Il CEO di Huawei aveva già fatto mea culpa, dichiarando che affidarsi completamente alla tecnologia USA per portare avanti il proprio business è stato un grosso errore.
Il massimo dirigente non perde altro tempo e i rumors odierni affermano che, la società che dirige, ha messo mano al portafogli per acquistare varie partecipazioni in delle aziende che serviranno a rinvigorire la "catena di montaggio". Questa, assieme ai componenti, servirà per produrre completamente uno smartphone e a raggiungere la tanto agognata indipendenza.
La maggior parte di queste partecipazioni vedono gli occhi puntati sulle start-up, ma anche in delle aziende con grande esperienza che aiuteranno la società cinese ad approvvigionarsi di componenti validi per cercare di differenziarsi in maniera più efficace rispetto alla concorrenza.
Tra le società, ad esempio, c'è Vertilite che produce sensori intelligenti capaci di emettere un laser che colpisce l'obiettivo e tornare indietro per calcolarne la distanza. Oppure ancora VCSEL che, tra le altre cose, è specializzata in algoritmi di rilevazione volti con la fotocamera frontale. Insomma, Huawei si sta man mano riprendendo il suo equilibrio puntando su tecnologia e aziende cinesi.
Chiaramente, nella stragrande maggioranza dei casi, non parliamo di aziende gigantesche che possano aver la forza di ribaltare nell'immediato ciò che sta vivendo Huawei ma sono sicuramente utili ad uscire dal campo minato nella quale è stata messa.
La società cinese cerca di riemergere e lo fa in modo tale da premiare il patriottismo. In questo modo si darà spazio e visibilità alle aziende che, crescendo, aiuteranno Huawei a rimettersi in carreggiata. Sperando non fino al prossimo ban di Trump.
P Smart 2020 è un’ottima alternativa per aver un buono smartphone con i servizi Google a meno di 200 euro. Lo trovate qui nella versione da 128 GB.