Huawei P60 Pro recensione, la promessa di un futuro più luminoso
Con un comparto fotografico unico e tutto il DNA Huawei di fascia premium, P60 Pro è certamente in grado di rendere felici moltissimi utenti.
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a cura di Luca Zaninello
Managing Editor
Dopo un primo lancio esclusivo per il mercato cinese, Huawei P60 Pro arriva anche in occidente! L'ho provato per più di due settimane, portandolo con me in ogni occasione e scattando oltre 300 fotografie per mettere sotto torchio le nuove fotocamere XMAGE. Ora è il momento di raccontarvi la mia fantastica esperienza in sua compagnia e, ve lo anticipo già, era dai tempi di Huawei P30 Pro che non rimanevo così stregato da uno smartphone del marchio.
Con un comparto fotografico unico nel suo genere e tutto il DNA dei dispositivi Huawei di fascia premium è certamente in grado di rendere felici moltissimi utenti, sempre a patto che questi ultimi abbiano bene chiaro in mente il tipo di prodotto che stanno andando a comprare. Non è per tutti, e lo dico a malincuore perché dalla sua ha un sacco di caratteristiche e funzioni che vorrei vedere su ogni smartphone in commercio.
La maestria di Huawei
Non lo si può negare, dal punto di vista hardware i prodotti Huawei hanno da tempo raggiunto livelli altissimi. La qualità costruttiva di questo Huawei P60 Pro è impeccabile e non sfigura affatto se affiancato ad altri moderni prodotti che troviamo nella stessa fascia di prezzo premium.
Nonostante non sia di certo definibile uno smartphone compatto (161 x 74,5 x 8,3 mm), le dimensioni di Huawei P60 Pro non sono poi così esagerate come quelle di altri giganti del settore. Con i suoi "soli" 200g di peso si posiziona nella parte alta della classifica dei flagship moderni più leggeri. I bordi arrotondati su tutti i lati, un po' come quelli dei Samsung Galaxy fino alla gamma S10, rendono P60 Pro molto comodo da maneggiare anche per lunghe sessioni di utilizzo indipendentemente dall'orientamento. È un prodotto che si può gestire con una mano, anche se con un pochino di stretching per raggiungere con il pollice l'angolo alto e opposto del display.
La scocca posteriore è in vetro ed ha una finitura unica nel suo genere nella colorazione da noi ricevuta. Letteralmente. Non esistono due P60 Pro Rococo Pearl identici.
Per realizzare questa variante viene aggiunta al pannello posteriore dello smartphone della polvere di perle minerali, ottenendo una texture madreperlacea che rende ogni Huawei P60 Pro in Rococo Pearl unico nel suo genere. Tale scocca ha comunque una superficie opaca e, a differenza delle cornici lucidissime, è impossibile discernere ditate o sporco dovuto all'utilizzo. Una delle più belle colorazioni di uno smartphone che io abbia mai visto in 10 anni che faccio questo lavoro!
La parte frontale è ricoperta dal nuovo resistentissimo vetro Kunlun Glass di Huawei. L'azienda è così certa della resistenza del suo nuovo vetro protettivo (il quale ha ricevuto 5 stelle per la resistenza alle cadute da SGS) che ci ha sfidato a lasciar cadere P60 Pro e altri flagship simili a lui da 1,5m di altezza, ripetutamente, per verificare in prima persona. Non mi piace torturare gli smartphone e lasceremo ad altri questo onere. Tuttavia, quando è il brand stesso a chiederti di far cadere il suo top di gamma, capisci che è molto sicuro di quanto ha portato sul mercato. Decisamente un buon segno. Non manca la certificazione IP68.
Un'esperienza visiva unica
Lo schermo OLED da 6,67", se valutato su carta, non mostra nulla di così eccezionale paragonato alla concorrenza. È un pannello LTPO in grado di variare la propria frequenza tra 1Hz e 120Hz, ha una risoluzione di 1220 x 2700 pixel (che già in passato abbiamo apprezzato come giusto equilibrio tra un'alta risoluzione e il non sprecare energia per muovere troppi pixel), ha una frequenza di campionamento di 300Hz e un sistema di illuminazione PWM a 1440Hz. La luminosità massima è molto alta ed è utilizzabile anche in piena battuta di sole senza troppi problemi, ma Huawei non fornisce il dato di luminosità di picco e non crediamo sia superiore ai 2000 nit ormai raggiunti da Apple e superati da Oppo.
