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Pro
- Design discreto e leggero
- Qualità costruttiva
- Navigazione
- Teleprompter
- Quick Notes
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Contro
- Assenza di audio
- Software migliorabile: dashboard, notifiche, AI
- Prezzo
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto

Even Realities G1
Gli Even Realities G1 sono occhiali smart che integrano funzioni di realtà aumentata in un design simile a normali occhiali da vista. All’apparenza sono comuni montature da vista, ma al loro interno celano un display heads-up che proietta testi e informazioni direttamente sulle lenti, accessibile solo a chi li indossa (anche se può essere intravisto dall’esterno). Grazie a questa soluzione ottica, gli Even G1 promettono di fornire traduzioni in tempo reale, indicazioni stradali, note vocali trascritte, notifiche dallo smartphone e persino un assistente virtuale AI, il tutto senza distogliere lo sguardo dalla realtà circostante.
Il prodotto è rivolto a chi desidera un dispositivo indossabile discreto per migliorare produttività e comunicazione quotidiana, evitando gli ingombri e l’aspetto futuristico di molti visori AR tradizionali. Con un prezzo di listino di circa circa 699€, gli Even G1 si posizionano nella fascia alta del mercato degli occhiali intelligenti, puntando su un’esperienza premium e completa (senza abbonamenti aggiuntivi per l’uso delle funzioni AI o navigazione).
Vediamo come sono fatti, cosa permettono di fare, la nostra esperienza d’uso, un confronto con prodotti concorrenti e infine capiamo chi dovrebbe acquistarli - o evitarli.
Recensione in 1 minuto
Gli Even Realities G1 sono occhiali smart che sembrano normali occhiali da vista, ma integrano un display AR discreto che mostra notifiche, traduzioni, indicazioni stradali e persino un teleprompter per chi deve parlare in pubblico. Sono leggeri e comodi, con un design elegante che non attira attenzioni, e la batteria dura fino a un giorno e mezzo, con la possibilità di ricaricarli tramite la custodia.
L’esperienza d’uso è fluida e intuitiva, soprattutto per la lettura delle notifiche e la navigazione, anche se il sistema non permette di rispondere ai messaggi direttamente dagli occhiali. Manca l’audio, quindi niente musica o indicazioni vocali, e la traduzione funziona solo in modo passivo, senza poter interagire con l’interlocutore. L’assistente AI è ancora acerbo e limitato all’inglese, mentre il prezzo di 699 euro può risultare alto considerando alcune di queste mancanze.
Sono ideali per professionisti e viaggiatori che vogliono un assistente discreto e sempre accessibile, ma non adatti a chi cerca un’alternativa completa allo smartphone o occhiali smart con funzioni multimediali avanzate. Innovativi, ma con margini di miglioramento.
Come sono fatti
Gli Even G1 sono disponibili in due varianti di montatura: Even G1 A, con forma tondeggiante “panto” classica, e Even G1 B, con forma rettangolare più moderna. I design sono ispirati a occhiali tradizionali e pensati per risultare moderni ed eleganti in ogni contesto, evitando l’estetica appariscente di molti dispositivi tecnologici. Le colorazioni offerte includono tre toni neutri (grigio, verde scuro e marrone) per adattarsi ai diversi gusti senza dare nell’occhio - noi li abbiamo provati nella variante marrone.
La cura costruttiva è elevata: la montatura è realizzata in lega di magnesio con finitura opaca, dotata di cerniere brevettate senza viti a scomparsa. Le aste sono in titanio flessibile con rivestimento in silicone nelle parti a contatto, materiali scelti per garantire robustezza, leggerezza e comfort sulla pelle anche dopo molte ore: pesano circa 37 grammi e sono quindi paragonabili a un normale paio di occhiali da vista, soprattutto perché il peso è distribuito principalmente sulle astine e dietro le orecchie, così da non gravare sul naso. Questa costruzione fa sì che chi li indossa possa quasi dimenticarsene: sono molto leggeri e bilanciati, senza elementi sporgenti o cavi esterni. Va notato che, per scelta progettuale, non sono presenti fotocamere né altoparlanti integrati sugli Even G1; questo, come vedremo, risulterà tuttavia un difetto dato che né limita molto le funzioni smart. La mancanza di speaker porta a un’interazione solo via display e microfono, senza output audio diretto (né musica, né comandi vocali in cuffia).
