Google Pixel 7 recensione, solo il prezzo è rimasto lo stesso!
Recensione completa di Google Pixel 7, dall'analisi del suo design, passando per le sue performance fotografiche e di autonomia, fino all'analisi dei prezzi.
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a cura di Marco Cagliero
Come fare a migliorare una generazione di prodotti in un mercato considerato come arido di reali novità e migliorie? Questa la domanda che quasi tutte le aziende tech si sono dovute trovare a rispondere nel corso degli scorsi mesi, complice un appiattimento generalizzato delle performance che ha portato anche i device meno costosi ad essere considerati dagli utenti come abili per le esigenze quotidiane.
Fra compagnie che hanno pensato di investire in progetti innovativi e "sperimentali" come i terminali foldable e altre che hanno voluto scommettere tutto sul comparto fotografico, l'approccio di Google a questo tema è forse quello in grado di suscitare maggior interesse, in quanto in grado di unire tradizione e voglia di sperimentare, con una scelta ben chiara: mettere al centro l'utente.
Nella recensione di Google Pixel 7 vi racconterò quindi di come questo approccio di Big G sia evidente tanto in questo terminale, ma anche in realtà di quanto lo sia in tutta la nuova politica commerciale e di posizionamento sul mercato intrapresa soltanto 12 mesi or sono. Questa nuova generazione di smartphone (che ricordiamo vede protagonista anche Google Pixel 7 Pro) rappresenta la migliore incarnazione di questa idea.
Un design ormai iconico, ora maggiormente ridefinito
Google Pixel 7 eredita il linguaggio stilistico del suo predecessore. Non potrebbe essere altrimenti vista la grande spinta di innovazione a livello di design e di materiali che ha visto protagonista la famiglia Google Pixel 6.
Io ho avuto la possibilità di passare tanti mesi in compagnia di tutti i componenti della famiglia Pixel 6 e ora ritrovarmi con questo nuovo dispositivo mi fa sentire finalmente di nuovo a casa, un po' allo stesso modo di come chi cambia iPhone di generazione in generazione si sente spacchettando il nuovo modello. Attenzione perché il tema di confronto con iPhone, o sarebbe meglio dire in generale il confronto con la politica commerciale di Apple, sarà un tema ricorrente in questa recensione.
Per me che ho amato questa nuova strada intrapresa da Google nel design (la sporgenza che contiene le fotocamere è diventata presto nel mercato un punto distintivo come al tempo è stato il notch per Apple con il primo iPhone X) ovviamente questa sensazione di familiarità è stata accolta con grande piacere. Soprattutto con Pixel 7 però è evidente notare come questi 12 mesi siano serviti all'azienda per rifinire alla perfezione i dettagli e curare ancora maggiormente la costruzione del terminale stesso.
La camera bar ora viene infatti ancora maggiormente enfatizzata, con una costruzione in alluminio che abbraccia il bordo dello smartphone, andando a sostituire il mix di vetro e plastica che era presente su Pixel 6. In generale quindi un feeling visivo molto simile, con lo smartphone che però appare come di un livello superiore una volta presa confidenza e iniziato a usarlo per qualche ora.
Rimane invariato invece l'approccio alla disposizione dei tasti, con l'inversione rispetto alla maggior parte dei dispositivi in commercio del tasto volume e del tasto accensione. Si tratta di una scelta che ormai i fan della serie Pixel conosceranno bene ma che obbligherà più di qualcuno ad uno sforzo di apprendimento iniziale.
Il lettore per le impronte digitali è nuovamente messo al di sotto del display, esattamente come nella passata generazione. A lato però è stato introdotto il tanto discusso riconoscimento del volto, seppur in sola tecnologia 2D essendo basato sulla sola fotocamera selfie anteriore. Per il sensore biometrico devo dire che il passo in avanti rispetto all'usabilità che si trovava al lancio sui Pixel 6 è evidente. Siamo però ancora lontani dalla perfezione, con uno sblocco che direi andrà veloce 8 volte su 10, con altre due che potrebbe essere meno immediato o mancare completamente. Se speravate in una completa rivoluzione, non c'è stata.
