Huawei Mate Xs sarà presente al Mobile World Congress 2020 di Barcellona che aprirà i battenti a fine febbraio come da tradizione. A confermarlo è stato il CEO Richard Yu durante un’intervista con la stampa francese, momento in cui il numero uno dell’azienda cinese ha rivelato che il P40 arriverà a marzo 2020. Mate Xs è il secondo smartphone pieghevole del colosso di Shenzhen ufficializzato in parte proprio mentre faceva il suo debutto sul mercato cinese il primo modello.
Il futuro dispositivo è una versione migliorata del Mate X e apporterà modifiche non solo nella parte hardware ma anche dal punto di vista costruttivo. Andiamo per ordine. Il processore a bordo sarà il Kirin 990 5G annunciato durante IFA 2019, lo stesso che vedremo a bordo sicuramente della serie P40. Yu assicura inoltre una maggiore robustezza del dispositivo. Come ben sappiamo, infatti, questa nuova tipologia di smartphone è caratterizzata da un’elevata delicatezza a causa del display flessibile e della presenza delle cerniere.
Mate Xs avrà una cerniera meno delicata e un pannello più resistente. Allo stato attuale, risulta difficile capire in che modo Huawei abbia migliorato questi aspetti che rappresentano un po’ il tallone d’Achille degli smartphone pieghevoli. Il CEO ha anche rivelato che lo smartphone pieghevole arriverà in Europa, contrariamente al suo predecessore che è rimasto bloccato entro i confini nazionali, probabilmente a causa delle tensioni con gli Stati Uniti.
A tal proposito, è possibile che Mate Xs arrivi anch’esso con a bordo la versione AOSP di Android 10 ma privo di tutti i servizi e le applicazioni di Google. Ipotesi che diventa sempre più concreta dopo le ultime dichiarazioni di Richard Yu a proposito della commercializzazione della serie P40. Come abbiamo avuto modo di raccontarvi nella giornata di ieri, infatti, sulla futura serie P non è prevista la presenza dell’intera suite di Google, almeno per il momento.
Nel caso di Mate Xs, sarà interessante capire come Huawei intenda convincere gli utenti ad acquistare un dispositivo la cui tecnologia è considerata da molti ancora acerba e il cui costo è elevato chiedendo di accettare un compromesso come quello di rinunciare ai servizi a cui sono ormai abituati, come Gmail, YouTube, ecc.
Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola. La proroga degli Stati Uniti scadrà il 16 febbraio e la situazione potrebbe tornare alla normalità se il Dipartimento del Commercio dovesse decidere di non confermare il divieto. Ad ogni modo, qualunque sia il risultato definitivo, Huawei sta dimostrando di non avere nessuna intenzione di mollare la presa in Europa e che – con o senza gli Stati Uniti – continuerà a perseguire l’obiettivo di diventare il primo produttore al mondo di smartphone.
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