Oltre agli occhiali stessi (personalizzabili con lenti da vista graduate su richiesta), Even Realities include nella confezione una custodia rigida con funzione di ricarica wireless, un panno in microfibra per la pulizia delle lenti e un cavo USB-C. La custodia funge da power bank: ha una batteria interna che consente di ricaricare gli occhiali circa due volte e mezzo, prima di doverla collegare a sua volta alla corrente. Gli occhiali hanno infatti connettori per la ricarica a induzione e si ricaricano semplicemente riponendoli nella custodia (non vi sono porte di ricarica sugli occhiali stessi).
Dal punto di vista delle dimensioni, le montature Even G1 hanno misure simili a occhiali standard e adottano un ponte nasale universale con naselli regolabili per adattarsi a vari tipi di volto. Sono disponibili sia lenti neutre (trasparenti) sia lenti con gradazione personalizzata: l’azienda offre la possibilità di ordinare gli Even G1 con lenti correttive su misura, grazie a un processo di fabbricazione digitale che combina la lente ottica e la lente del display in un unico elemento di spessore standard, senza distorsioni né sdoppiamenti - purtroppo non potrete andare dal vostro ottico e cambiare la lente, solo Even Realities può farlo. In aggiunta, è disponibile una clip solare opzionale, applicabile sul frontale per trasformare rapidamente gli Even G1 in occhiali da sole graduati: questo accessorio è coordinato nel colore della montatura e aggiunge circa 10 grammi di peso.
Vediamo meglio alcune specifiche tecniche:
- Display e ottica: due micro-proiettori MicroLED (sistema proprietario HAOS) integrati nelle astine proiettano un’immagine monocromatica verde su ciascuna lente tramite lenti a guida d’onda; risoluzione 640×200 pixel per occhio, campo visivo di 25°, luminosità fino a 1000 nit, frequenza di aggiornamento 20 Hz. Le lenti mantengono circa il 98% di trasparenza, quindi il display appare sovrapposto alla vista reale solo quando attivo, senza compromettere la visione normale.
- Audio e sensori: 2 microfoni beamforming integrati (uno per asta) permettono di catturare i comandi vocali e l’audio ambientale (utili in dettatura e traduzione). Non ci sono altoparlanti incorporati. Sensore di luminosità ambientale per regolare automaticamente l’intensità del display in base alla luce esterna. Nessuna fotocamera integrata (il dispositivo non scatta foto né video).
- Connettività: gli Even G1 si connettono allo smartphone (Android/iOS) tramite Bluetooth Low Energy 5.2. Tramite l’app dedicata Even Realities è possibile configurare gli occhiali, personalizzare le impostazioni e accedere a tutte le funzionalità
- Batteria: integrata da 60 mAh; garantisce circa 1 giorno e mezzo di utilizzo tipico con una singola carica. La ricarica avviene wireless tramite custodia: la custodia in dotazione, dotata di batteria interna, fornisce fino a 2-3 ricariche complete prima di esaurirsi. In pratica, con occhiali e custodia carichi si ottengono circa 3-4 giorni di autonomia totale prima di dover attaccare tutto alla presa di corrente.
Cosa permettono di fare
Gli Even G1 offrono un ventaglio di funzionalità smart notevole, pensate per assistere l’utente in varie attività quotidiane. Tutte le funzioni sono accessibili tramite una combinazione di comandi touch sulle astine e interazioni vocali, spesso in abbinamento all’app mobile.