Per quanto riguarda lo sblocco col volto devo dire che si tratta di una funzionalità ben eseguita da Google (e ci mancherebbe visto il tempo che si sono presi! - N.d.R.) ma che è ovviamente limitata a determinati contesti di illuminazione, non disponendo di nessuna tecnologia infrarossi dedicata. Quando però vi troverete nelle giuste situazioni, poter semplicemente alzare il dispositivo dal tavolo, inquadrarlo e trovarlo subito pronto all'uso, potrebbe risultare molto piacevole e comodo. Capita che la fotocamera selfie faccia il suo lavoro velocemente rendendo l'accesso al terminale rapido e confortevole, mentre il lettore di impronte sta ancora effettuando la lettura (o la manchi).
Finalmente un display di fascia alta!
Così come la costruzione e la scelta dei materiali, anche in ambito display l'azienda si è concentrata sulla conferma di quanto di buono, andando a migliorare ove possibile. Per quanto riguarda il pannello di Pixel 6, tante erano le cose migliorabili e tante sono le cose che sono effettivamente migliorate in questo nuovo modello.
Siamo ancora lontani dalla qualità "esclusiva" dei dispositivi Pro di Google (dotati di ottimizzazione maggiore delle cornici e di maggior/migliore gestione del refresh rate dei contenuti) ma vi basteranno pochi minuti in compagnia di Pixel 7 per comprendere che le critiche alla passata generazione sono soltanto un brutto ricordo.
Seppur quindi siano rimasti immutati refresh rate e risoluzione (rispettivamente 90Hz e FullHD+), la qualità intrinseca del pannello OLED scelto da Google è certamente migliore. Questo aumento di qualità è poi secondo me maggiormente enfatizzato dalla riduzione della diagonale da 6,4" a 6,3". Un dato che letto così potrebbe sembrare minimo ma che all'atto pratico permette a Google Pixel 7 di essere considerato quasi come un dispositivo compatto, in un mercato che vede i 6,7" come uno standard ormai quasi universalmente riconosciuto.
La luminosità massima è stata migliorata, con un dato ora di 1000 nit che permette una visualizzazione chiara e di qualità in ogni contesto (i nit aumentano poi a 1400 per la visualizzazione di contenuti HDR) e non sono presenti artefatti visivi in nessuna condizione di illuminazione.
Unica critica in ambito display, se così possiamo chiamarla, è da ricercarsi nel suo design, con una cornice inferiore che non vede migliorata la sua ottimizzazione. Il "mento" del terminale infatti rappresenta il bordo di maggiori dimensioni rispetto ai restanti tre, di eguale ingombro visivo. Se un anno fa questa scelta poteva essere quasi accettata in maniera implicita, vista la poca spinta di innovazione in questo versante in ambito Android, gli scorsi mesi hanno dimostrato come alcune aziende si siano impegnate a offrire soluzioni maggiormente ottimizzate.
Android 13 e la maturità dei Pixel
Android 13 sui nuovi Google Pixel 7 rappresenta il punto forse di maggiore maturità del robottino verde. Si tratta di una release in grado di portare a un livello superiore le novità introdotte con la recedente release, dimostrando al mercato tech smartphone Android come si possa offrire un’esperienza coerente e personalizzata, senza doverla per forza appesantire o riempire di duplicati.
Il percorso di crescita ed il ruolo dei servizi Google
Certo, tutto ruota attorno ai servizi Google, ai quali dovete completamente affidarvi per poter ottenere il massimo dall’esperienza (un esempio su tutti il backup dell’intero sistema su Google One) ma rispetto all’approccio Apple, la grande apertura intrinseca di Android permette di godere appieno dell’approccio pensato da Google lasciando libero arbitrio all’utente sulle applicazioni da usare per godere appieno delle varie funzioni.
