Il mondo si trova nel bel mezzo di una pandemia e, come tutti gli avvenimenti che non si possono controllare, generano imprevisti e confusione. Questo stato crea conseguenze anche sulla tecnologia, smartphone inclusi.
Da qualche giorno siamo venuti a conoscenza che il Galaxy Note 21, quest'anno non ci sarà. Non perché Samsung non abbia pensato o preparato il progetto ma perché attualmente non c'è la possibilità di garantire una produzione per domare la domanda e offerta che si creerà.
Abbiamo menzionato Samsung perché dall'Asia arrivano notizie decisamente allarmanti. Queste si sono sviluppate a causa della pandemia e dalla carenza di acqua a Taiwan (dove l'azienda sud coreana dirige uno stabilimento di produzione SoC) e hanno abbassato notevolmente la disponibilità di silicio, materiale fondamentale per produrre chip elettronici.
Ma non solo, ad aggiungersi agli eventi c'è stata anche una fortissima tempesta di neve che ha interrotto le attività nello stabilimento Samsung di Austin, in Texas, dall'altra parte del pianeta.
Anche quest'ultimo ha il compito di produrre una sensibile percentuale di SoC, tra questi ci sono anche quelli commissionati da Qualcomm. In un certo senso anche Apple dipende da questi stabilimenti in quanto i controller dei display OLED che acquista da Samsung vengono prodotti proprio qui.
E se la produzione rallenta, questa situazione potrebbe portare a delle scelte da parte di Apple. Quest'anno tutti e 4 gli iPhone 12 posseggono un display OLED e verosimilmente servono milioni di controller solo per le sue unità. Tutto ciò potrebbe causare un rallentamento e non far tenere il passo tra domanda e offerta. Chiaramente parlando di chip, questo aspetto influenzerà tutti i brand, chi più chi meno.
Lo stabilimento di Samsung ad Austin rappresenta il 5% della produzione globale che, secondo le stime, si ripercuoterà in un calo del 5% nella produzione di smartphone.
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