Partiamo dalla visualizzazione di notifiche. Per attivare la dashboard dovrete guardare verso l’alto, è proprio il cambio di posizione che invia il comando di attivazione dello schermo. In questo modo si visualizzerà una schermata dashboard iniziale con ora e data, livello batteria, meteo e i prossimi appuntamenti in agenda o note (se prese). Gli Even G1 possono mostrare nell’HUD anche notifiche in arrivo dallo smartphone – ad esempio messaggi, chiamate, notifiche social – in tempo reale, grazie alla sincronizzazione via app. È possibile personalizzare tramite l’app quali notifiche visualizzare e l’angolo/posizione a cui far comparire il testo (regolando di fatto quanto occorre inclinare la testa, e anche regolare su tre posizioni di altezza la posizione della dashboard. Al momento le notifiche sono in sola lettura: si possono consultare a colpo d’occhio, scorrere avanti/indietro con tocchi sulle astine, ma non è possibile interagirvi direttamente dagli occhiali (non si può rispondere a un SMS dettandolo, ad esempio). L’idea di base è di fornire un colpo d’occhio discreto alle informazioni importanti senza dover prendere in mano il telefono, mantenendo però quest’ultimo come dispositivo principale per l’input complesso.
Tenendo premuto il touchpad sull’asta destra, gli Even G1 attivano la modalità di nota rapida (Quick Note). Un messaggio sul display avvisa che la registrazione è in corso (Quick Note Recording) e a quel punto l’utente può dettare a voce un appunto. Una volta terminato, la nota vocale viene automaticamente trascritta in testo e salvata nell’app companion sul telefono. La prossima volta che si solleva lo sguardo, il testo dettato comparirà sul display degli occhiali, fungendo da promemoria immediato. Il sistema è abbastanza intelligente da riconoscere se nella nota viene menzionata una data, un orario o un impegno: in tal caso l’assistente AI interno suggerisce di aggiungere l’evento al calendario, rendendo i QuickNote utili per impostare promemoria e appuntamenti al volo. Questa funzione è pensata per catturare idee o informazioni al momento, senza dover usare lo smartphone; ad esempio, può aiutare a ricordare nomi di persone appena conosciute o dettagli forniti in una riunione, visualizzandoli sulle lenti per consultazione immediata “solo per i tuoi occhi”. Il tempo di registrazione è limitato a 30 secondi, ma è più che sufficiente.
Gli Even G1 fungono anche da interprete tascabile. Tramite l’app mobile si selezionano la lingua parlata e la lingua in cui si vuole la traduzione (sono supportate 13 lingue al lancio, tra cui ad esempio mandarino, giapponese, coreano, oltre alle principali europee). Attivando la modalità Translate e indossando gli occhiali, se un interlocutore parla nella lingua straniera selezionata, gli occhiali ascoltano tramite i microfoni e mostrano in tempo reale la traduzione testuale in italiano (o nella lingua desiderata) direttamente sul display HUD. In pratica, gli occhiali sovrappongono sottotitoli istantanei a una conversazione dal vivo. Nei test effettuati questa funzionalità ha mostrato risultati buoni con dialoghi uno-uno (utile ad esempio per comprendere un turista o seguire un film in lingua originale senza sottotitoli). Ovviamente gli occhiali non possono “comunicare per noi”: se noi parliamo, non ci sarà alcun tipo di traduzione per il nostro interlocutore, quindi vanno bene solo per un ascolto passivo in una lingua sconosciuta o per aiutarci a comprendere meglio una lingua straniera, ma non si sostituiscono alla conversazione in lingua.
Inoltre, non essendoci la fotocamera, gli occhiali non possono tradurre il testo scritto su cartelli o menu. In sintesi, la traduzione vocale in tempo reale degli Even G1 è un’assistenza utile in viaggio o con colleghi stranieri, ma rimane un aiuto unidirezionale.
Un’altra funzione chiave è la navigazione assistita. Collegando gli occhiali all’app e inserendo sull’app un indirizzo di navigazione, gli Even G1 possono mostrare indicazioni stradali turn-by-turn direttamente nel campo visivo. Ad esempio, cercando una destinazione nell’app e avviando la navigazione, sulle lenti compariranno frecce direzionali con la svolta successiva, il nome della via da prendere, la distanza o il tempo stimato alla meta, e perfino una mini-mappa dell’intero percorso quando si alza la testa. Di base viene offerta la scelta di spostamento a piedi o in bicicletta, ma funzionano anche se sarete in automobile. Nella nostra prova questa funzione (ancora indicata come beta) si è rivelata molto comoda per orientarsi senza distrazioni, anche se non viene mostrata la mappa intera. In altre parole, vedrete una linea che dovrete seguire con le varie svolte e un cursore che mostra la vostra posizione; non ci saranno tutte le vie e strade della mappa, poiché essendo monocromatici, sarebbe impossibile identificare il percorso su una mappa complessa. Non potrete quindi avere altri riferimenti ambientali per identificare in maniera corretta il percorso. Tuttavia il rilevamento della posizione è molto preciso, anche se non sarà semplice districarsi in incroci complessi con molte strade, motivo per cui questa funzione è pensata principalmente per gli spostamenti a piedi o in bicicletta. Se ci fossero stati degli altoparlanti si sarebbero potute aggiungere le indicazioni vocali, peccato.