Di base quel che è certo è che rispetto alle origini di Android ci troviamo ora lontani dall’idea secondo la quale l'interfaccia dei dispositivi Google (Nexus prima e Pixel poi) rappresentasse scarsità di funzioni e di personalizzazioni. Già dal primo contatto con Pixel 7 veniamo infatti letteralmente sommersi di schermate relative alle varie funzionalità (esclusive di questa generazione e non) che possono essere sbloccate grazie proprio alla scelta di un Pixel rispetto a qualsiasi altro terminale Android.
Il primo approccio con Android 13 su Pixel 7
Si tratta di un tour guidato (ottenibile poi anche in qualsiasi momento attraverso il menù de Impostazioni - Suggerimenti Pixel) che permette agli utenti, più consapevoli e non, di prendere confidenza con il proprio terminale e di approfondire in maniera immediata le peculiarità del prodotto. Ho davvero apprezzato quello che sembra quasi un tutorial di un videogioco in grado di far percepire all’utente sin dai primi istanti di utilizzo la qualità del prodotto.
La personalizzazione è garantita dalla nuova versione del motore di temi dello smartphone, introdotto con Android 12 ed ora aggiornato e rivisto con nuove implementazioni. Si tratta di un approccio ai temi limitato rispetto alla concorrenza (che vede store dedicati per il download di alternative di terze parti) incentrato però sempre sulla coerenza.
Per parafrasare questo concetto è come se Google, a differenza di Apple, si "fidasse maggiormente" dei suoi utenti permettendo di modificare vari elementi estetici della UI, non permettendo però di trasformare in maniera completa l'interfaccia grafica come invece altri player Android permettono. Una giusta via di mezzo secondo me che mantiene coerenza grafica e pulizia lasciando all’utente quindi meno opzioni magari ma garantendo sempre una resa chiara e piacevole.
Un'importante area relativa al primo approccio con Pixel 7 è da ricercarsi nella maggiore ottimizzazione di tante applicazioni di terze parti rispetto alla quasi totalità della concorrenza Android. Il riferimento forse di maggior rilievo è rappresentato dalla qualità fotografica nelle applicazioni social, garantita al pari degli scatti e dei video realizzati con l'applicazione fotocamera principale. Si tratta di una scelta ben precisa di Google pensata per gli utenti attenti ai dettagli e che vedono così una funzione extra garantita non tanto dalla potenza hardware ma da un lavoro di ottimizzazione software.
L'utilizzo di Pixel 7 nel quotidiano
Una volta presa confidenza con le funzioni, come si comporta poi però nel quotidiano Google Pixel 7? In un super riassunto di poche parole: cucito su misura dell’utente. L’approccio dell’azienda è infatti diverso da quasi tutte le rivali, con un’attenzione maniacale all’intelligenza artificiale e alle funzioni proattive rispetto alla pura potenza hardware.
Smartphone | Geekbench 5 | Geekbench ML | 3DMark | PCMark Work 3.0 | Speedometer 2.0 | Jetstream 2 | ||||
Single-core | Multi-core | CPU | GPU | NNAPI | Wild Life | Wild LifeStress Test | Performance | - | - | |
Google Pixel 7 | 1044 | 3194 | 323 | 1016 | 2213 | 5631 (33,70 fps) | 6505 - 5131 (78,9%) | 10723 | 105 (±6.8) | 99022 |
Google Pixel 6 | 1053 | 3008 | 307 | 1357 | 1729 | 6746 (40,40 fps) | 6866 - 3703 (53,9%) | 10781 | 112 (±7,6) | 90688 |
Samsung Galaxy S22 Ultra | 1162 | 3542 | 345 | 854 | 458 | 2038 (12,20 fps) | 1990 - 980 (49.2%) | 13064 | 97,2 (±5,7) | 90564 |
Oppo Find X5 Pro | 988 | 3420 | 316 | 1715 | 2043 | 2581 (15,50 fps) | 2590-1620 (62.5%) | 11005 | 79,4 (±1,7) | 10268 |
Xiaomi 12 | 1231 | 3766 | 423 | 1518 | 1684 | 9963 (59,70 fps) | Crash | 13511 | 78,9 (±7,6) | 93945 |
Peccato che con la nuova generazione di chip Google Tensor G2 l'azienda non sia riuscita a fare il passo avanti che avremmo sperato, con un processore che ricalca in maniera veramente troppo simile il predecessore (anche il processo costruttivo è rimasto fermo a 5nm). Per chi si aspettava un boost prestazionale, o per tutti coloro che hanno considerato la scorsa architettura come non sufficiente per i propri task, purtroppo non giungono quindi buone notizie.
