iPhone 14 Pro Max, i soli materiali costano quasi come un iPhone SE in negozio!

iPhone 14: ecco quanto costa ad Apple produrre i vari modelli secondo le stime di Nikkei Asia pubblicate di recente.

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a cura di Silvio Colombini

Nikkei Asia
ha effettuato delle stime su quanto costi ad Apple produrre i nuovi iPhone della serie 14. Non solo è stato calcolato che i nuovi smartphone sono i più costosi mai realizzati dalla casa di Cupertino, ma i singoli materiali per l'assemblaggio di iPhone 14 Pro Max si avvicinano al costo finale di un iPhone SE per un consumatore.

Stando ai calcoli fatti dal noto quotidiano economico giapponese, iPhone 14 Pro Max, immesso sul mercato da poco, è probabilmente il modello che ad Apple costa di più in assoluto produrre, con un costo dei soli materiali che si aggira attorno ai 501 dollari. Rispetto all’iPhone 13 Pro Max, che costava ad Apple “solo” 461 dollari, ci sarebbero quindi 40 dollari di differenza, circa il 20%!

Tradotto in percentuali sul prezzo di vendita, vorrebbe dire che oltre il 45% del prezzo dell’iPhone 14 Pro Max sarebbe da attribuire ai soli materiali, senza contare le spese di progettazione, assemblaggio, spedizione, stoccaggio, marketing, supporto e tutto ciò che circonda la creazione di uno smartphone. Ad incide maggiormente, almeno come componente singola, è senza dubbio il chip: iPhone 14 Pro e la sua variante Max montano un A16 Bionic che ad Apple costa ben 110 dollari. E TSMC, l’azienda che fisicamente produce i chip, ha già annunciato che per il prossimo anno è prevedibile che questa cifra debba essere vista al rialzo.

Calcolando che in Italia un iPhone SE in negozio viene venduto a 559,00 euro, possiamo dire che i costi di produzione complessivi di un iPhone 14 Pro Max superano quasi sicuramente il prezzo totale al dettaglio dell'iPhone entry-level di Apple!

Ma l’aumento dei costi di produzione ha in effetti già iniziato a lasciare il segno: tra iPhone 13 e iPhone 14, che bene o male condividono molte delle specifiche, si è calcolato un generico aumento del 10% sulle componenti.

A ridurre ulteriormente i guadagni di Apple su ogni singola vendita contribuiscono poi altri fattori più “immateriali” come progettazione, distribuzione e così via, come abbiamo anticipato poco sopra. A tal proposito Nikkei Asia, nel suo report, ha anche avuto modo di osservare come la ripartizione di tali spese sia stata ritoccata da Apple: il 10% delle fatture emesse ora è verso aziende americane, mentre la quota spettante a Giappone e Corea passa dal 6% al 4%.

Sebbene non ci siano dati certi, è logico pensare che questi aumenti generalizzati possano essere uno dei motivi che ha spinto Apple a spostare una grossa parte delle operazioni di assemblaggio dei propri smartphone dalla Cina, dove vengono attualmente svolte, in India e in Vietman: solo al primo Paese, nel 2025, spetterà circa un quarto di tutte le operazioni di montaggio.

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