1,4 milioni di metri quadri, 25mila persone impiegate, 1,3 miliardi di euro spesi per la sua realizzazione. Sono i numeri del nuovo campus di Huawei che sorge a Dongguan, in Cina, a poco più di un'ora di auto da Shenzen. È qui che è stata collocata la divisione di ricerca e sviluppo, che in questi anni ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita esponenziale dell'azienda, che in vent'anni ha di fatto centuplicato i propri ricavi (100 miliardi di dollari nel 2018). Dopo 15 ore di viaggio, abbiamo varcato le soglie della struttura.
Architettonicamente è un vero e proprio omaggio all'Europa. Ci sono infatti 12 quartieri, ognuno dei quali ispirato allo stile delle grandi città del vecchio Continente: Parigi, Friburgo, Oxford, Bruges, ma anche le italianissime Bologna e Verona. Ecco dunque edifici in mattoni che quasi entrano in contrasto con l'ambiente esterno, fatto di enormi grattacieli ricoperti da led-wall. L'intento è evidentemente quello di creare un luogo lontano dalla frenesie delle moderne metropoli cinesi.
C'è una linea ferroviaria elettrica che, servendosi di 8 chilometri di binari, percorre internamente il campus permettendo gli spostamenti in tutta l'area, con tanto di fermate e stazioni. Questo approccio consente di emettere il 20% in mendo di CO2 rispetto a quanto accadrebbe con degli autobus standard. Nonostante, da un punto di vista squisitamente visivo, la struttura richiami uno stile classico, tutto è proiettato verso il futuro.
Un futuro del quale Huawei vuole essere assoluta protagonista, e per raggiungere questo obiettivo la divisione ricerca e sviluppo avrà un ruolo ancora più importante. Nel campus migliaia di ingegneri stanno mettendo le basi per quelli che saranno i due trend dominanti del settore tecnologico, ovvero 5G e IoT. È soprattutto su questi temi che si stanno concentrando gli sforzi dell'azienda cinese, e in questi giorni stiamo avendo l'occasione di toccare con mano i primi risultati.
Nelle immagini qui sopra ci sono antenne 5G perfettamente funzionanti, realizzate in collaborazione con China Mobile. L'imponente infrastruttura di rete già presente, consentirà alla zona di Shenzen di essere in prima fila per la diffusione di questo nuovo standard. Tra le varie applicazioni sul campo che abbiamo visto in azione, quella che ci ha colpito di più è stata senza dubbio l'esperienza a bordo di un piccolo autobus a guida autonoma.
Abbiamo percorso 3,5 chilometri nel traffico cittadino, attraverso un percorso prestabilito. Siamo ovviamente lontani rispetto a quella che sarà la guida autonoma quando sarà diffusa su larga scala, con tutte le criticità e imprevedibilità con cui toccherà avere a che fare, ma i passi in avanti negli ultimi due anni sono stati netti. L'autobus ha compiuto il proprio percorso nel traffico, con tanto di svolte e curve, senza alcun tentennamento, anche grazie alla bassissima latenza offerta dalla rete 5G, che in questi casi svolge il ruolo di autista da "remoto".
L'importanza di ciò su cui si sta lavorando nel campus è inoltre testimoniata dalla genesi del progetto. La costruzione è infatti iniziata nel 2014 e ci sono voluti quasi 5 anni per completarla nella sua interezza. Come detto in apertura, ci sono ben 25mila persone impiegate nella struttura, a fronte di 180mila in tutto l'universo Huawei. Anche questo dà l'idea di quanto l'azienda cinese investa nella ricerca e sviluppo, una cifra compresa tra i 15 e i 20 miliardi di dollari ogni anno, coinvolgendo il 45% della propria forza lavoro.
Del resto, la crescita esponenziale di Huawei negli ultimi anni non è frutto del caso, ed è praticamente andata di pari passo con quella di Shenzen. Pensate, nel 1990 la città contava 20.000 abitanti, oggi ha toccato i 13,5 milioni, divenendo una delle metropoli della Cina, centro nevralgico dell'hi-tech nel paese del dragone. Grattacieli luminosi che che spuntano tra i palazzi tradizionali, quasi a voler sottolineare il contrasto che pervade questa parte del mondo.
L'unica vera incognita è rappresentata dall'aspro e spinoso contenzioso tra Cina e Stati Uniti, che ha toccato direttamente anche la stessa Huawei. Da questo punto di vista, nel campus si respira un'aria di assoluta serenità, anche perché il tema da queste parti è praticamente un tabù. La realtà è che, accanto alle novità di carattere tecnico, una delle sfide principali per i big cinesi dell'high tech sarà proprio quello di riuscire a sanare la frattura con il paese a stelle e strisce, oppure trovare un'alternativa a quel mercato, nuovi sbocchi in cui impiegare tutta questa tecnologia.
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