I telefoni ci ascoltano, ci spiano: è qualcosa che si sente dire da tempo e che secondo l’azienda Cox Media Group (CMG) è vero. In questo caso però non si tratta di un report o di una ricerca che cerca di sostenere la tesi, bensì della strategia di marketing di CMG, che afferma di poter “origliare” le conversazioni tramite i microfoni di smartphone, tablet, smart TV e altri dispositivi.
CMG la chiama “Active Listening” e secondo i materiali marketing, esaminati da 404 Media, promette di analizzare le conversazioni in tempo reale per trovare potenziali clienti. CMG afferma che questo servizio è già disponibile: le aziende che decideranno di sfruttarlo potranno scegliere un territorio entro un raggio di 10 o 20 miglia, dove Active Listening ascolterà le conversazioni sfruttando i microfoni dei dispositivi.
CMG promette che con questo sistema si potranno comprendere meglio i comportamenti dei consumatori, fornendo annunci personalizzati su diverse piattaforme, tra cui TV in streaming, audio in streaming, siti web, YouTube e motori di ricerca.
Inutile dire che, se quanto affermato da CMG fosse vero, ci sarebbero non pochi problemi legali, dato che non è possibile intercettare comunicazioni senza consenso. Sul proprio sito l’azienda afferma che quanto fa è del tutto legale, poiché i consumatori forniscono il consenso durante aggiornamenti software dei dispositivi, o download delle applicazioni.
CMG sembra molto brava a rassicurare, ma i dettagli su come vengono raccolti i dati rimangono pochi e non ci sono spiegazioni sui metodi impiegati. La mancanza di trasparenza ha suscitato molte preoccupazioni tra i professionisti del marketing, alcuni hanno perfino disabilitato l’accesso al microfono sui propri dispositivi dopo aver scoperto Active Listening.
L’azienda vanta poi un grande ritorno sugli investimenti e partnership con Amazon, Microsoft e Google, ma 404 Media non ha ottenuto risposta alle richieste riguardanti la consapevolezza di questa capacità o il suo uso attivo da parte di queste società.
Da tempo si è diffusa l’idea che i dispositivi ci ascoltino, ma è importante ricordare che non è così (almeno per il momento): registrare e decodificare in tempo reale tutte le conversazioni ha bisogno di una quantità enorme di risorse e non è vantaggioso per le aziende pubblicitarie. La verità è che queste società incrociano un gran numero di dati, compresi le ricerche che avete fatto, le cose che avete guardato e i vostri dati personali, per arrivare a mostrarvi pubblicità affini ai vostri interessi, o magari relative a qualcosa che avete cercato di recente.