Con Joe Biden eletto Presidente degli Stati Uniti ci sono vari fascicoli aperti che, per forza di cose, passeranno dalle mani di Donald Trump alle mani della nuova amministrazione.
Il nuovo inquilino si traferirà alla Casa Bianca solo a gennaio, quindi qualunque modifica tempestiva inerente i fascicoli già in atto è impossibile.
Tra le varie sfide da affrontare c'è sicuramente quella nei confronti della Cina (quindi di riflesso Huawei) e delle questioni commerciali in essere tra le due super potenze. Attualmente esistono limiti imponenti per decine di produttori cinesi, quelle di cui sentiamo parlare più spesso nel nostro ambito sono Huawei e ZTE. Entrambe accusate di installare delle backdoor nelle apparecchiature di rete operanti in USA pe estrarre dati sensibili.
Con l'arrivo di Biden il rapporto con Huawei non tornerà "cordiale". In passato, il neo presidente, ha affermato di essere a favore della rimozione delle apparecchiature Cinesi sul territorio USA, ergo, anche quelle del produttore cinese. E' ovvio che la sua carica istituzionale lo mette davanti a nuovi doveri e la discussione dei rapporti con la Cina è uno di questi.
E per i servizi Google? Le carte in tavola potrebbero ribaltarsi ambo le parti ma non in maniera totale e tempestiva. Il prossimo anno Biden potrebbe veramente allentare le restrizioni firmate da Trump, con Huawei che tornerebbe sui suoi passi limitando per ora l'avvento mainstream di HarmonyOS e App Gallery.
Ciò non vuol dire che prima o poi non diventerà indipendente ma senza l'acqua alla gola si ragiona senz'altro meglio. E soprattutto si ha più tempo per organizzare la catena di montaggio.
Insomma, per ora è tutto molto in divenire ma il nuovo presidente affronterà sicuramente la questione il prossimo anno.
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