Honor 9X recensione: bello ma senza sorprese

Recensione Honor 9X, smartphone di fascia media basato sul SoC Kirin 710F accoppiato a 4 Gigabyte di RAM. Arriva in Italia a 299 euro.

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a cura di Lucia Massaro

Honor 9X è uno smartphone particolare da analizzare. Dovrebbe rappresentare la naturale evoluzione di Honor View 10 Lite, il dispositivo che ha riscosso un grande successo grazie alla combinazione tra stile, prestazioni e prezzo accessibile. In effetti, la nuova proposta del marchio cinese migliora in alcuni aspetti. Il comparto fotografico guadagna un terzo sensore grandangolare, la porta micro-USB lascia finalmente spazio alla porta Type-C e la batteria tocca i 4000 mAh. Tutto ciò senza un aumento di prezzo. In Italia, arriva a 299 euro nella sola versione con 4 Gigabyte di RAM e 128 Gigabyte di memoria interna espandibile.

A convincere meno sono le prestazioni. A bordo c’è il Kirin 710F che – nell’utilizzo quotidiano – si comporta in modo simile al SoC base Kirin 710 che abbiamo avuto modo di testare a bordo di diversi smartphone targati Honor e Huawei. Il punto è proprio questo. Nell’ultimo anno, la fascia media del mercato smartphone si è trasformata. Xiaomi comincia a saturare il segmento e sono entrati in gioco nuovi protagonisti (penso a OPPO e Realme) che complicano di più la competizione.

La sensazione che accompagna questo Honor 9X è quella di un già visto” al netto comunque di uno stile assolutamente apprezzabile e vivace e di prestazioni che non deludono per la fascia di prezzo di appartenenza. Si ha l’impressione di avere tra le mani un P Smart Z rivisitato e non il successore di Honor View 10 Lite.

Tuttavia, l’arrivo sul mercato italiano di Honor 9X è - per certi versi - sorprendente data la questione ancora aperta con gli Stati Uniti. La scelta di commercializzare in Europa uno smartphone con il processore della generazione precedente è stata sicuramente dettata proprio dal divieto che impedisce alle aziende USA di stipulare nuovi contratti con Huawei e con le sue controllate, di cui fa parte Honor. In Cina, infatti, Honor 9X è equipaggiato con l’ultimo SoC Kirin 810.

Comparto fotografico e design

Ciò che differenzia Honor 9X dai suoi fratelli è proprio il comparto fotografico. Sul retro, troviamo un sistema di tripla fotocamera: il sensore principale da 48 Megapixel (f/1.8) è accoppiato a un sensore grandangolare da 8 Megapixel (f/2.4) e un terzo da 2 Megapixel (f/2.4) sfruttato per la modalità Ritratto. Una configurazione che consente di ottenere risultati in linea con il segmento di appartenenza.

Non mancano gli algoritmi di intelligenza artificiale che settano in automatico le impostazioni a seconda della scena. Come spesso accade, in alcune situazioni, però tende a saturare troppo i colori. Una soluzione che comunque strizza l’occhio agli amanti dei social, dato che la forte saturazione rende queste immagini particolarmente adatte a questo tipo di condivisione.

Per impostazione predefinita, le fotografie scattate non sono da 48 Megapixel, ma da 12 Megapixel. È ovviamente possibile selezionare la risoluzione massima a partire dalle impostazioni. In linea generale, di giorno la fotocamera si comporta bene riuscendo a catturare una discreta dose di dettagli e un buon contrasto. Ho notato qualche difficoltà con la gestione di fasci di colore identici, come la chioma degli alberi, dove i colori risultano un po’ più impastati.

Niente male il sensore grandangolare che rende il comparto fotografico più versatile anche se – scattando con questa modalità - si registra una leggera perdita di qualità dell’immagine sia in diurna che in notturna. Le prestazioni calano anche con il sensore principale in notturna: perdita di dettagli, colori poco realistici ed effetto acquerello. La fotocamera non riesce a gestire bene la luce artificiale, riproducendo tonalità che virano verso il giallo/arancione. Per fortuna c’è la “modalità notte” che è in grado di migliorare in parte il risultato finale. Questa modalità non è attivabile con la fotocamera grandangolare. Soddisfacenti gli scatti realizzati con effetto bokeh (fondo sfocato) utilizzando la fotocamera posteriore.

La fotocamera frontale è da 16 Megapixel (f/2.2) ed è implementata all’interno di un meccanismo a scomparsa, come già visto a bordo di P Smart Z. Come detto per quest’ultimo, la fuoriuscita non è velocissima facendo perdere un po’ quel concetto di immediatezza. Per quanto riguarda i risultati, gli scatti sono convincenti di giorno nonostante la tendenza ad aumentare un po' troppo il contrasto. Perdono in notturna dove subentra del rumore digitale. Anche l’effetto bokeh mi è parso leggermente sotto la media. I contorni non sempre sono ben definiti e nel mio caso tagliava fuori buona parte dei capelli.