Ecco quindi come il gaming non sia un punto forte, con una tendenza al surriscaldamento già evidenziata sulla precedente generazione di processori Google Tensor che ogni tanto potrebbe creare situazioni poco piacevoli e vi obbligheranno a mettere momentaneamente da parte il terminale prima di poter tornare a utilizzarlo. Questa tendenza potrebbe anche manifestarsi all’atto della prima accensione del telefono e durante i primi giorni di utilizzo, dove lo smartphone sarà maggiormente messo sotto stress per le varie configurazioni iniziali.
Una volta però permesso allo smartphone di comprendere il pattern di utilizzo (in questo l'intelligenza artificiale è elemento essenziale) questa tendenza sarà pressoché inesistente e da relazionarsi solamente agli scenari di stress intenso e prolungato, scenario nel quale anche la concorrenza non offre comportamenti poi così dissimili.
Google Pixel 7 si sceglie (anche) per le sue potenzialità multimediali
Come visto con la famiglia Pixel 6, anche quest'anno un'area di differenziazione fra modello Pro e "normale" è dettata dal comparto fotografico. Non si tratta di una differenza funzionale per quanto riguarda la fotocamera principale, bensì della mancanza di una lente zoom aggiuntiva, esclusiva anche quest'anno solo della variante con prezzo di listino maggiorato, e da alcune funzionalità ad essa dedicate come anche la mancanza di modalità macro.
Qualità fotografica
La qualità e la consistenza degli scatti sono da sempre un punto importantissimo quando si parla di un terminale Pixel, ed anche questo Pixel 7 non tradisce le aspettative. La fotocamera principale da 50MP (apertura f/1.85) viene coadiuvata anche in questa nuova generazione con una lente ultra grandangolare (114°) da 12MP (apertura f/2.2). Al frontale troviamo invece una fotocamera da 10.8MP (f/2.2).
Come per tanti campi di analisi di Pixel 7, tuttavia, la sola lettura della scheda tecnica non è sufficiente per comprendere le reali potenzialità di questo prodotto. Così come l'assenza di potenza bruta infatti non è da intendersi come causa di una possibile esperienza utente non soddisfacente, anche i "soli" 50MP della fotocamera principale (o i soli 12MP del sensore ausiliario) non vanno letti come insufficienti o non in grado di restituire contenuti di qualità.
È vero, rispetto all'anno passato non è stato fatto un reale salto generazionale (come vedremo a breve le differenze sono infatti per la maggior parte dedicate a nuove funzioni software) però è anche vero che l'altissima qualità alla quale Google ci ha abituato è ben presente anche in questo Pixel 7. Anche se non si tratta del terminale dotato di maggior completezza hardware, la consistenza e la qualità a 360° con le quali ci si può portare a casa degli scatti eccellenti è assolutamente unica nel panorama Android.
Grazie a sapienti algoritmi AI infatti, ed una gestione dell'HDR ancora ad oggi solo avvicinata dai competitor, anche gli utenti meno esperti potranno portare a casa foto degne di nota, con una gestione dei colori e dei contrasti sempre in linea con la scena che andremo ad inquadrare. Se siete abituati a smartphone della concorrenza che prevedono un approccio maggiormente improntato sull'enfatizzazione dei colori accesi, in una prima battuta potreste trovarvi spaesati. La realtà però è che in termini di pura fedeltà cromatica è difficile trovare un reale rivale ai Google Pixel al di fuori di iPhone. La scelta quindi a voi, con l'approccio di Google che andrà maggiormente incontro a coloro che desiderano conservare il look reale delle scene, scelta che personalmente mi sento di appoggiare e condividere pienamente.
