Le performance fotografiche degli smartphone rappresentano oggi uno dei fattori determinanti in fase d'acquisto. Del resto, realizzare una fotografia è senza dubbio una delle funzionalità maggiormente utilizzate di questi prodotti, vista anche la facilità di condivisione con i social. Il mondo Android offre una miriade di dispositivi equipaggiati con fotocamere differenti e che quindi, in quest'ambito, restituiscono scatti più o meno validi.
Non ci sono dubbi sul fatto che gli smartphone top di gamma, mediamente, riescano a scattare fotografie di ottimo livello. Di contro però buona parte del mercato si compone di dispositivi appartenenti alla fascia media e a quella bassa, che certamente non offrono di default le medesime performance dei prodotti premium.
Al netto però della componentistica hardware, ci sono degli accorgimenti da poter seguire per sfruttare al meglio la fotocamera del proprio smartphone. Per la nostra guida abbiamo utilizzato un Neffos N1 (a questo link la scheda tecnica completa), dispositivo presentato da TP-Link al Mobile World Congress 2018 e posizionato a 299 euro: SoC MediaTek Helio P25, 4 GB di RAM, schermo da 5,5 pollici Full-HD.Leggi anche: Neffos N1, il nuovo smartphone TP-Link in Italia
La parte fotografica del Neffos N1 è invece affidata a una dual-camera posteriore, con sensore principale Sony IMX386 RGB da 12 MP e obiettivo f/2.0 affiancato da un secondo sensore da 12 MP monocromatico. La fotocamera anteriore è invece da 8 MP con ottica grandangolare a 86°. Insomma, una configurazione che è facile trovare negli smartphone collocati in questa fascia di mercato.
Quale app utilizzare per scattare le fotografie
Com'è ovvio, tutti gli smartphone hanno preinstallata un'applicazione che consente di scattare fotografie e registrare video. Ognuna di queste app sfrutta degli algoritmi proprietari più o meno efficaci, che intervengono nell'elaborazione dell'immagine e nella gestione delle varie funzionalità (HDR, modalità ritratto ecc...).
Tra le varie app per scattare fotografie con gli smartphone, impossibile non citare la Google Camera. Si tratta dell'applicazione installata di default negli smartphone Pixel, che offre un'elaborazione dell'immagine di primissimo livello, ovviamente coadiuvata dall'ottimo hardware integrato nei dispositivi dell'azienda di Moutain View. Di seguito alcuni scatti realizzati con l'applicazione del gigante californiano.
La Google Camera può essere installata anche su smartphone di terze parti, in via non ufficiale, a patto però che questi siano basati su determinati SoC Snapdragon di Qualcomm. Occorre recuperare l'apk dell'applicazione, abilitare l'installazione di app da origini sconosciute e, soprattutto, essere in possesso di un dispositivo compatibile. Insomma, una procedura non alla portata di tutti, che magari potremo approfondire in futuro in una guida dedicata.
Fortunatamente però il Play Store offre tante alternative. Tra queste, spiccano senza dubbio Z-Camera, Camera FV-5, A Better Camera, Camera MX, Camera Zoom. Personalmente utilizzo con soddisfazione, da tempo, Camera FV-5, disponibile in versione Lite gratuita o a pagamento a 2,99 euro. Quest'ultima consente di sfruttare a pieno la risoluzione della fotocamera dello smartphone, oltre a integrare una serie di funzionalità aggiuntive.
Attivare la modalità Pro nei dispositivi che la posseggono di default è una procedura simile a tutti gli smartphone, basta seguire questi passaggi:
- Aprire l'app "fotocamera".
- Con uno swipe da destra verso sinistra o da sinistra verso destra (a seconda del modello di smartphone), entrare nella schermata per selezionare la modalità di scatto.
- Scegliere la modalità "Pro".
Il nostro consiglio è quello di fare delle prove sul campo e di valutare a seconda dello smartphone che avete a disposizione. Con il Neffos N1 ho sentito meno l'esigenza di installare un'app alternativa, vista la possibilità di scattare in manuale con quella di default che, come vedrete, offre anche un'elaborazione dell'immagine convincente.
