Huawei, l’alternativa alle app di Google è pronta: in arrivo entro fine 2019

I principali servizi dei Huawei Mobile Services da utilizzare in alternativa ai Google Mobile Services saranno disponibili entro la fine del 2019 secondo il CEO di Huawei e Honor India.

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a cura di Lucia Massaro

I primi servizi alternativi alle applicazioni di Google saranno disponibili entro la fine del 2019. A dichiararlo è Charles Peng, CEO di Huawei e Honor India, all’Economic Times. "Abbiamo il nostro HMS e stiamo cercando di costruire un ecosistema mobile. La maggior parte delle app chiave come navigazione, pagamenti, giochi e messaggistica saranno pronte entro la fine di dicembre". Tra pochi giorni, dunque, dovremmo vedere apparire le app del colosso cinese da utilizzare in alternativa alle principali app e servizi di Big-G.

Non sappiamo se queste dichiarazioni sono valide anche a livello internazionale. Come spesso accade, i primi passi potrebbero essere fatti in Cina dove – tra le altre cose – non ci sono i Google Mobile Services (GMS). Secondo quanto riferito da Gizmochina, infatti, la società di Shenzhen avrebbe lanciato proprio in queste ore i Huawei Mobile Services in due versioni beta pubbliche (HMS e HMS Core). A quanto pare, sarebbero presenti proprio le app menzionate da Peng.

Tuttavia, i HMS supporteranno gli smartphone che non hanno accesso ai GMS a causa del divieto imposto dagli Stati Uniti. A tal proposito, il CEO ha affermato che il prossimo smartphone a marchio Honor arriverà con a bordo la versione completa di Android e dunque con tutta la suite Google. Peng sostiene, inoltre, che i consumatori non vedranno differenze, il che lascia presupporre che le applicazioni di cui parla siano quanto meno in grado di offrire un servizio equiparabile a quello offerto dal colosso di Mountain View.

Oltre ai servizi di base, la società cinese intende assicurarsi che le 150 migliori app nei principali mercati siano tutte supportate nel proprio App Gallery. Ricordiamo, infatti, che Huawei sta invitando i principali sviluppatori – anche attraverso incentivi economici – a sviluppare soluzioni software avanzate per l’integrazione dei HMS a livello globale.

Fermo restando che resta da capire se queste alternative riusciranno a convincere gli utenti a rinunciare ai servizi a cui sono ormai abituati, Huawei sta comunque dimostrando di avere tutto il potenziale per poter ridurre la dipendenza da Google. Non è di certo un’impresa facile ma il colosso di Shenzhen sembra avere tutte le forze – soprattutto economiche – per portare avanti questo processo.

Bisogna però fare una precisazione. Il lancio dei HMS non vuol dire essere pronti ad abbandonare Android e abbracciare HarmonyOS sugli smartphone, ma semplicemente che il dominio delle applicazioni e dei servizi di Big-G può essere rotto proponendo valide alternative. Insomma, il divieto USA incombe ma Huawei non ha nessuna intenzione di mollare la presa nel mercato smartphone in cui è diventato il secondo produttore al mondo avanti ad Apple e dietro solo a Samsung.

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