Inoltre, allo stato attuale le indicazioni rimangono fisse nel display finché la navigazione è attiva, piuttosto che comparire solo al bisogno. Ciò può risultare un po’ invasivo nello sguardo (il percorso può occupare buona parte del campo visivo continuamente). Nonostante queste migliorie desiderabili, la navigazione AR offerta dagli Even G1 rappresenta una delle implementazioni più pratiche: immaginate di passeggiare in una città seguendo una freccia virtuale che vi guida, senza sembrare un turista incollato a uno schermo.
Assieme alla navigazione, l’altra funzione più sorprendente per utilità è il Teleprompter integrato, anche se ha delle limitazioni. Pensato per professionisti e speaker, trasforma gli occhiali in un gobbo elettronico discreto. Tramite l’app Even Realities, si può caricare un documento di testo o uno script (ad esempio un discorso, una presentazione, note per una riunione) e poi attivare la modalità teleprompter sugli occhiali. Il testo appare sul display delle lenti suddiviso in quattro righe visibili alla volta, e la cosa davvero innovativa è che gli occhiali seguono la voce di chi parla: grazie al riconoscimento vocale, man mano che recitiamo il discorso, il sistema evidenzia le parole già dette e scorre automaticamente il testo seguendo il nostro ritmo - anche in italiano. In questo modo si può parlare liberamente al pubblico o alla telecamera, con lo sguardo rivolto in avanti, avendo sempre sott’occhio la riga successiva del discorso senza che nessuno noti nulla. Dai nostri test, lo scorrimento del teleprompter è fluido e facile da seguire, e soprattutto la posizione centrale del testo davanti agli occhi fa sì che non sembri che si stia leggendo, dato che non si abbassano gli occhi su fogli o schermi. Questa caratteristica rende più naturale tenere presentazioni o video: si può deviare in digressioni e poi ritrovare immediatamente il punto esatto dove eravamo rimasti grazie all’evidenziazione in tempo reale. L’unica problematica è se, anziché guardare fissi in una videocamera, dobbiamo muovere la testa in più direzioni, poiché in questo caso il testo seguirà il movimento della testa e a tratti potrebbe essere un po’ disorientante. Non è una funzione che si usa con semplicità subito la prima volta, serve un po’ di pratica.
Meno convincente è invece l’assistente vocale AI che attiva tenendo premuto il controllo sull’asta sinistra. Sul display appare la scritta “Even AI is listening” e a quel punto si può porre una domanda a voce agli occhiali – ad esempio chiedere una curiosità, una conversione di unità, un’informazione di cultura generale. L’assistente si appoggia a un modello di linguaggio avanzato cloud (è alimentato da Perplexity.ai secondo quanto riferito), quindi elabora la richiesta online e dopo pochi istanti mostra in sovrimpressione la risposta testuale direttamente sulle lenti. Se la risposta è lunga, è possibile scorrerla con tocchi ripetuti sul pulsante/trackpad per leggere tutto. Attualmente è una funzione indicata come in Beta, quindi non contate su questa caratteristica se vi interessano i G1, anche se in alcuni casi può tornare utile.
Esperienza d’uso
Abbiamo testato gli Even Realities G1 per alcune settimane, valutandone l’ergonomia, la qualità del display e l’efficacia delle funzionalità promesse nell’uso quotidiano. Nel complesso, l’esperienza d’uso si è rivelata positiva ma non priva di compromessi, come spesso accade con i primissimi esemplari di una nuova categoria di prodotto.