Il design di Honor 9X mantiene le tendenze del momento pur offrendo un certo tocco di originalità. Questa è data dal pannello posteriore in plastica, definito Dynamic X Design, divenuto quasi tratto distintivo dei dispostivi Honor. Sto parlando della nano-litografia che disegna una serie di rombi capaci di ricreare delle linee particolari a seconda di come la luce colpisce la back cover. In questo caso, dà vita a un gioco di luce a forma di X che richiama proprio il nome del dispositivo.

Due le colorazioni disponibili: Midnight Black e Sapphire Blue. Lo smartphone non risulta particolarmente scivoloso. Di contro, è un po’ pesante. D’altronde, con un sistema a scomparsa per la fotocamera anteriore e una batteria da 4.000 mAh, non potevo aspettarmi di più. Sul lato sinistro, troviamo il pulsante di accensione e il bilanciere del volume (perfettamente raggiungibili).

Il sensore biometrico per le impronte digitali è stato posizionato sul pannello posteriore. Funziona abbastanza bene. Ha sempre riconosciuto la mia impronta al primo tentativo. Ciò che mi ha fatto storcere un po’ il naso è che è stato posto più in alto del dovuto. Il dito non arriva in automatico nel punto in cui è stato posizionato il sensore. Da sottolineare che questo è l’unico metodo di sblocco. Nessun riconoscimento del volto, una scelta probabilmente dettata dalla volontà di preservare il meccanismo pop-up.

La parte frontale è occupata per il 91% dal grande display IPS LCD da 6,59 pollici con risoluzione Full-HD+ (2340 x 1080 pixel) e rapporto di forma in 19,5:9. Lo schermo è quello che siamo abituati a vedere in questo segmento con neri poco profondi e colori abbastanza naturali. La luminosità massima e la sua gestione automatica peccano un po’. In giornate particolarmente soleggiate, ho avuto difficoltà di visualizzazione.

Buona la connettività: supporto Dual-SIM, WiFi 802.11 ac dual band, Bluetooth 5.0, GPS, GLONASS e USB Type-C. Non manca il jack audio da 3,5 mm, mentre è assente l’NFC. L’audio non è stereo e fuoriesce dall’unico altoparlante posto sulla parte inferiore. La resa audio è nella media.

Prestazioni e autonomia

Come detto in apertura, la nota stonata è la presenza del Kirin 710F. Sarebbe stata più apprezzata la presenza di un processore di ultima generazione ma - come già detto – sono scelte probabilmente dettate da situazioni più complesse. La memoria RAM è da 4 Gigabyte assistita da 128 Gigabyte di memoria interna espandibile. Lo smartphone permette di svolgere tutte le azioni più comuni, mostrando il fianco in alcune situazioni di stress. Avrei preferito un passo avanti dal punto di vista prestazionale, che purtroppo non c’è stato.

Fermo restando che Honor 9X è in grado di offrire buone prestazioni che non compromettono in nessun caso l’esperienza utente. Resta uno smartphone affidabile proprio come lo è Huawei P Smart Z e come lo era Honor View 10 Lite che – personalmente – ho particolarmente apprezzato.

La parte software è affidata ad Android 9 Pie personalizzato con l’interfaccia EMUI 9.0. Ci sono i servizi Google, quindi nessun problema a installare tutte le applicazioni di cui abbiamo bisogno (da YouTube a Gmail passando per WhatsApp e Facebook). Niente di nuovo dal punto di vista software, è lo stesso che ormai abbiamo imparato a conoscere.

Ottime notizie dal fronte autonomia. La batteria da 4.000 mAh permette di coprire agevolmente un’intera giornata lavorativa arrivando a sera con oltre il 30% di autonomia residua. Con un utilizzo più blando, come può essere quello durante il weekend, lo smartphone regge per ben due giorni consecutivi. Nel mio caso, per esempio, dopo 35 ore dall’ultima ricarica completa avevo a disposizione ancora il 36% di batteria a fronte di oltre 5 ore di schermo accesso. Un risultato davvero eccezionale. Nessun supporto per la ricarica rapida.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Honor 9X si inserisce in un segmento affollatissimo dove la concorrenza è più agguerrita che mai. La fascia di prezzo compresa tra i 200 e i 300 euro, inoltre, è caratterizzata da dispositivi molto uguali fra loro. Per questo motivo, risulta difficile consigliare uno smartphone rispetto a un altro. La presenza di un processore della scorsa generazione a un prezzo identico al predecessore potrebbe rappresentare un freno in ottica commerciale.

La società cinese, però, ha deciso di migliorare il comparto fotografico con l’aggiunta di un sensore grandangolare e introducendo il sensore da 48 Megapixel. Questo aspetto unitamente al design particolare – in cui rientra anche la fotocamera frontale a scomparsa – potrebbe attirare l’attenzione dei più giovani. Posizionato a una cifra leggermente inferiore sarebbe sicuramente risultato più attraente per il mercato.

È lo smartphone adatto per chi cerca affidabilità e qualità senza dover spendere grandi cifre. L’utente però ha davanti a sé tanti dispositivi tra cui scegliere: c’è il Redmi Note 8 Pro con fotocamera da 64 Megapixel o il Mi 9T con fotocamera a scomparsa e processore più performante. Solo per citarne alcuni. Insomma, Honor 9X è uno smartphone a cui manca quell’elemento in più per poter brillare.

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