Interessanti, seppur ancora una volta in modalità "beta", le opzioni relative ad alcuni scatti con effetto "movimento", con la possibilità di utilizzare il proprio smartphone per foto a lunga esposizione in grado di regalare effetti di scie di luce già molto godibili. Come sempre accade con Big G l'approccio è però sin da ora chiaro, ovvero quello di offrire all'utente opzioni "pro" senza che l'utilizzatore debba per forza conoscere i tecnicismi, con una qualità degli scatti in grado di attirare anche il pubblico di meno esperti.
Qualità video
Parlando di funzionalità extra con questa nuova generazione, l'applicazione Google Fotocamera è stata farcita di opzioni, forse per soppesare l'assenza di reali differenze estetiche negli scatti con la passata generazione. La maggior attenzione è stata dedicata dall'azienda al comparto video, con funzioni "cinematografiche" di chiara ispirazione. Non che sia un male, anzi, quando un produttore si dimostra in grado di "copiare" con qualità le funzioni della concorrenza e di implementarle nella propria proposta credo che sia solo che un plus per gli utenti di quel determinato brand. Si tratta però nella maggior parte dei casi di funzioni extra simpatiche e carine che utilizzerete qualche volta salvo poi dimenticarvi della loro presenza.
Ciò che non vi dimenticherete però sarà la consistenza e la qualità anche del comparto video (sia attraverso le nuove funzioni sia attraverso la normale ripresa che si spinge fino al 4K 60fps) che segue a ruota i ragionamenti appena discussi in merito alle fotografie. Scene sempre ben riprodotte e con una fedeltà cromatica di assoluto livello. Buona anche la stabilizzazione e la qualità dei microfoni per l'audio registrato. Possibile la registrazione video in HDR anche se solamente fino al 4K a 30fps.
Audio e vibrazione
L'audio di Pixel 7 è corposo e di buon livello, garantito da un'uscita stereo, come da tradizione ormai nel segmento top. Per quanto quindi la qualità di riproduzione dei contenuti multimediali non faccia quasi notizia (così come l'assenza del jack da 3,5mm per le cuffie), ciò che è sempre importante segnalare in una recensione di uno smartphone Pixel è la qualità della vibrazione.
Il feedback aptico della vibrazione è infatti un elemento in grado di restituire all'utente una sensazione di qualità e quell'effetto premium al pari di una buona costruzione o di un bel design. Già dai primi momenti e dalla prima configurazione si prende confidenza con questo elemento e si verrà poi accompagnati in ogni interazione sempre con una grande qualità e grande piacevolezza. Che si tratti quindi di digitare sulla tastiera, così come di ricevere i vari output durante l'esecuzione delle applicazioni, il feed della vibrazione è da considerarsi in questo Pixel 7 come un assoluto punto a suo favore.
Una batteria che dura il giusto
Area dove la riduzione generale delle dimensioni poteva effettivamente lasciare qualche punto interrogativo, complice anche la ovvia riduzione della capienza della batteria a bordo. La realtà è che dopo un primo periodo di assestamento iniziale, che ricordiamo essere ormai un tempo tecnico di "rodaggio" per tutti gli smartphone nel quale non si deve arrivare a conclusioni affrettate, l'autonomia di questo Pixel 7 si è attestata sugli stessi risultati del suo predecessore, con una giornata d'uso garantita in quasi tutti gli scenari di utilizzo.
Nel corso del nostro test di laoratorio, il quale vede tutti gli smartphone da noi provati nelle stesse condizioni di rete Wi-Fi, luminosità al 50% e audio al 50% tramite l'applicazione PC Mark, Google Pixel 7 ha raggiunto e superato le 13 ore di utilizzo, senza mai presentare picchi di calore sospetto.