Sin dal primo utilizzo colpisce quanto gli Even G1 sembrino occhiali “normali”. Indossandoli in pubblico, nessuno li ha notati come gadget elettronico. Solo osservando da vicinissimo si può scorgere un leggero riquadro semitrasparente su ciascuna lente (l’area di proiezione), ma in condizioni normali è praticamente invisibile. Questo significa poterli portare in contesti sociali senza attirare attenzione indesiderata – un enorme passo avanti rispetto a esperimenti passati come Google Glass, che avevano un’estetica ben più appariscente. Il peso ridotto e la distribuzione equilibrata fanno sì che anche dopo ore ci si dimentichi di averli addosso; non ci sono cavi né unità esterne, dunque la libertà di movimento è totale. Chi è già portatore di occhiali da vista apprezzerà il fatto di poter unire correzione visiva e funzioni smart in un unico dispositivo, senza dover alternare occhiali e visori. Durante la nostra prova, gli Even G1 non hanno dato fastidio nel corso di una giornata tipo: li abbiamo indossati in ufficio, in riunioni, per strada e in casa, senza mai provare affaticamento significativo.
Il sistema di attivazione al vertice delle astine ha i suoi pregi e difetti. Tra i pregi c’è il fatto che quando ci si interagisce non si rischia di spostare gli occhiali, cosa che accadrebbe se invece fosse posizionato nella parte anteriore vicino alle lenti; d’altra parte bisogna prenderci le mani perché non basta toccare il piccolo parallelepipedo, ma dovrete posizionare il dito precisamente all’estremità.
A parte ciò, la curva di apprendimento dei controlli touch e dei vari comandi vocali è risultata ragionevole: dopo un paio di giorni si prende confidenza con i gesti (ad esempio sfiorare per scorrere notifiche, tenere premuto per attivare AI o note, ecc.).
Ogni comando ha feedback visivi chiari sul display (icone o testo di conferma), anche se talvolta abbiamo riscontrato piccole incertezze nei controlli – ad esempio un doppio tocco non riconosciuto o un’attivazione involontaria – probabilmente imputabili alla sensibilità fine-tuning ancora migliorabile
Il cuore degli Even G1 è il loro display olografico a comparsa, e possiamo confermare che la resa visiva è ottima per testi e simboli. I caratteri proiettati appaiono nitidi e definiti in un colore verde brillante su sfondo trasparente, facile da leggere in quasi tutte le condizioni di luce. Anche sotto luce solare diretta, grazie agli elevati nit di luminosità e al contrasto monocromatico, le scritte rimangono visibili (in casi di sole forte controluce si può sempre applicare la clip solare per aiutare). Di notte o al buio, il testo verde risulta ben contrastato senza però abbagliare – l’autoregolazione fa un buon lavoro. Un aspetto notevole è la collocazione virtuale delle immagini: pur essendo su lenti a pochi centimetri dall’occhio, il sistema ottico fa percepire il contenuto come se fosse a circa 1,5 metri di distanza davanti a noi. Questa scelta di focalizzazione riduce l’affaticamento visivo, perché l’occhio non deve mettere a fuoco qualcosa di estremamente vicino; in pratica leggere una notifica sugli occhiali risulta naturale quasi quanto leggere una insegna sul muro di fronte. La possibilità di regolare la distanza e l’altezza permette a tutti di trovare il miglior compromesso per le proprie necessità. L’unico difetto che abbiamo notato è che se usati in auto, le accelerazioni tendono a fare attivare lo schermo, soprattutto se sceglierete un grado d’inclinazione basso per l’attivazione, cosa che noi abbiamo preferito così da dover muovere solo leggermente la testa per mandare l’input di attivazione e non guardare al cielo come se stessimo cercando chissà cosa.
Durante l’uso non abbiamo notato artefatti rilevanti: niente sdoppiamenti, niente effetto arcobaleno, e uno spessore della lente del tutto normale nonostante contenga due strati. Tuttavia le lenti sono molto riflettenti e soprattutto i primi giorni noterete molti riflessi negli angoli inferiori delle lenti. Dopo che vi abituerete li noterete di meno, ma questa è un’area di miglioramento su cui l’azienda dovrà lavorare.
