Huawei P30 recensione: un vero top a 799 euro

Recensione Huawei P30, smartphone top di gamma Android basato sul Kirin 980. Arriva in Italia a 799,90 euro con 128 Gigabyte di memoria.

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a cura di Saverio Alloggio

Quando si arriva sul mercato assieme a un prodotto come il P30 Pro, il rischio è quello di rimanere nell'ombra. Il P30 di Huawei ha in realtà tutte le carte in regola per brillare di luce propria, al netto di alcune caratteristiche e funzionalità in meno rispetto al fratello maggiore. La chiave di volta per comprendere questo smartphone è certamente il prezzo: a 799,90 euro ci si porta a casa un vero top di gamma, senza contare come si tratti di una cifra destinata a scendere rapidamente nel tempo.

Huawei P30 non presenta criticità particolari, e le poche sbavature presenti non compromettono l'esperienza utente: il comparto fotografico è di alto livello così come le prestazioni; il display OLED è convincente e, grazie alla diagonale da 6,1 pollici e all'assenza di bordi curvi, agevola l'ergonomia; la parte software è quella a cui l'azienda cinese ci ha ormai abituati, con pregi e difetti.

Il suo principale rivale è certamente il Galaxy S10 di Samsung, con cui condivide una serie di scelte tecniche. Tra i due ballano circa 130 euro di differenza e la strategia delle due aziende appare simile: affiancare al modello di punta (P30 Pro da una parte e Galaxy S10+ dall'altra) uno smartphone che possa rappresentarne una valida alternativa, con peculiarità in grado di incontrare le specifiche esigenze di una fetta d'utenza. In attesa di provare sul campo la creatura del gigante sudcoreano, quella della società cinese convince.

Comparto fotografico da top di gamma

Rispetto al P30 Pro, sul retro ci sono tre sensori: il principale è da 40 Megapixel con obiettivo f/1.8; il sensore secondario è un grandangolare da 16 Megapixel con obiettivo f/2.2; il terzo sensore è un teleobiettivo da 8 Megapixel con obiettivo f/2.4 e stabilizzazione ottica. Quest’ultimo, grazie alla differente lunghezza focale, abilita uno zoom ottico a 3X e ibrido a 5X. Il P30 può comunque spingersi fino a uno zoom a 30X completamente digitale.

Esattamente come visto con il fratello maggiore, il lavoro svolto da Huawei in relazione allo zoom è per certi versi incredibile. Fino ai 5X la perdita di dettaglio è davvero trascurabile, tanto in diurna quanto in notturna. Avere a disposizione una simile funzionalità torna utile in centinaia di situazioni quotidiane, e questo rappresenta davvero l'asso nella manica della gamma P30. Certo, non siamo difronte alle medesime capacità della variante Pro, ma siamo ugualmente su alti livelli.

In tal senso, basti pensare come un prodotto come il Galaxy S10+ possa contare su uno zoom ottico 2X per comprendere l'importante hardware a disposizione del P30. Peraltro il comparto fotografico regala soddisfazioni anche attraverso gli altri due sensori: il principale da 40 Megapixel è un classico RGB (quindi non viene utilizzato lo standard RYB visto sulla variante Pro), in grado di garantire buone scatti in tutte le condizioni con il plus offerto dalla modalità notte, ormai un marchio di fabbrica per gli smartphone Huawei; il grandangolare da 16 Megapixel è sempre divertente da utilizzare, decisamente più utile del sensore in bianco e nero. Bellissime le macro, con capacità di messa a fuoco fino a 2.5 centimetri.

Discorso differente per quanto riguarda lo zoom digitale a 30X. In questo caso ritengo che si tratti più di una funzionalità pensata per stupire in ambito marketing: la perdita di dettaglio è inevitabilmente importante e in più è davvero difficile riuscire a ottenere uno scatto che non sia mosso, bisogna davvero sforzarsi di tenere la mano ferma. Si ottengono risultati accettabili fissando lo smartphone su di un treppiedi, ma in questo caso si perde il concetto di immediatezza che deve rimanere un punto focale per un dispositivo mobile.

Buone notizie anche dal comparto video. Come già evidenziato con il fratello maggiore, anche in quest'ambito il passo in avanti compiuto da Huawei è stato netto, tanto da colmare ulteriormente il gap rispetto a Samsung, Google ed Apple sotto quest'aspetto. Il P30 è in grado di registrare filmati convincenti, con la possibilità di spingersi fino alla risoluzione 4K a 30 fps. La stabilizzazione elettronica lavora bene e i risultati sono di buon livello anche in notturna. Non manca la modalità super slow-motion a 960 fps, con la quale però la risoluzione si ferma ai 720p.

La fotocamera frontale da 32 Megapixel perde il supporto allo standard HDR+ rispetto alla variante Pro, ma la qualità non ne risente. Buoni i selfie sia in diurna che in notturna, dove però compare inevitabilmente un po' di rumore digitale. Presenti tutte le funzionalità software a cui ormai Huawei ci ha abituati, tra cui spicca una modalità ritratto in grado di "scontornare" il soggetto garantendo ottimi risultati.

