Pixel 4a è in corsa per vincere il titolo di best-buy. Google lo posiziona a 389 euro, in perfetta concorrenza con iPhone SE 2020. La nuova creatura dell'azienda di Mountain View è lo smartphone che mancava nel panorama Android in questo segmento: compatto, in grado di offrire eccellenti prestazioni, supporto nel tempo e un comparto fotografico che permette di soddisfare buona parte delle esigenze.
È un prodotto profondamente diverso rispetto al Pixel 3a dello scorso anno. La sensazione è che il gigante californiano abbia lavorato per offrire un'esperienza utente molto vicina alla fascia alta del mercato, con meno rinunce rispetto al predecessore. Ne è scaturito uno smartphone che oggi, dal mio punto di vista, diventa praticamente una scelta obbligata per chi cerca un dispositivo Android da poter utilizzare con una sola mano. Senza però voler rinunciare a un'esperienza utente soddisfacente a 360°.
Il piacere della compattezza
143 grammi e 144 mm di altezza. Bastano questi due dati per comprendere quanto compatto sia il Pixel 4a, almeno rispetto a ciò che si vede ormai nel mercato smartphone. Lo si utilizza serenamente con una mano e la finitura satinata della scocca (che sembra quasi gommata) contribuisce a rendere salda la presa. Non è un prodotto che scivola dunque e tutti i pulsanti fisici (volume e accensione) si raggiungono senza problemi con le dita. Discorso analogo per il sensore biometrico posizionato sul retro, sempre veloce e preciso nello sblocco e nel riconoscimento dell'impronta.
Lo spessore del modulo fotografico posteriore non crea particolari problemi di stabilità quando si poggia lo smartphone su di un piano. Sulla parte frontale lo schermo è attorniano da cornici risicate ma comunque presenti, che evitano il fenomeno dei tocchi involontari sul pannello. La fotocamera per i selfie è integrata direttamente nel display e, in generale, il design non è dei più originali. Nella colorazione nera che vedete ritratta nelle immagini il Pixel 4a risulta abbastanza anonimo. Manca una certificazione d'impermeabilità.
Mi ha convinto lo schermo. È un pannello OLED da 5,7 pollici con risoluzione di 1.080 x 2.340 pixel: buona luminosità, ottima visibilità all'aperto, gamma cromatica ampia. Ci sono poi le solite chicche software a cui Google ci ha abituati come la funzionalità Always-on che nei Pixel, oltre alle solite informazioni, mostra anche quale canzone è in riproduzione attorno allo smartphone. L'unico aspetto migliorabile sono gli angoli di visuale, non assoluti come visto su altri modelli.
Poco da dire sulle performance. Lo Snapdragon 730, abbinato a 6 Gigabyte di RAM e a 128 Gigabyte di memoria interna (non espandibile), consente al Pixel 4a di far girare tutto in maniera fluida, senza tentennamenti. Il gigante di Mountain View ha compiuto il solito eccellente lavoro di ottimizzazione ed è davvero un piacere utilizzare questo smartphone nella quotidianità. L'interfaccia stock di Android 10 ormai la conosciamo, ma vale la pena ricordare che questo dispositivo godrà di tre anni di aggiornamenti garantiti (tra major release e update di sicurezza).
In tutto questo stupisce l'autonomia. Da questo punto di vista sono partito un po' prevenuto sulla scia di quanto visto con il fratello maggiore Pixel 4. In realtà la batteria da 3.140 mAh, con il mio solito utilizzo (misto tra LTE e Wi-Fi, 2 account mail in push, centinaia di notifiche dai social ed app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), sono riuscito a coprire quasi 1 giorno e 6 ore lontano dalla presa elettrica – a fronte di più di 5 ore di schermo accesso. Un ottimo risultato considerando anche le dimensioni dello smartphone, senza dimenticare la presenza della ricarica rapida a 18W.
Completa la connettività: supporto eSIM, Bluetooth 5.1, Wi-Fi ac dual-band, NFC, GPS A-GLONASS Galileo, jack audio da 3.5 mm. C'è però una mancanza importante, che in parte compromette la "longevità" di questo Pixel 4a, ovvero l'assenza del 5G. Una scelta che fa storcere un po' il naso, ma che ha probabilmente agevolato Google nel contenere il prezzo.
Comparto fotografico: la supremazia del software sul silicio
Fa sempre un certo effetto vedere, al giorno d'oggi, uno smartphone con una sola fotocamera posteriore. Big G ha però dimostrato, per l'ennesima volta, quanto sia più importante l'ottimizzazione software per la parte hardware. Pixel 4a scatta delle buone fotografie in qualsiasi contesto, tanto in diurna che in notturna. In tal senso, la modalità notte del gigante californiano continua a fare miracoli e può essere utilizzare anche per i selfie. Insomma, il sensore da 12.2 Megapixel (obiettivo f/1.7) fa ampiamente il suo dovere, così come quello frontale da 8 Megapixel.
Quest'ultimo realizza delle fotografie in modalità ritratto (soggetto a fuoco e sfondo sfocato) davvero di alto livello, che poco hanno da invidiare ai top di gamma. Letteralmente pazzesca la stabilizzazione elettronica dei video, che sembrano realizzati con un gimbal. La risoluzione dei filmati può raggiungere i 4K a 30 fps, mentre se si scende in Full-HD si può salire a 60 fps. Buoni i risultati in notturna anche in quest'ambito e non mancano funzionalità come il time-lapse e lo slow-motion.
Detto questo, non ci sono dubbi sul fatto che in alcuni ambiti la mancanza di altri sensori si faccia sentire. Lo zoom digitale (fino a 7X) non raggiunge certamente i risultati di uno zoom ottico e non avere a disposizione un grandangolo rende più difficoltoso, ad esempio, fotografare i monumenti. Sappiamo ormai che l'implementazione di più fotocamere, per quanto faccia comodo al marketing, ha comunque una sua precisa funzione. Stiamo comunque parlando di un medio gamma e il comparto fotografico è da promuovere senza dubbi.
Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?
Chi cerca uno smartphone Android da utilizzare con una mano e in grado di offrire complessivamente prestazioni di alto livello ha finalmente una scelta. È questo l'identikit dell'acquirente ideale di Pixel 4a, un prodotto su cui Google ha compiuto un eccellente lavoro, riuscendo a soddisfare l'incredibile aspettativa che si è generata attorno a questo prodotto.
Adesso la palla passa al reparto marketing. Se ci sarà un adeguato sostegno in termini di comunicazione del prodotto, potremmo ritrovarci di fronte a un potenziale best seller. Peccato però per la scelta di farlo arrivare nei negozi solo a ottobre, sinceramente poco comprensibile. iPhone SE 2020 ha finalmente un rivale diretto.