Non sembra esserci pace per Huawei. Secondo quanto riferito da Reuters, gli Stati Uniti starebbero tentando di allargare i propri poteri per limitare le vendite da parte di aziende non americane verso il produttore cinese di prodotti che contengono tecnologia statunitense. Come ben sappiamo, l’inserimento di Huawei nella Entity List limita le vendite delle aziende americane di prodotti fabbricati in USA e di un numero limitato di prodotti realizzati all’estero ma che includono tecnologie americane.
In base alle normative vigenti, però, le principali catene di fornitura estere non vengono toccate dal divieto potendo continuare a collaborare con il colosso di Shenzhen. Come nel caso di ARM che ha avviato un’indagine interna per accertarsi che i suoi rapporti con Huawei non violassero nessuna legge americana. Così, secondo le fonti citate da Reuters, l’amministrazione Trump starebbe pensando di effettuare modifiche a due regole chiave che potrebbero espandere i poteri delle autorità statunitensi inasprendo ancor più i limiti imposti a Huawei e alle società con cui fa affari.
Le norme in questione sono “De minimis Rule” e “Direct Product Rule”. La prima prevede che il governo USA abbia l’autorizzazione per bloccare l’esportazione di prodotti di fabbricazione estera che incorporano contenuti controllati dagli Stati Uniti; mentre la seconda sottopone le merci estere basate su una certa percentuale di tecnologie e software USA alle normative statunitensi.
Se il Dipartimento del Commercio dovesse apportare le modifiche alle regole proposte, consentirebbe alle autorità statunitensi di regolare le vendite di articoli non sensibili, come chip standard per telefoni cellulari, realizzati all'estero con tecnologia, software o componenti di origine americana. L’obiettivo, dunque, sarebbe quello di limitare le spedizioni di beni e servizi di aziende estere verso Huawei.
Huawei e il Dipartimento del Commercio non hanno commentato la notizia. I cambiamenti rappresenterebbero "un'importante espansione della portata dei controlli sulle esportazioni statunitensi e verrebbero scarsamente accolti dagli alleati e dalle società statunitensi", ha affermato Doug Jacobson, avvocato di Washington. Un’azione del genere, inoltre, avrebbe un impatto sull’economia globale e potrebbe portare a rapporti tesi tra vari Paesi che mal digerirebbero il grande potere che andrebbe a confluire nelle mani degli USA.
Insomma, com’era prevedibile, la situazione tra gli Stati Uniti e Huawei continuerà a riempirsi di nuovi dettagli almeno fino al 16 febbraio, giorno in cui scadrà l’ulteriore proroga concessa al colosso di Shenzhen.
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