I ban USA non servono a niente, Huawei non ha più bisogno di Qualcomm

Qualcomm conferma: Huawei non ha più bisogno dei suoi processori, i ban americani non la impauriscono.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Nonostante le restrizioni imposte dagli Stati Uniti, Huawei continua a mostrare la sua resilienza nel settore tecnologico. In una recente conferma da parte di Qualcomm, è emerso che l'azienda cinese non sarà più un cliente per i loro processori poiché punta a rafforzare la posizione della sua gamma di chip Kirin nel mercato.

Le dichiarazioni del CFO di Qualcomm hanno chiarito che, anche prima della revoca delle licenze di esportazione che permettevano a Qualcomm e Intel di vendere semiconduttori a Huawei, l'azienda cinese aveva già deciso di non dipendere più dai chip 4G del brand americano per il prossimo anno. Questa mossa di Huawei mette in luce la volontà dell'azienda di raggiungere l'autonomia tecnologica, utilizzando i propri processori Kirin non solo nei dispositivi mobili ma anche espandendosi verso altri importanti settori come quello dei notebook, cercando di superare i limiti imposti dalle restrizioni internazionali.

Le voci su una nuova generazione di processori PC Kirin, basata sull'architettura Taishan V130, suggeriscono che Huawei stia lavorando alla produzione di un chip con prestazioni multi-core vicine a quelle offerte dall'Apple M3. Addirittura si parla di versioni avanzate di questo processore, paragonabili alle varianti "Pro" e "Max" dei chip di Apple.

Questo sviluppo rappresenta un significativo passo avanti per Huawei nel cercare di rendere i propri prodotti tecnologici sempre più indipendenti dalle restrizioni imposte dal governo statunitense. Con queste iniziative, l'azienda cinese dimostra non solo la sua capacità di adattamento e innovazione ma anche il desiderio di rivaleggiare su scala globale con i giganti del settore tecnologico.

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