Se siete interessati a questo genere di cose, Huawei P60 Pro ha ottenuto per la prima volta al mondo per uno smartphone la certificazione TÜV Rheinland Colour Accuracy Dual. In cosa si traduce? Una visualizzazione dei colori di prima classe che abbiamo apprezzato nell'utilizzo di tutti i giorni! Huawei deve aver calibrato il proprio software per sfruttare appieno la profondità a 10 bit di questo pannello: le icone dell'interfaccia, ogni colore nelle app di sistema e tutti gli sfondi predefiniti mostrano tonalità delicate e sfumature continue e ricche.
Ciò che però ho apprezzato infinitamente da fotografo appassionato è il sistema di gestione del display nella visualizzazione delle foto scattate con lo smartphone stesso. Nella Galleria, Huawei sfrutta da qualche tempo un trucchetto che rende le foto più vive e vicine alla realtà, qualcosa che vorrei fosse presente su tutti i cameraphone: la visualizzazione delle foto in HDR.
In pratica lo smartphone riconosce nelle immagini le zone più luminose (che siano finestre in controluce, lampadine, neon, il cielo in una giornata di sole, il riflesso del sole su un'automobile e così via) e aumenta la luminosità dei soli pixel interessati per rendere la gamma dinamica della foto più ampia. In questo modo rimarranno intatti sul display i dettagli nelle zone d'ombra, visualizzati normalmente, ma il contrasto con le aree luminose sarà più alto ricreando l'esperienza visiva dell'attimo catturato dallo smartphone.
È davvero difficile mostrarlo in fotografia ed è altrettanto difficile da apprezzare se non dal vivo. Vi invito a provare questa cosa di persona in negozio o chiedendo ad un conoscente che possiede un prodotto recente Huawei di fascia alta se ne avete la possibilità, perché nessun'altro brand utilizza in modo così intelligente e sensato i display OLED moderni per migliorare l'esperienza utente e rendere ancora più speciali i ricordi.
Nella parte bassa del display è presente l'ormai classico lettore ottico di impronte digitali. Funziona bene ed è sufficientemente veloce, ma che trovo abbia un'area un po' troppo limitata e che vorrei vedere migliorato nella prossima generazione di prodotti del brand.
La mancanza che pesa solamente sulla carta
Il comparto hardware è dove Huawei P60 Pro pecca di più. Non in senso stretto, lo Snapdragon 8+ Gen 1 è assolutamente capace di gestire qualsiasi tipo di operazione con un'ottima efficienza, ma se paragonato ai modelli concorrenti con Snapdragon 8 Gen 2 è ovviamente un passo indietro.
La gestione del calore è molto buona e non mi è mai capitato, nemmeno sotto stress, che P60 Pro si surriscaldasse in modo esagerato e da segnalarvi.
Gli 8GB di RAM LPDDR5 sono più che sufficienti anche all'utilizzo della modalità desktop supportata tramite la porta USB 3.1 Tipo-C (tramite standard DisplayPort). La memoria interna da 256GB è espandibile solamente con i supporti NM (NanoMemory) proprietari del brand. L'espansione della memoria è un "plus" rispetto ai principali concorrenti, anche se l'uso di supporti proprietari (e quindi più costosi) è qualcosa da tenere a mente.
Smartphone | Geekbench 5 | Geekbench 6 | AnTuTu | AiTuTu | 3DMark | |||
Single-core | Multi-core | Single-core | Multi-core | Wild Life Extreme | Wild Life Extreme Stress Test | |||
Huawei P60 Pro | - | - | 1246 | 3849 | 1040693 | 3148676 | 2752(16,50 fps) | 2780 - 1476(53,1%) |
Xiaomi 13 Pro | - | - | 1394 | 5148 | 1276523 | 130282 | 3003(18,00 fps) | 2974 - 2920(98,2%) |
Samsung Galaxy S23 Ultra | 1581 | 5085 | 1918 | 5149 | 1237965 | 131861 | 3813(22,80 fps) | 3803 - 3165(83,2%) |
OnePlus 11 | 1132 | 4699 | 1286 | 4672 | 1136977 | 83790 | 3589(21,50 fps) | 3618 - 1505(41,6%) |
Samsung Galaxy Z Fold4 | 1325 | 3871 | - | - | - | - | 2774(16,60 fps) | 2798 - 1535(54,9%) |
Samsung Galaxy S22 Ultra(Exynos 2200) | 1162 | 3542 | 1613 | 3916 | 921556 | 90134 | 2038(12,20 fps) | 1990 - 980(49,2%) |
Asus ROG Phone 6D | 1390 | 4598 | - | - | - | - | 2605(15,60 fps) | 2644 - 2105(79,6%) |
Google Pixel 7 Pro | 1065 | 3226 | 1437 | 3533 | - | - | 1829(11,00 fps) | 1827 - 1382(75,6%) |
In Cina il P60 Pro supporta la connettività satellitare, cosa che manca in Europa. Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.2 completano il pacchetto.