Sul campo alcune funzioni degli Even G1 brillano più di altre. La modalità Teleprompter è risultata eccellente: l’abbiamo provata durante una presentazione e ha davvero facilitato l’esposizione, consentendoci di parlare liberamente e di riprendere il testo preparato solo con lo sguardo, senza far capire al pubblico che leggevamo. Lo strumento QuickNote si è rivelato utile in diverse occasioni (annotare velocemente un indirizzo dettato al volo, oppure l’idea emersa durante una telefonata appena terminata) e la trascrizione è sufficientemente accurata per uso personale. Anche la funzione di notifiche fa ciò che promette: abbiamo apprezzato poter vedere chi chiama o leggere un pezzo di messaggio SMS mentre eravamo in bici, decidendo così se valeva la pena fermarsi o meno. Tuttavia questa funzione rimane limitata dal fatto che se vengono inviati molti messaggi (come ad esempio accade su WhatsApp dove il messaggio viene spezzettato continuamente) vedrete solo gli ultimi, o se il messaggio è molto lungo, lo visualizzerete solo in parte. Insomma, è uno strumento per avere un’informazione veloce di chi ci sta scrivendo e non un sistema che può sostituire lo smartphone.
La traduzione è utile solo in pochi contesti, almeno per la nostra esperienza, mentre la navigazione è molto utile e simpatica da usare. L’abbiamo provata camminando in città e la praticità di avere la freccia direzionale sempre davanti è indubbia – ci ha guidato a destinazione senza errori. L’assistente vocale AI è la funzione che ci ha convinto di meno allo stato attuale: concettualmente è fantastico chiedere agli occhiali qualsiasi curiosità e veder apparire la risposta poco dopo, ma in pratica c’è ancora molto lavoro da fare.
Sul fronte dell’affidabilità software, in generale gli occhiali hanno funzionato come previsto, senza crash o disconnessioni gravi durante la prova. Abbiamo notato qualche bug minore: ad esempio, una volta la funzione di traduzione è rimasta in ascolto anche dopo averla disattivata dall’app, traducendo di colpo una frase random detta da un collega – nulla che non si sia risolto chiudendo e riaprendo l’app. Trattandosi in parte di funzioni beta, queste incertezze sono comprensibili. I tempi di sincronizzazione occhiali-telefono sono rapidi nel collegamento Bluetooth iniziale, un po’ meno quando si tratta di trasferire dati voluminosi (es. caricare un lungo testo per il teleprompter richiede qualche secondo di upload nell’app). Infine, la durata della batteria rispecchia le stime: con un utilizzo misto (display attivo a tratti per notifiche, qualche traduzione breve, un paio di domande all’AI, navigazione per 20 minuti) gli occhiali hanno coperto facilmente la giornata (circa 12-13 ore di uso) con circa il 30% di carica residua la sera. Un utente molto intensivo potrebbe scaricarli in meno di un giorno, ma grazie alla custodia si può ricaricarli in qualunque momento morto (es. mentre si pranza o in auto). La ricarica completa in case richiede all’incirca 1 ora.
Tra i limiti c’è senz’altro la totale assenza di audio: questo rende gli Even G1 inadatti a fungere da auricolari Bluetooth, e impedisce di usare funzioni come ascoltare musica, podcast o avere un navigatore parlante.
Confronto con altri prodotti sul mercato
Il settore degli occhiali smart è eterogeneo, con approcci diversi da parte dei produttori. Gli Even G1 si collocano nella nicchia degli occhiali AR da uso quotidiano, e attualmente hanno pochi rivali diretti che offrano display integrato e design tradizionale allo stesso tempo.