In ogni caso, le applicazioni che vi abbiamo consigliato, nel caso siano a pagamento, offrono anche una versione gratuita, che vi consentirà di saggiarne le potenzialità. Una volta che avrete individuato l'app che fa per voi, potrete applicare in maniera efficace i consigli che vi forniremo in questa guida.
HDR e flash, non bisogna abusarne
Partiamo innanzitutto da una funzionalità spesso utilizzata in maniera errata, ovvero l'HDR. La sigla è l'acronimo di High Dynamic Range e, senza scendere in troppi tecnicismi, si tratta di una modalità che, al momento dello scatto, crea delle immagini attraverso l'elaborazione di più fotografie dello stesso soggetto, realizzate con differenti valori di esposizione.
Solitamente si parla di 3 scatti, di cui uno con la corretta esposizione, uno sovraesposto e l'altro sottoesposto. La logica è quella poi di unire le tre immagini via software al fine di ottenere una fotografia finale perfettamente ottimizzata, contenente tutti i dettagli che sarebbero andati persi nelle zone sovraesposte e sottoesposte.Con l'HDR attivo dunque, lo smartphone realizza più scatti della stessa scena allo stesso momento. È evidente dunque come si tratti di una modalità non adatta a catturare i soggetti in movimento, vista l'alta probabilità di realizzare immagini sfocate, esattamente come quella sottostante, nella quale a muoversi erano i due ragazzi in basso a destra, intenti a correre.
L'HDR risulta poco adatto anche nelle scene ad alto contrasto. Ad esempio, nel caso in cui si voglia evidenziare il contrasto tra le parti chiare e scure della fotografia (magari in una situazione con delle ombre), questa modalità rischia di appiattire la foto, rendendola meno espressiva. Discorso analogo nel caso di situazioni con colori molto vivaci o saturi, con il rischio di creare un effetto "bruciato".
Discorso differente invece per le foto in esterna. In questo caso infatti c'è un forte contrasto tra le varie aree, con il sensore delle fotocamera degli smartphone che spesso si trova in difficoltà a restituire i dettagli delle zone più in ombra e di quelle meglio illuminate, senza dimenticare la gestione della differente illuminazione tra cielo e terra. In una situazione del genere, l'HDR riesce a restituire immagini con un livello di dettaglio maggiormente convincente, come potete osservare dai due scatti sottostanti.
Anche nel caso di luce solare diretta sul soggetto, l'HDR può rivelarsi estremamente utile, riuscendo a gestire meglio il contrasto tra le parti in luce e quelle in ombra. Senza dimenticare ovviamente le situazioni in cui questa modalità è maggiormente efficace, ovvero quelle con scarsa illuminazione, nelle quali è in grado di illuminare le zone sottoesposte senza sovraesporre quelle ben illuminate, magari dalla luce artificiale. Gli scatti di esempio aiutano a comprendere meglio.
Insomma, occorre comprendere come l'HDR non faccia miracoli, ma possa rivelarsi estremamente utile, a patto di utilizzarlo quando realmente necessario. In ogni caso, per poterlo attivare la procedura è estremamente semplice, in quanto si tratta di una modalità presente nelle impostazioni rapide della fotocamera degli smartphone (a patto di avere un dispositivo che implementi questa funzionalità, ovviamente). Basta seguire questi passaggi:
- Aprire l'app "fotocamera".
- Nel menù in alto selezionare la voce "HDR".
- Attivare o disattivare la modalità HDR. In alcuni smartphone è anche possibile averla attivata in automatico, con il software che deciderà se farla entrare in funzione o meno.
L'altro aspetto da tenere bene a mente è l'utilizzo del flash, un'altra componente di cui spesso si abusa. Com'è ovvio, la logica di base deve essere quella di cercare di sfruttare il più possibile la luce naturale a disposizione, magari lavorando anche in manuale (come vedremo nel dettaglio nella prossima sezione).
Leggi anche: Guida Android: come liberare memoria per app e foto
Peraltro i flash LED degli smartphone sono spesso posizionati molto vicini all'obiettivo, e questo comporta, in alcuni casi, una sovrailluminazione del soggetto che, soprattutto nelle macro, può perdere in dettaglio. Un esempio lampante è lo scatto sottostante, nel quale il fiore in primo piano risulta totalmente "bruciato".