Ancora una volta presente il LED IR per il controllo delle apparecchiature domestiche tradizionali, una comodità che è sempre bello ricordarsi di avere all'occorrenza. Manca il jack per le cuffie da 3,5mm, anche se è qualcosa a cui ormai siamo abituati nella fascia premium del mercato smartphone.
Gli speaker stereo sono potenti ed emettono un suono ricco di dettagli, anche se Galaxy S23 Ultra e Xiaomi 13 Pro fanno un pochino meglio. La coppia stereo è sbilanciata verso l'altoparlante principale posizionato nella parte bassa del dispositivo, nulla a che vedere con gli ottimi speaker frontali di ROG Phone 7.
La batteria da 4815mAh non è la più capiente tra i flagship ma è gestita in maniera ottimale. Utilizzando lo smartphone durante le nostre giornate più stressanti, mai abbiamo notato differenze sostanziali con altri dispositivi dotati di celle più grandi. Sarebbe davvero interessante capire cosa Huawei sarebbe in grado di fare con una batteria da 5000mAh.
Nel nostro test di durata della batteria il Huawei P60 Pro ha totalizzato 13:47h, meglio delle 12:13h di Mate 50 Pro e decisamente meglio di P50 Pro che lo scorso anno si era fermato a 8:48h.
La ricarica rapida sfrutta il sistema proprietario di Huawei che può arrivare a 88W massimi, per una velocità da 0% a 100% vicina ai più veloci sul mercato. Molto comodo il caricatore incluso in confezione dotato di una porta USB Tipo-A e una USB Tipo-C, il quale permette all'occorenza di ricaricare anche un laptop o altri prodotti utilizzato il cavo appropriato. Purtroppo le porte sono però troppo vicine per essere utilizzate contemporaneamente.
La ricarica wireless raggiunge i 50W solamente con un supporto di ricarica induttiva proprietario, mentre la ricarica wireless inversa si ferma a 5W.
Un software maturo ma che andrebbe svecchiato
La EMUI 13.1, versione di software presente sugli smartphone europei del marchio, è sostanzialmente Harmony OS 3. Non capiamo come mai su tablet e smartwatch l'azienda abbia deciso di portare il nuovo nome e sugli smartphone ancora no. I dispositivi EMUI e Harmony OS sono perfettamente compatibili l'un l'altro lato funzioni di collaborazione.
Sotto sotto, nonostante una struttura a micorkernel, troviamo un software che è perfettamente compatibile con Android 12 e supporta l'installazione di praticamente ogni applicazione tramite APK.
Il software ormai lo conosciamo molto bene, negli ultimi anni ha ricevuto solamente piccole migliorie e modifiche estetiche. Si tratta di un sistema stabile, veloce, fluido e reattivo di cui non mi posso lamentare se non per l'enorme numero di applicazioni che troviamo preinstallate al primo avvio. Si possono tutte rimuovere facilmente, ma a questo prezzo ci saremmo aspettati di meglio.
EMUI 13.1 ha ancora gli stessi pregi e difetti delle versioni precedenti: è un'interfaccia pensata per il mercato cinese (unico vero mercato di grosso interesse per Huawei) dove gli utenti hanno diverse abitudini ed esigenze. Nonostante ogni parte sia tradotta e localizzata al meglio, si deve fare un po' l'abitudine alle schermate dense di informazioni, notizie non richieste e pubblicità dei servizi del marchio.