Tra gli altri smart glasses sul mercato quelli più conosciuti sono senz’altro i Ray-Ban Stories / Meta Smart Glasses. Come design sono simili a normali occhiali da sole Ray-Ban e puntano sulla componente social: integrano fotocamere per scattare foto e girare brevi video e dispongono di piccoli altoparlanti per ascoltare musica o interagire con l’assistente vocale. Non possiedono però alcun display integrato: le informazioni non vengono mostrate nel campo visivo, ma solo comunicate a voce tramite l’audio o visualizzate sul telefono. In pratica offrono un’esperienza opposta a Even G1 (audio + fotocamera ma niente HUD, vs display HUD ma niente audio/fotocamera). Gli Even G1 hanno il vantaggio di poter fornire una vera realtà aumentata testuale (es. navigazione e traduzione visiva) che i Ray-Ban Meta non possono dare; di contro, chi cerca occhiali smart per ascoltare musica o fare foto troverà nei Ray-Ban un’opzione più adatta. In termini di prezzo, i Ray-Ban Stories partono da circa 329 € (molto meno costosi), ma vanno considerati più come gadget lifestyle con funzioni limitate, mentre gli Even G1 sono un dispositivo AR tecnologicamente più avanzato rivolto ad usi utilitaristici.
Vuzix è un’azienda veterana nell’AR che di recente ha portato sul mercato consumer modelli derivati dalle soluzioni enterprise. Il Vuzix Z100 (lanciato nel 2023) è molto simile concettualmente agli Even G1: occhiali con HUD monocromatico verde a guida d’onda, design snello (peso circa 38 g) e connessione allo smartphone. A differenza degli Even, il Vuzix Z100 proietta il display solo su un occhio (monocolare) con risoluzione 640×480 e campo visivo ~30°, e possiede un touchpad a sfioramento su un’asta per controlli base. Mostra notifiche, consente traduzione di conversazioni e ha un teleprompter simile. Tuttavia, il Vuzix è nato come prodotto per aziende, per cui il suo software inizialmente era piuttosto basilare: l’app companion meno raffinata e con funzionalità limitate. Ad esempio, il Vuzix non integrava microfoni né speaker negli occhiali, costringendo all’uso del microfono del telefono per la funzione traduzione e impedendo qualsiasi input vocale diretto. Even G1 invece integra i microfoni, quindi può gestire traduzioni e note interamente hands-free. Inoltre, gli Even G1 includono navigazione GPS e un assistente AI senza necessità di abbonamenti, dove Vuzix ancora non offriva un’AI integrata né una navigazione end-to-end.
Negli ultimi anni sono usciti diversi occhiali “smart” orientati però principalmente alla fruizione di contenuti multimediali, come gli Xreal (Nreal) Air o i TCL. Questi device utilizzano spesso display micro-OLED a colori ad alta risoluzione per creare un grande schermo virtuale davanti agli occhi, pensato per guardare video, giocare o usare app del telefono su uno schermo gigante. Tuttavia non offrono funzionalità autonome di AR interattiva: di solito vanno collegati via cavo allo smartphone o PC e fungono da monitor portatile. Non hanno sensori, non mostrano notifiche né ascoltano l’ambiente. Dunque il paragone con Even G1 è marginale, trattandosi di prodotti con finalità diverse. Se l’obiettivo è avere un “cinema personale” da viaggio, occhiali come Xreal Air sono più indicati; se invece si cerca un assistente personale AR per produttività, gli Even G1 giocano un altro campionato.
Un’altra categoria emergente è quella degli occhiali smart per sport e outdoor, ad esempio i Lawk One. Si tratta di occhiali con design più simile ad occhiali da sole avvolgenti, pensati per ciclisti o runner, che integrano una fotocamera e altoparlanti stereo nelle astine. I Lawk One offrono funzionalità in parte simili agli Even G1 (notifiche, navigazione, traduzione, assistente AI senza abbonamento, fitness tracking) e grazie agli speaker permettono anche traduzioni bidirezionali (l’occhiale può riprodurre la nostra frase tradotta all’interlocutore). Inoltre, avendo la fotocamera, possono registrare video o foto e riconoscere testi/oggetti visivamente, funzioni che mancano agli Even G1. Di contro, l’aggiunta di questi componenti rende i Lawk One più pesanti e vistosi (hanno un design sportivo avvolgente, meno adatto all’uso quotidiano formale) e l’autonomia ne risente. Anche la qualità del display differisce: Lawk One dichiara un campo visivo di 30° e display 640×480 a colori verdi, quindi leggermente più ampio.
