Honor View 20 è, allo stato attuale, lo smartphone top di gamma con la migliore autonomia sul mercato. In alcuni ambiti non riesce a raggiungere i mostri sacri del settore (vedi il comparto fotografico rispetto a Mate 20 Pro e Pixel 3 XL), ma è certamente il miglior dispositivo mai realizzato dall'azienda cinese in questo segmento.
I 699 euro richiesti di listino sono di per sé in linea con quanto offerto dallo smartphone. Di contro però è il prezzo più alto a cui Honor abbia mai posizionato un proprio top di gamma. Il target dell'azienda è sempre stato il pubblico più giovane, che "digerisce" queste cifre con maggiore difficoltà.
Anche perché oggi è possibile acquistare a prezzi inferiori prodotti come Galaxy S9, OnePlus 6T, Huawei Mate 20. Brand che hanno un target differente rispetto a Honor, con i potenziali acquirenti decisamente più abituati a determinate cifre. Tutto questo però non scalfisce l'eccellente esperienza utente garantita dal View 20.
Design e display, due facce della stessa medaglia
Ciò che ha incuriosito da subito di View 20 è la presenza di un foro nella parte in alto a sinistra dello schermo, in cui è incastonata la fotocamera frontale. È la soluzione con la quale l'azienda cinese ha scelto di pensionare il notch, con quest'ultimo peraltro utilizzato in tanti smartphone della stessa Honor.
Senza usare mezzi termini, personalmente ho preferito questa soluzione al notch. È decisamente più discreta, riesce a essere integrata in maniera più efficace nel design e, soprattutto, si nota molto meno durante la riproduzione dei contenuti multimediali. Siamo comunque su un piano soggettivo.
Da un punto di vista squisitamente costruttivo, c'è poco da dire su Honor View 20. La scocca è realizzata in vetro e metallo, la back cover presenta una particolare trama a "V", restituendo effetti differenti a seconda di come viene colpita dalla luce. La colorazione ritratta nelle immagini è quella denominata Phantom Blue, davvero d'impatto dal vivo, ma lo smartphone è disponibile anche nella variante cromatica Red.
Ha dimensioni importanti, visto anche lo schermo da 6,4 pollici, ma tutto sommato si tiene bene tra le mani, senza risultare particolarmente scivoloso. Attenti però a poggiarlo su di un piano: basta anche una impercettibile inclinazione per farlo "muovere" e magari cadere, visto il vetro utilizzato per la back cover.
La sensazione al tatto è in generale di alto livello, e probabilmente l'unica vera pecca costruttiva è l'assenza di certificazioni per l'impermeabilità, una caratteristica ormai presente in quasi tutti gli smartphone di fascia alta. La sporgenza della doppia fotocamera posteriore non crea problemi, i pulsanti fisici si raggiungono perfettamente con le dita così come il sensore biometrico sul retro, sempre veloce e preciso nello sblocco.
Buone notizie anche dal display. Si tratta di un pannello IPS LCD con risoluzione di 1.080 x 2.310 pixel. Non siamo a livello degli schermi AMOLED di alcuni concorrenti, ma l'esperienza offerta è comunque di alto livello: si vede bene all'aperto, la resa cromatica è convincente così come i contrasti.
Il vetro anteriore è un po' troppo riflettente, e questo causa qualche piccolo problema con gli angoli di visuale. Di contro però il trattamento oleofobico è pressoché perfetto, per cui non si è costretti a pulire il display dalle impronte come invece avviene in altri smartphone.
Come già detto, il foro non crea particolari disturbi. È posizionato all'altezza della barra delle notifiche per cui, volendo, può anche essere nascosto via software. La sensazione è che sia un particolare estetico destinato a diffondersi a macchia d'olio nel 2019. Toccherà abituarsi insomma, come accaduto con il notch.
Prestazioni e autonomia al top
La piattaforma hardware è la stessa vista su Mate 20 Pro. Il motore è infatti il Kirin 980 accoppiato a 6 Gigabyte di RAM e a 128 Gigabyte di memoria interna (senza possibilità di espansione). Poco da dire dunque: il dispositivo è fluido e reattivo in qualsiasi condizione, anche durante le sessioni di gaming.