Ciò che possiamo però confermare è che il software di Huawei migliora costantemente, anche se a piccoli passi, e questo è sempre un bene. Perlomeno non siamo di fronte alla stessa identica copia dello stesso sistema operativo di sempre con solo uno sfondo diverso...
Le app di streaming, per quanto non tutte disponibili ufficialmente tramite AppGallery, supportano la riproduzione dei video in alta qualità grazie alla presenza del DRM Widevine L1.
L'innovazione Huawei non si ferma
Il punto forte della gamma P di smartphone Huawei è sempre stata la fotografia, e P60 Pro non fa eccezione.
La fotocamera principale utilizza un sensore RYYB da 48MP con messa a fuoco PDAF aiutata a laser e lenti dalla lunghezza focale equivalente di 25mm. L’apertura focale variabile tra f/1.4 e f/4.0 è una caratteristica unica nel panorama degli smartphone, solo Xiaomi 13 Ultra utilizza una soluzione simile. Quest’ultimo, tuttavia, ha solo due aperture, mentre P60 Pro può variare tra 10 stop garantendo una libertà creativa ed una versatilità che altri brand non raggiungono ancora. Questa è una delle caratteristiche che in futuro vorrei veder adottata da altri marchi che hanno un occhio di riguardo alla fotografia di alto livello.
Le fotografie risultanti dall’uso di questa fotocamera sono dettagliate, prive di rumore anche di notte (salvo casi estremi), con colori molto vicini alla realtà e con un tipo di elaborazione software lontana da quella dei vecchi Huawei e che mi è piaciuta molto. L’azienda ha fatto enormi passi avanti in questo senso ed ora le immagini scattate con P60 Pro hanno un carattere unico e distintivo. Soprattutto i gialli e le tinte calde sono resi in modo impeccabile, una differenza con i concorrenti che salta particolarmente all’occhio nelle foto notturne.
Il nuovo brand utilizzato da Huawei per la fotografia dopo la fine della partnership con Leica è XMAGE. Come molti altri dispositivi degli ultimi anni, anche P60 Pro permette di scegliere la propria “pellicola” preferita. Per tutta la durata della mia prova ho utilizzato lo stile Originale, in quanto ho trovato Vivido e Luminoso troppo elaborati e con tonalità più sature di quelle che i miei occhi vedevano.
Ciò non significa che le immagini prodotte da questo smartphone pecchino di vivacità, anche con lo stile Originale i colori sono saturi a dovere quando il soggetto lo richiede, non estremizza però le colorazioni di cielo, erba o altro come per esempio piace fare a Samsung. Come scritto in precedenza, le vostre foto viste direttamente dallo smartphone sono ancora più d’impatto, ma la qualità degli scatti è visibile indipendentemente dal display su cui vengono mostrate.
Molto comoda la nuova interfaccia dell’app fotocamera che garantisce facile accesso alle impostazioni più utili scorrendo verso l’alto nell’area dedicata al pulsante di scatto.
La vera novità la troviamo però sul teleobiettivo. Il sensore da 48MP con messa fuoco PDAF è accompagnato dalla lente con zoom ottico 3,5x (90mm equivalenti) più luminosa sul mercato. Con un’apertura pari a f/2.1 permette di scattare ritratti dettagliati creando un soffice bokeh sullo sfondo ma anche immagini nitide quando la luminosità ambientale è bassa. Fantastica la possibilità di messa a fuoco ad un minimo di 10cm, caratteristica che abbiamo amato anche quando abbiamo recensito Xiaomi 13 Pro.
Il livello di ingrandimento è minore rispetto alle lenti a periscopio con zoom ottico 5x o addirittura 10x a cui negli anni anche Huawei ci aveva abituato, tuttavia trovo la lunghezza focale di 90mm molto comoda per essere utilizzata come “tuttofare”. Dai ritratti, alla fotografia urbana, passando per le macro: questa fotocamera mi ha fatto sognare. Il teleobiettivo se la gioca alla pari con quello di Xiaomi 13 Pro che a nostro parere è al momento il migliore sul mercato.