Rispetto al panorama attuale, gli Even Realities G1 rappresentano una soluzione piuttosto unica: occhiali AR dal design tradizionale, con HUD testuale. Alcuni competitor offrono audio e fotocamera ma senza display (Ray-Ban/Meta), altri display simili ma con approcci più limitati o specialistici (Vuzix, Lawk, ecc.). Chi sceglie Even G1 lo farà per la loro capacità di integrare le funzioni digitali nella vita di tutti i giorni senza farsi notare, accettando la mancanza di alcune feature multimediali.
Verdetto
Gli Even Realities G1 sono in definitiva un prodotto innovativo e coraggioso, che porta gli occhiali smart a un nuovo livello d’integrazione nella vita quotidiana. I loro punti di forza risiedono senza dubbio nel design e nell’ergonomia: finalmente un paio di occhiali hi-tech che sembrano davvero occhiali e si possono indossare tutto il giorno senza disagio o stranezze. Il display olografico integrato, pur semplice (solo testo verde), è sorprendentemente efficace e nitido, dimostrando come anche informazioni minime ma contestuali possano aumentare la nostra produttività o sicurezza (dalle mappe in bici alle traduzioni in viaggio). Le funzionalità offerte coprono un ampio spettro di casi d’uso: abbiamo apprezzato in particolare la naturalezza di QuickNote e Teleprompter, nonché l’utilità pratica della navigazione. Ogni volta che una di queste funzioni “ci ha tolto le castagne dal fuoco” (ad esempio ricordandoci un nome dimenticato o guidandoci senza distrazioni) abbiamo intravisto il potenziale di ciò che Even G1 rappresenta: un assistente digitale sempre presente ma invisibile, che non ostacola le interazioni umane ma anzi le facilita.
Detto questo, occorre essere onesti sui punti deboli: dal lato software c’è margine di miglioramento. Alcune funzioni risultano un po’ lente o macchinose, e la necessità di passare dallo smartphone per certi comandi limita la sensazione di “magia” continua. Inoltre l’assenza di audio integrato si fa sentire: costringe ad abbinare un altro dispositivo per ascoltare indicazioni vocali o media, e preclude un canale di output alternativo oltre allo schermo. Anche il costo elevato e la natura di prima generazione fanno sì che gli Even G1 siano probabilmente un prodotto adatto a early adopters e appassionati, più che al grande pubblico mainstream (che forse preferirà attendere versioni future più rifinite o economiche).
In definitiva, chi trarrà maggior vantaggio dall’acquisto degli Even Realities G1?
- Professionisti sempre in movimento (imprenditori, manager, giornalisti) che vogliono rimanere connessi e organizzati senza dover continuamente guardare il telefono – gli occhiali forniscono promemoria, notifiche e info rapide a colpo d’occhio in riunioni, viaggi, eventi.
- Oratori, formatori, content creator che possono usare il teleprompter invisibile per migliorare le loro presentazioni o registrazioni video senza distogliere lo sguardo dal pubblico o obiettivo.
- Viaggiatori e cosmopoliti che si trovano spesso ad affrontare lingue diverse o luoghi nuovi – la traduzione istantanea e la navigazione AR sono strumenti preziosi per abbattere barriere linguistiche e girare città sconosciute senza sembrare spaesati.
- Tech enthusiast e sviluppatori interessati a sperimentare l’AR in formato occhiale: pur non essendoci ancora API aperte note per creare app di terze parti sugli Even G1, il prodotto offre un assaggio concreto di come potrebbe essere il futuro “post-smartphone” e sicuramente attirerà chi vuole stare all’
Se invece siete utenti il cui interesse principale sono foto/videocamere indossabili e ascolto di musica, allora probabilmente i RayBan Meta AI Glasses rimangono la scelta ideale.
In ogni caso, Even Realities merita un riconoscimento per aver riportato in vita la visione degli occhiali intelligenti in chiave moderna, puntando su ciò che conta davvero (design e utilità). Per questo vogliamo premiare i G1 con il nostro Award. Nonostante le limitazioni e gli ampi spazi di miglioramento, attualmente questi occhiali rappresentano le basi per lo sviluppo dei futuri smart glasses che - speriamo - possano arrivare presto sul mercato poiché tra tutte le novità smart dell’ultimo periodo, questo approccio alla tecnologia è tra i più promettenti.