatore e quindi non è tale da catturare nuove vendite.
Per questi motivi credo che la scelta di Jabra sia condivisibile, anche se è un peccato salutare un brand che ha prodotto così tanti buoni auricolari. Magari non sarà un addio, staremo a vedere come l’evoluzione tecnologica e magari l’IA potrà, nei prossimi anni, inserire in questo mercato qualche altra variabile in grado di creare maggior differenziazione e competizione.
Verdetto: chi dovrebbe acquistare le Elite 10 Gen 2
Tornando alla valutazione delle Elite 10 Gen 2, chiunque sia alla ricerca di un nuovo paio di auricolari True Wireless, con prestazioni adeguate a tutte le necessità, un ottimo rapporto tra prezzo e prestazioni e soprattutto la funzione di trasferimento audio dalla custodia tramite una fonte con jack audio, dovrebbe considerare l’acquisto delle Elite 10 Gen 2.
Se siete ancora soddisfatti delle vostre cuffie true wireless, tenete ugualmente gli occhi aperti perché queste Jabra, assieme ad altri modelli sul mercato, potrebbe diventare un ottimo affare nei prossimi mesi grazie a offerte mirate.
Voto Finale
Conclusioni Finali di Tom's Hardware
Pro
-
Confortevoli
-
Funzione trasferimento audio tramite custodia
-
Ottimo rapporto prezzo / prestazioni
Contro
-
Non i migliori per quanto riguarda qualità audio o ANC
Commento
Informazioni sul prodotto
Jabra Elite 10 Gen 2