Di giorno ho trovato più piacevoli per i miei gusti le foto scattate con il tele dello Xiaomi per via della coerenza dei colori con la fotocamera principale, di notte P60 Pro vince a mani basse. Peccato le immagini siano leggermente più fredde ed il bilanciamento del bianco non sia sempre preciso come il sensore primario. Huawei P60 Pro produce immagini più nitide fino ad un ingrandimento digitale di 30x di giorno, mentre di notte non mi spingerei oltre al 10x. Anche se l’ingrandimento digitale massimo è pari a 100x, è una di quelle funzioni che si utilizza più per necessitò di riconoscere oggetti lontani che per scattare delle foto da tenere come ricordo o postare sui social. Purtroppo non siamo riusciti a riprodurre i fantastici (e a mio parere poco credibili) scatti alla luna che l’azienda aveva utilizzato come marketing prima del lancio cinese, qui S23 Ultra vince ancora nel caso lo voleste sapere.
La terza fotocamera è una grandangolare da 13MP con apertura f/2.2 (13mm) che fa discretamente il proprio lavoro anche di notte ma non stupisce particolarmente. Si tratta di una fotocamera discreta senza infamia e senza lode. Ai bordi più estremi delle fotografie si nota parecchia distorsione, più visibile quando in tali zone si trovano soggetti come persone o animali e meno fastidiosa con paesaggi o architettura urbana. Non è una distorsione nel senso di “difetto della lente”, è semplicemente un grandangolo abbastanza ampio.
L’ultima fotocamera, posizionata in un piccolo forellino nel display, è una 13MP con lenti f/2.4 che restituisce immagini chiare e di qualità ma che non rappresenta di certo il punto di forza di questo comparto fotografico. A differenza di molti concorrenti, però, Huawei P60 Pro può registrare video in 4K a 60fps da questo sensore, il che rende P60 Pro molto interessante per vlogger e creatori di contenuti sui social.
La registrazione video con le fotocamere posteriori è buona, anche se gli ultimi flagship Samsung e Apple fanno ancora meglio. La stabilizzazione ottica sulla principale e sul teleobiettivo aiuta molto anche al buio e la risoluzione massima che arriva al 4K e 60fps è più che sufficiente. No, ad oggi l’8K non ha molto senso su uno smartphone.
Ottima la possibilità di zoom e cambio “lente” durante la registrazione senza dover interrompere o cambiare risoluzione (in 4K a 30fps, la grandangolare non è disponibile a 60fps). Il passaggio tra i tre sensori non è dei più fluidi ma è sempre meglio di altri smartphone che obbligano l’utente a fermare la registrazione per il cambio di sensore.
Il mio consiglio è di dare un’occhiata alla galleria di circa 300 immagini su Google Photo per avere un’idea migliore della qualità fotografica di P60 Pro al netto della compressione che avviene qui sul nostro sito.
Conclusioni
Huawei P60 Pro è uno smartphone eccezionale, costretto a sfruttare un Soc e un sistema di connettività non all'altezzo del prezzo a causa delle sanzioni e limitazioni USA, un vero peccato.
Il 5G non è fondamentale, ma a questo prezzo non averlo è comunque un dettaglio non sottovalutabile. Costasse un po' meno visto il "risparmio" sull'hardware di scorsa generazione guadagnerebbe di certo diversi punti.
Si fa perdonare con una super fotocamera, un'esperienza utente ottima (a patto di avere pazienza e aprirsi a nuovi ecosistemi) e un hardware che in generale non ha nulla da invidiare alla concorrenza. Peccato le fotocamera grandangolare non sia ottima come le altre due sul retro, ma non è nemmeno così male da potersi lamentare troppo. La batteria, anche se "piccola", basta e avanza.
Se la situazione del software e del 5G fosse quella di anni fa in cui Huawei giocava alla pari con gli altri, sarebbe uno dei migliori smartphone sul pianeta. Purtroppo, nonostante grandi miglioramenti, lato software ci sono ancora troppi compromessi e il 5G a questo prezzo deve esserci.
Nella speranza di vedere Huawei (uno dei miei brand preferiti per la fotografia) alle grandezze di un tempo, non posso che premiare un terminale fenomenale ma che va acquistato solo se si sa esattamente cosa si avrà tra le mani.
Voto Recensione di Huawei P60 Pro
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
+ Fotocamere di altissimo livello
-
+ Design unico
-
+ Display di qualità e usato in modo smart
-
+ Ricarica rapida (30 minuti)
Contro
-
- Prezzo elevato in relazione all'hardware
-
- Software solido ma che obbliga a un cambio di abitudini
-
- Manca il 5G
Commento
Informazioni sul prodotto
Huawei P60 Pro