Prestazioni e display, poche differenze con il P30 Pro

Kirin 980, 6 Gigabyte di RAM, display con risoluzione Full-HD+. Si tratta della medesima configurazione hardware vista sul Mate 20 Pro (dove però lo schermo è un pannello QHD+), solo con 2 Gigabyte di RAM in meno rispetto al P30 Pro. Una combinazione che, inevitabilmente, avrebbe garantito ottime prestazioni avendo inevitabili riflessi positivi sull'autonomia: tutto scorre fluido e senza impuntamenti, anche quando il dispositivo viene messo sotto stress durante le sessioni di gaming.

Il pannello frontale da 6,1 pollici è realizzato con tecnologia OLED e caratterizzato da un rapporto di forma in 19.5:9. La risoluzione Full-HD+ (1.080 x 2.340, 398 ppi) è più che sufficiente per godersi con soddisfazione qualsiasi tipologia di contenuto. Lo schermo peraltro si vede molto bene all’aperto, ha buona luminosità e angoli di visuale, oltre che una riproduzione cromatica convincente. Non c'è la doppia curvatura sui lati vista sulla variante Pro, una scelta che personalmente preferisco e che agevola decisamente l'ergonomia.

A tal proposito, poco da dire sulla qualità costruttiva. La scocca è realizzata totalmente in vetro, la sensazione al tatto è quella di un dispositivo premium e la scelta del notch a goccia (con un ulteriore riduzione delle cornici) ha decisamente pagato in termini di impatto estetico. P30 è un prodotto piacevole da vedere dal vivo anche se la scocca posteriore trattiene molto le impronte. È abbastanza scivoloso, ma comunque non è utopistico pensare di utilizzarlo con una sola mano. Il peso di 165 grammi è in linea con la diagonale dello schermo, mentre la certificazione di impermeabilità, rispetto al fratello maggiore, scende allo standard IP53: niente immersione in acqua dunque ma nessun problema nell'utilizzo all'aperto sotto la pioggia.

La parte software è affidata ad Android 9 personalizzato con la EMUI 9.1, completa la connettività: Bluetooth 5.0, Wi-Fi ac dual-band, NFC, USB-C 3.1, GPS-A-GLONASS Galileo BEIDOU, LTE cat.16, supporto dual-SIM. Rispetto al P30 Pro c'è il jack audio da 3.5 mm ed esattamente come il fratello maggiore l’audio non è stereo, anche se comunque lo speaker offre un volume elevato. Buona l’esperienza in chiamata, voi sentirete bene l’interlocutore e quest’ultimo sentirà bene voi. La memoria interna da 128 è espandibile attraverso lo standard proprietario NMCard anziché micro-SD, una scelta poco comprensibile.

Meno convincente il sensore biometrico integrato nello schermo. Personalmente non amo molto questa tipologia di soluzione, in quanto ritengo che non riesca ad offrire il medesimo feedback delle soluzioni “fisiche”. Nel caso specifico del P30 è evidente come vada ancora affinata lato software, esattamente come avvenuto con il Mate 20 Pro. In ogni caso, c’è la possibilità di sbloccare lo smartphone con il volto (funziona bene in diurna ma va in difficoltà con poca luce o magari quando indossiamo gli occhiali da sole), oltre che con i canonici sistemi (PIN, sequenza ecc…).

Buona l’autonomia. Con il mio utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate) - accoppiato alla batteria da 3.650 mAh - sono riuscito a coprire 27 ore lontano dalla presa elettrica a fronte di poco meno di 5 ore di schermo accesso. Con un utilizzo più blando non è utopistico pensare di poter coprire due giorni senza caricare il P30. Peraltro c’è la ricarica rapida a 22W (da o% a 70% in circa 50 minuti) con caricabatterie apposito incluso in confezione.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

799,90 euro è una cifra adeguata rispetto a quanto offerto dal P30 e considerando i prezzi ormai raggiunti dai top di gamma. Peraltro, acquistandolo dal 26 marzo al 6 aprile, si riceve in regalo il Sonos One, che da solo vale 229 euro. Come abbiamo avuto modo di raccontarvi nella nostra recensione, questo speaker smart è un prodotto di altissimo livello che, tra l’altro, ha recentemente guadagnato il supporto ad Alexa.

La possibilità dunque di riceverlo in regalo rappresenta un’offerta importante, che di fatto abbassa concretamente il punto prezzo del P30 (regolamento e informazioni disponibili su www.huaweipromo.it). Al di là comunque di questa promozione, la nuova creatura di Huawei offre un'esperienza utente convincente a 360°, con pochissime sbavature. È il dispositivo ideale per chi è alla ricerca di un comparto fotografico di primo livello, senza però voler spendere cifre da capogiro.

Quando il prezzo si assesterà attorno ai 500 euro, potremmo davvero essere difronte a un best-buy, in grado di giocarsela anche con prodotti come il Mi 9 di Xiaomi e i dispositivi OnePlus, che puntano tutto sul rapporto qualità/prezzo. Sarà comunque interessante verificare quella che sarà l'accoglienza del mercato per il P30, specie in relazione alla variante Pro.

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