Fuchsia OS è un progetto su cui si specula ormai da anni. Non è un mistero che Google stia lavorando ad un nuovo sistema operativo, ed oggi possiamo finalmente vederlo in azione. Sì perchè è disponibile da pochi giorni per il Pixelbook, ed i colleghi di Ars Technica hanno deciso di metterlo alla prova.
Occorre innanzitutto sottolineare come la prova di Fuchsia OS su Pixelbook non sia alla portata di tutti. È necessario infatti compilarlo, senza dimenticare come molte funzionalità non siano ancora disponibili. Insomma, si tratta di una versione beta, poco utilizzabile nella quotidianità, ma che offre indicazioni certamente interessanti sulla strada intrapresa da Google.
Ciò che balza immediatamente agli occhi è la capacità di Fuchsia OS di adattare l'interfaccia a seconda del dispositivo, tutto in maniera estremamente semplice. Basta infatti premere un pulsante affinchè la UI possa essere utilizzata sullo schermo di uno smartphone, di un tablet o di un laptop.
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Big G sembra dunque intenzionata a realizzare quella tanto agognata unificazione tra esperienza utente desktop e mobile. Una strada peraltro intrapresa anche da Microsoft attraverso la compatibilità di Windows 10 con i SoC ARM. La sensazione è che il futuro dei dispositivi mobili passi proprio attraverso questa unificazione.
Da un punto di vista grafico, Fuchsia OS sembra riprendere a piene mani il material design di Android. Da sottolineare anche la continuità tra le app, il cui utilizzo magari intrapreso sullo smartphone può essere ripreso in tempo reale sul tablet o sul laptop. Appunto, l'unione tra esperienza desktop ed esperienza mobile.
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Fuchsia OS è comunque ancora acerbo, e sicuramente lo sviluppo durerà ancora a lungo. Difficile dunque prevedere quando effettivamente Google abbia intenzione di integrarlo su un dispositivo commerciale, senza dimenticare come non sia escluso che possa rappresentare una nuova versione di Android stesso.
Appare comunque evidente come l'azienda di Mountain View stia lavorando sotto traccia per farsi trovare pronta a quella che sembra essere un'esigenza del mercato sempre più pressante. I dispositivi mobili, da un punto di vista funzionale, necessitano di un salto in avanti che potrebbe essere portato proprio dall'unione tra esperienza utente desktop e mobile.
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