Francia bandisce gli smartphone nelle scuole

In Francia è stato approvato l'obbligo di riporre gli smartphone in armadietti o buste sigillate all'inizio della giornata scolastica.

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a cura di Andrea Maiellano

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La battaglia contro gli smartphone nelle scuole francesi si intensifica, con il governo che ha deciso di alzare ulteriormente l'asticella delle restrizioni. Dopo aver imposto dal 2018 lo spegnimento dei telefoni durante l'orario scolastico, la Francia fa un passo in avanti più deciso: a partire da settembre, gli studenti delle scuole medie dovranno depositare i propri dispositivi in armadietti o custodie apposite per l'intera giornata scolastica. Una misura che nasce da preoccupazioni crescenti sugli effetti negativi dell'uso eccessivo degli schermi sullo sviluppo cognitivo e sul benessere psicologico degli adolescenti.

L'annuncio è arrivato direttamente dalla ministra dell'Istruzione ed ex primo ministro Élisabeth Borne, che ha definito il provvedimento "essenziale per il benessere dei nostri ragazzi e per il loro successo scolastico". La decisione non è stata presa a cuor leggero, ma si basa sui risultati di un programma pilota condotto in 180 scuole medie francesi, coinvolgendo oltre 50.000 studenti.

Per sei mesi, questi giovani hanno sperimentato una "pausa digitale" forzata, depositando i loro telefoni in armadietti o custodie speciali che venivano sbloccate solo al termine della giornata scolastica. Secondo quanto riferito dalla ministra, i risultati sono stati estremamente positivi, con un significativo miglioramento del clima all'interno degli istituti.

Le scuole avranno la libertà di scegliere quale sistema adottare (armadietti o custodie) con un costo che potrà arrivare fino a qualche migliaio di euro. La spesa, considerata contenuta rispetto ai benefici, sarà a carico degli istituti stessi.

La tecnologia che connette il mondo rischia di disconnettere i nostri ragazzi dalla realtà dell'apprendimento.

Il nuovo regolamento si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazione per l'impatto degli schermi sullo sviluppo dei giovani. Nel 2024, un rapporto commissionato dal presidente Emmanuel Macron e redatto da un team guidato da un neurologo e uno psichiatra specializzato in dipendenze, ha raccomandato misure drastiche: nessun utilizzo di smartphone per i minori di 13 anni e nessun accesso ai social media "convenzionali" fino ai 18 anni.

Lo stesso rapporto ha suggerito severe limitazioni all'esposizione agli schermi per tutti i bambini, con restrizioni variabili in base all'età. Questi esperti ritengono che il tempo trascorso davanti a dispositivi digitali stia compromettendo non solo l'apprendimento, ma anche lo sviluppo di capacità sociali fondamentali.

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La Francia non è sola in questa battaglia. Anche Regno Unito e Stati Uniti stanno esplorando misure analoghe. Nel 2024, il governo britannico ha pubblicato linee guida che incoraggiano le scuole a vietare completamente l'uso dei telefoni negli spazi educativi.

Negli Stati Uniti, i governatori di stati popolosi come New York e California hanno manifestato il loro sostegno a provvedimenti che limitino l'uso degli smartphone nelle scuole. La preoccupazione per la dipendenza tecnologica e per i danni che questa può causare alla capacità di concentrazione e alla salute mentale dei giovani sembra ormai un tema di portata globale.

Il modello francese potrebbe quindi diventare un esempio per altre nazioni, in un momento in cui la ricerca scientifica sta evidenziando sempre più chiaramente i legami tra uso eccessivo di dispositivi digitali e problematiche come ansia, depressione, disturbi del sonno e difficoltà di apprendimento tra gli adolescenti.

La discussione non riguarda solo il contesto scolastico, ma si sta allargando a una riflessione più ampia su come le nuove generazioni debbano rapportarsi con la tecnologia. La sfida per educatori e politici è trovare un equilibrio che permetta ai giovani di sfruttare i vantaggi degli strumenti digitali senza cadere nelle trappole della dipendenza e dell'isolamento sociale che questi possono comportare.

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