Anche nel caso in cui l'utilizzo del flash consenta di tenere bene a fuoco il soggetto in primo piano, non è detto che il risultato possa ritenersi soddisfacente. Nel primo scatto sottostante infatti il fiore appare con tonalità viola scuro, diverse da quelle reali. Nel secondo scatto, realizzato in manuale lavorando su esposizione e ISO, i petali hanno assunto un color lilla decisamente più naturale.
Di contro però, a differenza di quello che possa pensarsi, il flash può tornare molto utile in diurna, magari per l'eliminazione di alcune ombre o per una gestione più efficace dei soggetti in primo piano. In tal senso, osservate i due scatti sottostanti ritraenti una foglia. Nel secondo caso, grazie alla luce emessa dal flash, è stato possibile evitare di sovraesporre lo sfondo, delineando meglio i contorni della foglia e ottenendo delle ombre decisamente più omogenee.
Come accade spesso in fotografia, occorre testare sul campo. Una strategia efficace per il flash potrebbe essere quella di impostarlo in automatico, facendo decidere al software quando farlo entrare in funzione o meno. In ogni caso, il flash è contraddistinto in tutti gli smartphone dal simbolo del fulmine, presente nell'app della fotocamera così come descritto nei seguenti passaggi:
- Aprire l'app "fotocamera".
- Nel menù in alto selezionare il simbolo del fulmine.
- Attivare, disattivare o impostare in automatico il flash.
Scattare in manuale
Partiamo da un presupposto fondamentale. Lo scatto di una fotografia con uno smartphone deve mantenere di base un concetto imprescindibile, che è quello dell'immediatezza. Del resto, ciò che ha consentito a questi dispositivi di mandare quasi in pensione le vecchie macchine digitali compatte è stata soprattutto la velocità con cui è possibile realizzare un'immagine, abbinata alla portabilità degli stessi.
In tal senso, entrando in modalità manuale come vi abbiamo mostrato, il suggerimento è quello di tenere sotto controllo tre parametri. Il primo di questi è il tempo di esposizione, ovvero il periodo in cui l'otturatore della fotocamera rimane aperto consentendo alla luce di raggiungere il sensore. Viene identificato dalla lettera "S" nei software degli smartphone, così come potete vedere negli screen sottostanti.
I tempi di esposizione vengono calcolati secondo una scala in frazioni di secondo. Ovviamente, più lungo sarà il tempo di esposizione, maggiore sarà la luce catturata dal sensore, con tutto ciò che questo comporta. Una possibilità che può rivelarsi estremamente utile in notturna, come appare evidente nei tre scatti sottostanti nei quali abbiamo agito manualmente proprio su questo parametro.
Come sempre però, è necessario saperlo gestire e fare delle prove sul campo. Un'impostazione errata dei tempi di esposizione può portare a risultati davvero disastrosi nelle fotografie, così come potete osservare nei due scatti sottostanti, nei quali il settaggio in manuale del parametro in questione ha fatto catturare al sensore una quantità spropositata di luce.
Il secondo parametro da poter tenere sotto controllo è quello degli ISO, un valore che indica la sensibilità del sensore alla luce. Semplificando, tanto più il valore è alto, tanto più la fotografia sarà luminosa ma con tanto rumore. In ambito smartphone, non è particolarmente consigliato salire con gli ISO, vista la particolare compressione dei pixel del sensore.
In generale, in ambito smartphone, si può considerare il valore di ISO 100 come ideale per le giornate all'aperto con molto sole. In interno senza luce artificiale, all'alba e al tramonto e con il tempo nuvoloso, si può impostare ISO 200 nella logica di compensare la minor presenza di luce. Infine, in notturna, ci si può posizionare su ISO 400.
Potete osservare alcuni scatti con differenti valori di ISO. Ovviamente, le nostre sono regole generali, ma il tutto andrà valutato caso per caso, tenendo tra l'altro presente l'hardware a disposizione. Come già detto, la resa dei sensori fotografici degli smartphone di fascia alta è ben diversa da quella dei dispositivi di segmenti inferiori.
