“Ci stiamo pienamente conformando alle nuove norme. Non abbiamo preso nuovi ordini dal 15 maggio. Nonostante sia terminata la fase di dibattito pubblico sul regolamento, il Bureau of Industry and Security non ha ancora annunciato un cambiamento definitivo. In questa situazione non forniremo altro hardware dopo il 14 settembre” ha dichiarato Mark Liu, Presidente di TSMC.
TSMC potrebbe tornare a fare affari con Huawei se gli USA dovessero apportare cambiamenti ai nuovi regolamenti. Un’ipotesi che – allo stato attuale – risulta di difficile realizzazione. Non è escluso però che il produttore di Taiwan possa ottenere una licenza speciale da parte degli USA per continuare a fornire i propri prodotti alla compagnia cinese. Al momento, non sappiamo se TSMC ha fatto richiesta o meno.
Per capire bene la situazione, bisogna fare un passo indietro di qualche settimana. Dopo l’estensione del ban contro Huawei fino a maggio 2021, il Dipartimento del Commercio USA ha esteso il controllo statunitense sulle esportazioni alle società straniere che utilizzano tecnologie, software e apparecchiature americane per produrre processori per il colosso cinese.
Alle società straniere come TSMC, il governo degli Stati Uniti ha concesso 120 giorni (a partire dal 15 maggio) prima dell’effettiva entrata in vigore delle nuove restrizioni. Le compagnie straniere, che hanno già cominciato la produzione di beni per conto di Huawei, possono continuare a consegnare durante questi quattro mesi. Dopodiché, il ban sarà effettivo e le aziende avranno bisogno di licenze speciali per continuare a fare affari con il colosso di Shenzhen.
Insomma, la situazione diventa sempre più complessa e Huawei si trova costretta a correre ai ripari per trovare soluzioni alternative a TSMC. Il candidato più quotato sembra essere SMIC, anche sembra avere soluzioni meno all’avanguardia della controparte taiwanese.
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