iPhone X ha ulteriormente alzato l'asticella dei prezzi degli smartphone Apple. Si tratta del melafonino più caro di sempre, considerando i 1.189 euro necessari per acquistare la versione da 64 GB, che diventano 1.359 euro per quella da 256 GB. Cifre decisamente molto elevate che però, secondo un recente report, sembrerebbero essere in parte giustificate da un netto aumento dei costi di produzione.
Occorre innanzitutto sottolineare come l'indagine condotta faccia riferimento ai soli costi derivanti dalla catena di produzione. Sono state ovviamente escluse le voci relative al personale, al marketing, alla distrubizione che, inevitabilmente, non possono essere calcolate in quanto rappresentano informazioni riservate dell'azienda di Cupertino.
Queste stime dei costi di produzione di iPhone X sono dunque parziali, ma rappresentano un'indicazione importante, specie nel confronto con le precedenti generazioni, anche perchè provengono direttamente dalla catena di produzione del melafonino del decennale.
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Fatta questa premessa, scendiamo nel dettaglio. Il costo di produzione di iPhone X da 256 GB è stato stimato attorno ai 412,75 dollari, ovvero 346 euro al cambio. Una cifra su cui incide in maniera importante lo schermo OLED da 5,8 pollici prodotto da Samsung, che avrebbe un prezzo unitario per Apple pari a 80 dollari (67,01 euro).
La memoria NAND da 256 GB è invece prodotta da Toshiba, e costerebbe all'azienda di Cupertino 45 dollari (37,69 euro), mentre i 3 GB di RAM avrebbero un impatto di 24 dollari (20,10 euro). Importante citare anche il sensore 3D della fotocamera anteriore (25 dollari, ovvero 20,94 euro), il SoC A11 Bionic prodotto da TSMC (26 dollari, 21,78 euro), la combinazione tra vetro frontale, posteriore e frame laterale in metallo (53 dollari, ovvero 44,39 euro).
Le varie voci di spesa sono ovviamente molte di più, riassunte nella tabella sottostante. L'ennesima dimostrazione di come, nella produzione di uno smartphone top di gamma, ci siano davvero tantissime componenti da tenere in considerazione, senza dimenticare i costi legati agli aspetti connessi alla commercializzazione. Ma non è tutto.
Ciò che stupisce infatti è la differenza rispetto ai costi di produzione delle precedenti generazioni di melafonino. Utilizzando i medesimi criteri infatti, il costo di produzione della variante base di iPhone 7 si attesta a 224,80 dollari, ovvero 188 euro al cambio, che diventano 157 euro per la versione base di iPhone 6s.
È chiaro che, in questo caso, il costo di produzione di iPhone X è stato calcolato in relazione alla variante con il maggior quantitativo di memoria interna. Come abbiamo visto però, non è certamente questa componente a determinare una così netta differenza rispetto ai modelli precedenti.
Una differenza importante anche rispetto al Galaxy S8, la cui produzione costerebbe a Samsung circa 730 dollari, ovvero 611 euro al cambio. Conti alla mano, Apple avrebbe un margine di guadagno pari al 59% su iPhone X, senza però considerare tutti gli altri costi di cui abbiamo parlato nella premessa.
È praticamente impossibile stabilire quanto effettivamente l'azienda di Cupertino guadagni dalla vendita di ogni singolo iPhone X. Sembrano non esserci dubbi comunque relativamente al netto aumento dei costi di produzione, che avrebbero spinto Apple a posizionare il nuovo melafonino a partire da 1.189 euro.
Una situazone che, secondo un nuovo report di KGI Securities, inciderà anche sulla disponibilità sul mercato di iPhone X. Prima della presentazione di questo dispositivo, si sono moltiplicate le indiscrezioni circa eventuali ritardi di commercializzazione, determinati proprio dai costi e dalla complessità del processo di produzione.
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Non a caso, a differenza dei nuovi iPhone 8 e 8 Plus, i preordini di iPhone X si apriranno solo il 27 ottobre, con le spedizioni che partiranno invece dal 3 novembre. KGI Securities, prima del keynote, era convinta che Apple avrebbe spedito 45-50 milioni di unità del melafonino del decennale entro la fine del 2018.
Con il report odierno, le stime si sono abbassate a 40 milioni, con KGI che è convinta che, almeno inizialmente, le unità di iPhone X effettivamente disponibili saranno poche, nell'ordine dei 2-4 milioni di qui fino alla fine dell'anno. Numeri che rischiano di far andare velocemente sold-out lo smartphone durante i preordini del 27 ottobre.
La sensazione comunque è che la prossima generazione di iPhone X, un pò come già avvenuto con i MacBook, possa consentire ad Apple di abbassare i prezzi grazie ad una maggiore ottimizzazione del processo di produzione. La parola adesso passa al mercato, staremo a vedere quella che sarà l'accoglienza per questo attesissimo prodotto.
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