Peccato per la mancanza di una vera e propria ricarica ultra rapida, con i soli 30W supportati da questo Pixel 7 che prova comunque a farsi perdonare non solo supportando la ricarica wireless ma confermando anche la stessa in funzione inversa, potendo elargire quindi a sua volta energia ai vari dispositivi esterni compatibili.
Presente la modalità always-on, seppur non la migliore in termini di interazione e di gestione delle notifiche in ingresso, con l'attivazione di tale funzione che non agisce in maniera troppo pesante sull'autonomia del terminale.
A chi è rivolto questo Google Pixel 7?
Google Pixel 7 è uno smartphone che potrebbe sembrare semplicemente un piccolo miglioramento all’impalcatura messa in piedi con Pixel 6. La realtà però è più complessa e ci racconta di come un azienda sia riuscita a migliorare praticamente ogni aspetto non fallendo alla prova del prezzo (Pixel 6 e Pixel 7 condividono infatti lo stesso piazzamento dei modelli precedenti).
Grazie a questo sforzo, Pixel 7 diventa un terminale non solo indicato a 360° per tutti coloro alla ricerca di un signor smartphone in ogni comparto ma anche, caso forse più unico che raro nello scenario tech attuale, adatto a coloro che arrivano dal predecessore Pixel 6. Anche se le novità non sono così profonde, è infatti possibile scorgere migliorie sparse in grado di rendere questo nuovo modello già fin da ora più maturo e pronto alle future sfide.
Non è da intendersi come "il miglior smartphone che i soldi possano comprare", però è un terminale adatto a coloro che vogliono avere fra le mani una piccola macchina fotografica e che, pur senza conoscere nulla di fotografia, vogliono sentirsi in grado di catturare ricordi unici ed eccellenti in ogni contesto di utilizzo.
Risulta inoltre adatto a coloro che non ricercano la potenza massima, non abbiamo infatti nessun comparto di eccellenza assoluta, ma piuttosto la massima ottimizzazione in campo Android, sia essa estetica o funzionale (il funzionamento delle fotocamere nelle app di terze parti è l’esempio principe di questa politica).
Se la volontà di Google era quella di presentarsi sul mercato con una gamma Pixel 7 in grado di rappresentare al meglio il concetto di "iPhone con Android", credo che l’esperimento sia riuscito pienamente, con Pixel 7 che non solo è in grado di competere all’atto pratico con il rivale iPhone 14 (e con praticamente tutta la line-up fascia media-alta Android), ma riesce nell’intento con addirittura un prezzo nettamente inferiore.
Voto Recensione di Google Pixel 7
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
+ Prezzo invariato rispetto al precedente modello
-
+ Raffinatezza hardware e software maggiore rispetto al predecessore
-
+ Punta e scatta senza rivali al suo listino
-
+ Coerenza software e funzionalità esclusive
-
+ Funzioni AI avanzate in ogni area dello smartphone
Contro
-
- Mancanza dei 120Hz
-
- Tendenza al surriscaldamento in condizioni limite
-
- Il nuovo chip Google Tensor G2 non segna un reale boost prestazionale
-
- Tecnologia di ricarica rapida ancora ferma a 30W
Commento
Google Pixel 7 rappresenta il nuovo punto di ingresso di Big G per quanto riguarda il mercato smartphone Android. Con un prezzo di listino uguale all’anno scorso, ed un parco hardware software in grado di segnare praticamente solo segni positivi nell’analisi con il predecessore, si appresta a diventare un campione di vendite. Non esiste un reale difetto, se non una sua tendenza a non eccellere in nulla ma il suo costo è perfettamente in linea con le potenzialità. In un mercato che vede i suoi valori crescere di anno in anno in termini di esborso per l’utente, un plauso a Google che dimostra come migliorare sia ancora possibile, soprattutto laddove conta realmente per l’utente.