Galaxy Note 20 e Galaxy Note 20 Ultra sono stati lanciati da pochissimo e, tra una recensione e l'altra, si è scoperto che il sistema di raffreddamento interno è diverso anche tra stessi modelli. Non si conosce la logica del perché Samsung abbia deciso così ma un indizio c'è!
La società Sud Coreana ha scelto un raffreddamento davvero efficace per questo tipo di terminali: da una parte c'è quello a camera di vapore avvolto nella serpentina ramata, dall'altra c'è quello costituito da strati di grafene.
Questa informazione è stata documentata dai tecnici di iFixit che, durante il loro canonico teardown, si sono accorti di questa scelta - apparentemente - senza logica di Samsung. Il famoso portale di disassembly aveva due unità di Galaxy Note 20, con entrambi lo Snapdragon 865+, ed entrambi hanno mostrato un raffreddamento a strati di grafene.
Potrebbe essere che Samsung abbia calcolato diverse temperature di esercizio tra Snapdragon 865+ e l'Exynos 990? La risposta è no, perché in un altro video JerryRigEverything ha smontato il suo Galaxy Note 20 con Exynos e il raffreddamento in grafene era presente anche qui.
E allora qual'è la causa del perché alcuni modelli hanno il raffreddamento a camera di vapore e altri con strati di grafene? Probabilmente c'entra la tecnologia 5G integrata, nel dettaglio quelli che utilizzano mmWave usano la camera di vapore mentre quelli che agganciano i Sub-6GHz a strati di grafene ma, purtroppo, nulla di ufficiale.
In effetti Galaxy Note 20 scalda un minimo quando lo si utilizza in maniera intensa e prolungata ma, ovviamente, è in buona compagnia con gli altri produttori. Speriamo che Samsung rivelerà il perché dell'utilizzo di questi due metodi di raffreddamento su smartphone apparentemente uguali. Qui potete trovare la nostra recensione.
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