Presto Google traccerà qualsiasi vostro dispositivo

Google ha annunciato un importante cambiamento nella sua politica di tracciamento degli utenti online. Vediamo i dettagli.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Google ha annunciato un importante cambiamento nella sua politica di tracciamento degli utenti online, che entrerà in vigore dal 16 febbraio. L'azienda consentirà l'uso del digital fingerprinting, una tecnica di identificazione degli utenti basata sulla raccolta di informazioni su dispositivi e software, precedentemente vietata.

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Google Headquarters
Sede Google in California

Questa decisione rappresenta un'inversione di rotta rispetto alle precedenti posizioni di Google sulla privacy degli utenti. L'azienda cita i progressi nelle tecnologie per la tutela della privacy (PET) come motivazione per allentare le restrizioni sugli inserzionisti e sui tracker nascosti che sottendono l'ecosistema di internet. Tuttavia, i regolatori hanno espresso forti preoccupazioni per l'impatto sulla privacy degli utenti.

Il digital fingerprinting consente di identificare gli utenti analizzando segnali come il dispositivo utilizzato, l'indirizzo IP, le credenziali, i siti visitati e le app usate. A differenza dei cookie, che possono essere cancellati, queste "impronte digitali" sono più difficili da eliminare e controllare da parte degli utenti.

Stephen Almond, rappresentante dell'Information Commissioner's Office (ICO) del Regno Unito, ha dichiarato: "Il fingerprinting non è un mezzo equo per tracciare gli utenti online perché è probabile che riduca la scelta e il controllo delle persone su come vengono raccolte le loro informazioni".

Google sostiene che questo cambiamento sia necessario per adattarsi all'evoluzione delle modalità di fruizione di internet, in particolare su smart TV e console di gioco. L'azienda afferma che le nuove tecnologie consentiranno di "sbloccare nuovi modi per le aziende di gestire e attivare i loro dati in modo sicuro", garantendo al contempo agli utenti "le protezioni della privacy che si aspettano".

Il fingerprinting si basa su segnali che gli utenti non possono facilmente cancellare. Come spiega l'ICO: "Anche se si 'cancellano tutti i dati del sito', l'organizzazione che utilizza tecniche di fingerprinting potrebbe identificarti di nuovo immediatamente. Questo non è trasparente e non può essere facilmente controllato".

I regolatori temono che questa mossa possa semplicemente trasferire gli aspetti negativi dei cookie di tracciamento in una nuova era, in un modo che è impossibile per gli utenti comprendere e controllare. L'ICO ha avvertito le aziende che "non hanno mano libera nell'uso del fingerprinting come desiderano" e che interverrà se non verrà implementato in modo lecito e trasparente.

Il fingerprinting si basa su segnali che gli utenti non possono facilmente cancellare

La decisione di Google arriva in un momento complesso, con l'azione in corso del Dipartimento di Giustizia USA che potrebbe portare a cambiamenti obbligati, inclusa la potenziale cessione di Chrome. C'è inoltre incertezza su cosa sostituirà i cookie di tracciamento di terze parti.

Google cita la crescita della pubblicità sulle smart TV (CTV) come esempio della necessità di nuove soluzioni di tracciamento. L'azienda afferma che "l'ecosistema dovrebbe investire e sviluppare soluzioni efficaci e misurabili in un ambiente incredibilmente frammentato".

La mossa di Google sta già incontrando un notevole scetticismo da parte delle autorità di regolamentazione. Per gli utenti, rappresenta un'ulteriore ragione per valutare attentamente il browser utilizzato e le impostazioni applicate su tutti i dispositivi smart.

L'ICO ha sottolineato che "le aziende non dovrebbero considerare il fingerprinting come una semplice soluzione alla perdita dei cookie di terze parti", insistendo sul fatto che gli utenti devono mantenere un "controllo significativo su come le loro informazioni vengono utilizzate per mostrare loro pubblicità personalizzate".

Mentre Google promette di applicare "protezioni che preservano la privacy" e di collaborare con l'industria pubblicitaria per rendere le tecnologie PET più accessibili, resta da vedere come queste promesse si concretizzeranno nella pratica e quale sarà l'effettivo impatto sulla privacy degli utenti online.

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