Il panorama delle telecomunicazioni italiane si prepara ad accogliere un nuovo attore nel mercato del 5G. CoopVoce, l'operatore mobile virtuale di Coop Italia, ha ufficialmente annunciato il suo ingresso nella rete di nuova generazione entro la fine del 2025. La notizia, anticipata da indiscrezioni di settore, è stata confermata da Gabriele Tubertini, direttore delle attività partecipate di Coop Italia, che ha delineato la roadmap dell'operatore in un'intervista rilasciata al magazine "Consumatori". Una mossa strategica che si inserisce in un percorso di evoluzione tecnologica già avviato con l'adozione di un modello di dual sourcing tra le reti.
Dal suo esordio nel 2007, CoopVoce ha costruito la propria identità su principi chiari e distintivi. "L'obiettivo di CoopVoce è crescere come operatore di riferimento per chi cerca semplicità, trasparenza e convenienza", spiega Tubertini, evidenziando come questi valori abbiano permesso di costruire un rapporto di fiducia con i clienti. Non è un caso che, secondo le rilevazioni di Altroconsumo, CoopVoce figuri tra gli operatori più apprezzati in Italia per qualità del servizio e assistenza.
La fedeltà della clientela rappresenta uno dei punti di forza dell'operatore, che attualmente conta circa 2,2 milioni di utenze mobili. Questo si traduce in una quota di mercato del 2,8% calcolata sulle SIM human e del 3,2% nel segmento consumer, con due terzi delle utenze intestate ai soci Coop. L'elevato tasso di fidelizzazione è il risultato di un approccio centrato sulla trasparenza: "nessun costo nascosto e tariffe chiare, senza sorprese", sottolinea Tubertini.
Il modello di business si basa su affidabilità ed efficienza del servizio, garantite dalla copertura delle migliori reti nazionali e da un servizio clienti efficiente e non invasivo. A questo si aggiunge l'offerta di soluzioni innovative come SIM tradizionali, eSIM e servizi digitali caratterizzati da semplicità di utilizzo.
La recente evoluzione della strategia di CoopVoce ha visto l'adozione di un sistema di dual sourcing per la fornitura di servizi di rete. Dallo scorso ottobre, infatti, l'operatore ha iniziato a redistribuire il traffico tra TIM e Vodafone, con una graduale migrazione dei nuovi clienti verso la rete Vodafone. Gli analisti di Intermonte hanno quantificato l'impatto di questa decisione sui conti di TIM, stimando una riduzione di ricavi ed EBITDA nell'ordine di 30-40 milioni di euro all'anno.
Il legame con il mondo Coop rappresenta un elemento distintivo dell'offerta di CoopVoce, che riserva condizioni privilegiate ai soci della cooperativa. "Ai soci offriamo tariffe dedicate con prezzi agevolati, promozioni riservate durante l'anno e premi e ricariche bonus", illustra Tubertini, citando tra i vantaggi la possibilità di convertire i punti della carta socio in credito telefonico. L'integrazione con l'ecosistema Coop si estende anche alla rete fisica, con la possibilità di attivare il servizio e ricevere assistenza direttamente nei punti vendita.
Guardando al futuro, l'ingresso nel mercato del 5G rappresenta solo uno dei possibili sviluppi per CoopVoce. "Guardiamo al futuro con soluzioni innovative, tra cui il potenziamento dei servizi", afferma Tubertini, lasciando intendere che, pur non essendo attualmente previsto il lancio di servizi di telefonia fissa e internet casa, l'operatore resta attento a eventuali opportunità di espansione in questo settore.
L'estensione dell'offerta al 5G si inserisce in un trend già seguito da altri operatori virtuali italiani come PosteMobile, Fastweb, Tiscali, VeryMobile e Ho.Mobile, che hanno integrato l'accesso alla rete di nuova generazione nelle proprie proposte commerciali. Secondo Tubertini, il 5G garantirà "maggiore velocità di scambio dati, una minore latenza e maggiori capacità di connessione", caratteristiche che preparano il terreno per i servizi di evoluzione digitale del futuro.
La partnership con Vodafone, in questo contesto, riflette la volontà di CoopVoce di "garantire una qualità del servizio eccellente", mantenendo al contempo i principi di trasparenza e convenienza che ne hanno guidato lo sviluppo. TIM continuerà comunque a gestire una quota significativa del traffico (40%, pari a quella assegnata a Vodafone), con un ulteriore 20% che potrà essere riassegnato annualmente, offrendo margini di recupero nel medio termine.
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