Google sfida le telco con rete in fibra autonoma

La rete dorsale Google: oltre 3 milioni di km di fibra verso l'automazione totale.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Google ha lanciato una sfida significativa al settore delle telecomunicazioni, annunciando un ambizioso piano per rendere la sua imponente rete globale in fibra ottica completamente autonoma entro il 2025. Con una dorsale che si estende per ben 3,2 milioni di chilometri, l'azienda mira a raggiungere il "Livello 5" di automazione, il gradino più alto definito dagli standard internazionali, segnando un potenziale punto di svolta nella gestione delle infrastrutture di rete su larga scala.

L'annuncio arriva direttamente da Muninder Sambi, Vicepresidente e Direttore Generale di Google Cloud per la Rete e la Sicurezza. In un'intervista rilasciata alla testata specializzata Fierce Wireless, Sambi ha confermato che l'intera infrastruttura fisica di Google è oggetto di un profondo aggiornamento. Questo sforzo rientra in un progetto più ampio volto all'implementazione dell'automazione di Livello 5 nel corso del prossimo anno.

Gli aggiornamenti previsti non sono semplici migliorie incrementali. Sambi ha sottolineato l'introduzione di funzionalità progettate per garantire "una scalabilità esponenziale e un'affidabilità superiore". Due elementi chiave di questa trasformazione sono la creazione di un "digital twin" (gemello digitale) completo della rete – una replica virtuale che permette simulazioni, test e ottimizzazioni senza impattare l'operatività reale – e l'implementazione di una tecnologia innovativa sviluppata internamente: il Protective Re-route (PRR), o reinstradamento protettivo.

Secondo Sambi, il PRR rappresenta un'evoluzione diretta delle tecnologie esistenti come l'MPLS (Multi-Protocol Label Switching) e il Segment Routing. Google ritiene che queste ultime, pur valide, non siano più sufficienti a sostenere le crescenti e complesse esigenze computazionali e di trasferimento dati imposte dall'era dell'intelligenza artificiale (AI). Il PRR, combinato con agenti di intelligenza artificiale avanzati, costituirà la spina dorsale tecnologica per raggiungere l'agognato Livello 5. Questa stessa infrastruttura iper-automatizzata è alla base della recente offerta Cloud WAN di Google, destinata ai clienti enterprise.

Per comprendere la portata dell'obiettivo di Google, è utile riferirsi alla scala di maturità delle reti autonome definita dal TM Forum, l'associazione industriale di riferimento. La scala parte dal Livello 0 (gestione completamente manuale) e sale fino al Livello 5, che rappresenta l'autonomia completa, con un intervento umano ridotto al minimo indispensabile, quasi nullo.

Molti operatori di telecomunicazioni tradizionali, secondo il TM Forum, stanno attualmente lavorando intensamente per raggiungere il Livello 4 (uno stato di elevata autonomia) entro il 2025. Questo è considerato un obiettivo strategico primario per realtà come China Mobile e Vivo (Brasile), che hanno già compiuto progressi significativi in questa direzione. L'ambizione di Google di arrivare direttamente al Livello 5, tuttavia, la posiziona potenzialmente un passo avanti, delineando un futuro in cui la rete non solo si auto-ottimizza, ma si auto-gestisce e auto-ripara in modo proattivo.

Sambi descrive una rete futura in cui ogni componente sarà completamente programmabile. Gli agenti AI avranno la responsabilità di orchestrare un'ampia gamma di funzioni: dalla pianificazione dinamica della capacità all'aggiornamento dei sistemi di inventario, dall'analisi approfondita delle cause dei malfunzionamenti (root cause analysis) fino alla garanzia costante della ridondanza, fondamentale per la continuità del servizio.

Un aspetto cruciale di questa architettura è il concetto di "slicing" (o "sharding", nel gergo specifico di Google). La rete verrà suddivisa logicamente in "fette" indipendenti. Quando un agente AI rileverà un problema su una specifica slice, sarà in grado di isolare istantaneamente il segmento interessato e dirottare il traffico su un'altra slice funzionante (failover), il tutto senza alcun impatto percepibile sull'applicazione o sull'esperienza dell'utente finale. Per aumentare ulteriormente la resilienza, Google sta attuando una strategia di diversificazione dei fornitori per le diverse slice, assicurando che un eventuale problema legato a un singolo vendor non possa compromettere l'intera rete.

La mossa di Google si inserisce in un contesto più ampio in cui l'automazione e l'integrazione dell'AI sono viste come elementi cruciali per il futuro degli operatori di telecomunicazioni. La crescente complessità delle reti, specialmente con l'evoluzione verso il 5G Advanced e le future generazioni, rende la gestione manuale o semi-automatica sempre meno sostenibile.

L'anno scorso, la NGMN (Next Generation Mobile Networks) Alliance ha pubblicato delle linee guida fondamentali nel documento "Automation and autonomous system architecture framework – Phase 2". Questo framework propone un'architettura di riferimento per costruire reti autonome che incorporino nativamente l'AI, promuovendo l'interoperabilità, l'approccio multi-vendor e l'adesione a standard condivisi.

Arash Ashouriha, Presidente del consiglio dell'NGMN Alliance e SVP Group Technology di Deutsche Telekom, ha commentato:

"L'AI ha un enorme potenziale per rivoluzionare il modo in cui pianifichiamo, costruiamo, gestiamo e manuteniamo le reti, i servizi che offriamo e la nostra capacità di rispondere rapidamente alle esigenze dei clienti".

Il network slicing è identificato come tecnologia abilitante fondamentale, permettendo un'allocazione flessibile, granulare e ottimizzata delle risorse (calcolo, rete, storage). L'automazione end-to-end dello slicing è vitale per gestire la complessità in ambienti virtualizzati, permettendo alla rete di auto-adattarsi senza intervento umano. L'applicazione di modelli AI e Machine Learning (ML), unita a un addestramento continuo, facilita l'evoluzione del comportamento dei sistemi autonomi.

Michael Irizarry, membro del Consiglio dell'NGMN e EVP & Chief Technology Officer di UScellular, ha aggiunto:

"Con la crescente complessità delle reti e il passaggio verso architetture disaggregate e basate sul cloud, è più che mai essenziale gestire tale complessità introducendo l'AI a tutti i livelli delle nostre reti e operazioni".

L'iniziativa di Google, quindi, non è solo una dimostrazione di capacità tecnologica, ma un chiaro segnale della direzione verso cui si sta muovendo l'intero settore delle infrastrutture digitali globali, con l'intelligenza artificiale destinata a giocare un ruolo sempre più centrale nella gestione delle reti del futuro.

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