Da sempre i nostri smartphone ci chiedono di segnalare la nostra posizione tramite i servizi di geolocalizzazione per i motivi più disparati, ma non è sempre detto che l'utente voglia trasmettere i propri dati per una questione di privacy. Alcune volte è possibile fare a meno di concedere certi permessi, altre invece siamo costretti a concedere informazioni sulla nostra posizione ai fini del funzionamento di determinate app.
Negli ultimi tempi sia Apple che Google stanno iniziando ad offrire nuove opzioni per la salvaguardia della privacy, legate alle app che richiedono la geolocalizzazione. Con Android 12, gli utenti possono controllare l'accuratezza dei dati in merito alla posizione fornita. In questo modo l'utente può decidere se fornire una posizione precisa o approssimativa in base allo scopo dell'app che richiede tali informazioni.
A partire dalla Beta 1, il sistema operativo Android 12 chiede all'utente in quali occasioni concedere i permessi sulla geolocalizzazione precisa e tale opzione sarà sempre modificabile dall'apposito menù disponibile nelle impostazioni di ogni singola app. All'interno di questo menù troviamo un nuovo interruttore che permette di "offuscare" la propria posizione, fornendo ad ogni singola app solo una posizione approssimativa.
Dal punto di vista dello sviluppo, i creatori delle app devono essere pronti ad implementare due differenti autorizzazioni, ovvero ACCESS_FINE_LOCATION e ACCESS_COARSE_LOCATION. Quest'ultima API di localizzazione dei servizi di Google utilizza i dati Wi-Fi e/o i dati cellulare per determinare la posizione con una precisione di circa "un isolato" (approssimativamente circa 100m dalla vostra posizione).
Ricapitolando, quindi, possiamo finalmente puntare ad una maggiore privacy grazie alle innovazioni di Android. Secondo un'indagine, Google ha scoperto che circa l'80% degli utenti intervistati preferiscono concedere un minore accesso alla loro posizione dettagliata. Un dato cosi alto ci fa riflettere sul fatto che fino ad oggi abbiamo concesso forzatamente determinate informazioni non essendo in grado di poter valutare una valida alternativa nella maggior parte dei casi. Restiamo fiduciosi che l'innovazione tecnologica in futuro possa continuare su questa strada e dar modo agli utenti di poter salvaguardare sempre di più la propria privacy.