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Sprint Nextel, Verizon Wireless e Cingular Wireless concederanno maggiore spazio agli inserzionisti per sostenere economicamente, ed ampliare, l'offerta di contenuti.

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a cura di Dario D'Elia

La società di ricerca Informa Telecoms & Media ha stimato che entro il 2011 gli inserzionisti spenderanno più di 11 miliardi di dollari nel mobile marketing. Una cifra che potrebbe essere spartita quasi al 50% fra i carrier e content producer. Insomma, sembra profilarsi come la migliore strategia per rientrare nei costi che hanno permesso il miglioramento dei network per la 3G. E non è escluso che nelle "contrattazioni" svolgano un ruolo fondamentale anche i dati personali degli utenti. Neanche i media tradizionali sono in grado di fornire informazioni così dettagliate sui comportamenti dei loro clienti.

"Penso che la pubblicità mobile possa diventare una buona cosa per i consumatori, soprattutto se correlata al search, come avviene su Google", ha dichiarato Charles Golvin, analista di Forrester Research. "Comunque non tutti ne saranno entusiasti. Si tratta pur sempre di un'intrusione nella proprio vita". Richard Lynch, CTO di Verizon, ha infatti ribadito che non vi è alcuna intenzione di costringere gli utenti alla fruizione pubblicitaria. "Potranno decidere di non accettare, e pagare qualcosa in più per essere salvi e accedere a tutti i nuovi contenuti", ha dichiarato Linch.

"La pubblicità mobile diventerà un complemento e non un sussidio. In base alle nostre ricerche, i clienti hanno sempre fatto dell'accesso ai contenuti una questione di interesse personale, più che di prezzo", ha concluso Paul Reddick, vice presidente del business development di Sprint.

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