Infine, la messa a fuoco. Anche questo parametro può essere controllato manualmente, con la comparsa di uno slider che, a seconda della posizione del soggetto, va fatto scorrere da destra (messa a fuoco vicina, circa 30-40 cm in ambito smartphone) verso sinistra (messa a fuoco all'infinito). Una possibilità che può rivelarsi molto utile soprattutto in notturna, dove spesso gli smartphone faticano nella messa a fuoco.
In tutto questo va ovviamente tenuto presente lo specifico hardware integrato nello smartphone in nostro possesso. Al giorno d'oggi è possibile trovare dispositivi con fotocamere singole e con dual-camera, e in questo secondo caso le implementazioni possono essere differenti (sensore RGB + sensore monocromatico, sensore RGB + sensore RGB grandangolare, doppio sensore RGB). Senza dimenticare casi con addirittura tre fotocamere posteriori.
Le applicazioni per l'editing
Buona parte delle fotografie scattate con gli smartphone, vengono poi condivise sui social e attraverso i servizi di messaggistica istantanea: da Instagram a Facebook, passando per Whatsapp e Telegram, fino ad arrivare a Twitter e Pinterest. Ecco spiegata la ragione dell'enorme successo delle app per l'editing, che consentono di aggiungere gli effetti più disparati alle immagini.
Il funzionamento è davvero basilare. Una volta aperta l'applicazione, ci si ritrova davanti una schermata con un grande simbolo "+" al centro. Basta cliccarci sopra per avere accesso all'archivio interno dello smartphone, dal quale selezionare la fotografia che si vuole modificare. Scelta l'immagine, è possibile scegliere tra tre opzioni: effetti, strumenti, esporta.
- Aprire l'applicazione Snapseed.
- Cliccare sul simbolo "+" per selezionare l'immagine da modificare.
- Selezionare la fotografia da modificare nell'archivio interno dello smartphone.
- Selezionare le voci "effetti" e "strumenti" per editare la fotografia. Terminato l'editing, condividere l'immagine attraverso la voce "esporta".
Nella sezione effetti è possibile applicare una serie di filtri preimpostati. In quella strumenti si ha accesso a una serie di funzionalità avanzate, che vanno dal controllo tonale al bilanciamento del bianco, dalla nitidezza alle cornici, fino ad arrivare alla retroilluminazione e agli effetti vintage, queste solo per citarne alcune. Infine, la voce esporta consente di condividere rapidamente la fotografia modificata.
Leggi anche: Neffos C5s in Italia, display da 5 pollici a 79,99 euro
Ciò che convince particolarmente di Snapseed è l'efficacia degli algoritmi utilizzati, costantemente migliorati nel tempo da parte di Google. Vi inseriamo una galleria di fotografie modificate con l'applicazione dell'azienda di Mountain View, che consentono di farsi un'idea delle potenzialità di questo servizio.
In ogni caso, spesso gli smartphone integrano dei filtri personalizzati anche nella stessa applicazione della fotocamera, come avviene nel Neffos N1. In particolare, in questo modello, è stata implementata la funzionalità Beauty Mode, sia per la fotocamera anteriore che per la dual-camera posteriore. Questa consente di applicare il tanto diffuso "filtro bellezza", avendo però la possibilità di visualizzare in tempo reale l'efficacia dell'effetto.
Per poterlo utilizzare, basta seguire i seguenti passaggi:
- Aprire l'applicazione Fotocamera.
- Cliccare sul simbolo evidenziato nello screenshot.
- Utilizzare lo slider per aumentare o diminuire l'effeto della funzionalità Beauty Mode.
Insomma, l'editing vi darà la possibilità di sbizzarrirvi, e magari di intervenire efficaciamente su quelle fotografie che, in fase di scatto, non hanno convinto appieno. Gli strumenti a disposizione sono davvero innumerevoli, e in ogni caso, soprattutto per modifiche veloci, non sottovalutate quelli già integrati nel vostro smartphone.
Lo smartphone utilizzato per scattare le fotografie è il Neffos N1, dispositivo di fascia media presentato in occasione del Mobile World Congress 2018. Integra una dual-camera posteriore con sensore principale da 12 MP, e può essere acquistato attraverso i principali negozi fisici e online.