Come sempre accade per i nuovi smartphone, anche il nuovissimo Google Pixel XL è caduto nelle mani dei ragazzi di iFixit per un tear down esaustivo, finalizzato a valutare il grado di riparabilità del dispositivo al di fuori del periodo di garanzia.
Tagliamo subito la testa al toro: il voto finale è un 6, una sufficienza dunque, che ci dice che la progettazione di questo smartphone ha fatto sì che in media risulti più manutenibile rispetto a molti degli smartphone degli ultimi anni ma non è certo allo stato dell'arte. Persistono infatti alcune criticità che ne inficiano in parte gli aspetti positivi.
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La maggior parte della componentistica interna è modulare e quindi facile da smontare, inoltre sono state utilizzate viti Torx 5 all'interno, per cui con un solo tipo di cacciavite sarà possibile asportarle tutte. Infine è stata impiegata poca colla, e questo consente ad esempio di rimuovere senza troppi problemi anche la batteria.
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Purtroppo però la difficoltà principale consiste proprio nell'aprire la scocca senza arrecare danno allo schermo, uno dei componenti più costosi degli smartphone, mentre una volta dentro le maggiori difficoltà si hanno con la scheda madre.
Insomma, nell'insieme il Pixel XL raggiunge la sufficienza, ma in realtà, visto che alcune delle operazioni considerate più delicate, come ad esempio aprire la scocca, vanno svolte prima di poter effettuare qualsiasi tipo di intervento, la valutazione è forse meno positiva di quanto possa sembrare.