Importante sottolineare un aspetto, peraltro poco pubblicizzato dalla stessa azienda cinese. La porta USB-C per la ricarica è di tipo 3.1, per cui supporta l'uscita video. Non solo, ma Honor View 20 integra la stessa modalità desktop vista sulla gamma Mate 20, di cui vi abbiamo ampiamente parlato in un articolo dedicato.
Tutta questa ottimizzazione si riflette inevitabilmente anche sull'autonomia. In quest'ambito Honor View 20 mi ha letteralmente stupito: con il mio utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), sono riuscito a coprire quasi due giorni lontano dalla presa elettrica – 1 giorno e 19 ore – a fronte di quasi 8 ore di schermo accesso. Insomma, risultati davvero eccellenti.
Merito della batteria da 4.000 mAh, che tra l'altro può essere ricaricata rapidamente con lo standard Super Charge (caricabatterie apposito incluso in confezione). Honor ha compiuto un lavoro letteralmente eccezionale in termini di ottimizzazione energetica. Il processo produttivo a 7nm del Kirin 980 gioca certamente un ruolo importante in tal senso, anche Mate 20 e Mate 20 Pro godono di un'ottima autonomia, ma da questo punto di vista il View 20 ha una marcia in più.
Software e comparto fotografico
View 20 è basato su Android 9 Pie, personalizzato con l'interfaccia Magic UI 2.0. Nonostante la denominazione differente, cambia davvero poco dalla EMUI di Huawei. Non mancano dunque tutte le possibilità di personalizzazione che conosciamo ampiamente, con temi, gesture e azioni rapide. Si tratta di un software che, graficamente, necessiterebbe di un definitivo salto di qualità, per quanto sia nettamente migliorato negli ultimi anni.
Tutto comunque appare fluido e la modalità desktop (che negli smartphone Huawei è chiamata Proiezione Facile) è una vera chicca. Consente infatti di collegare View 20 a un monitor esterno avendo accesso a un ambiente desktop su base Android. Questo garantisce una produttività difficilmente riscontrabile su altri smartphone, che può davvero tornare utile in tanti frangenti.
Discorso differente per il comparto fotografico. Sul retro, il sensore principale da ben 48 Megapixel f/1.8 è accoppiato a un secondo sensore TOF per la messa a fuoco 3D (sfruttato essenzialmente per la sfocatura). Le fotografie sono di buon livello, con poca luce è possibile sfruttare una modalità notte simile a quella vista sui Huawei, che restituisce effetti di grande impatto pur non garantendo la medesima qualità. L'intervento degli algoritmi di intelligenza artificiale si fa sentire, e le immagini appaiono spesso con colori molto saturi, ideali da condividere sui social.
Ottimo i video, che possono essere registrati fino alla risoluzione 4K a 30 fps, con tanto di stabilizzazione. Buone notizie anche dalla fotocamera frontale da 25 Megapixel, che scatta dei buoni selfie e ha a disposizione tutta una serie di funzionalità software, come la modalità ritratto. Di contro però, considerando anche la risoluzione e l'obiettivo f/2.0, soffre un po' troppo in notturna.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?
Honor View 20 è lo smartphone ideale per chi è alla ricerca di un top di gamma ma necessita allo stesso tempo di un dispositivo con un'ottima autonomia. I 699 euro di listino richiedono, in questo momento, un investimento importante, anche se è una cifra destinata a scendere rapidamente, soprattutto online. Certo, in questa fascia di prezzo i competitor sono estremamente agguerriti e la scelta è ampia, come abbiamo detto in apertura.
In ogni caso, non ci sono criticità macroscopiche da segnalare e il View 20 certifica il netto passo in avanti compiuto da Honor nella fascia dei top di gamma, con un deciso miglioramento rispetto a View 10. E poi c'è il foro sul display che, a prescindere dai gusti personali, lo rende uno smartphone comunque unico nel suo genere (ancora per poco però).