Quando si tratta di diritto alla riparazione, pochi produttori hanno dato più filo da torcere di Apple: l'azienda di Cupertino, spinta da tempo da pressioni di ordine anche legale per aumentare il tasso di riparabilità dei propri device, compie ora un dietrofront sorprendente con il nuovo programma Self-Service Repair, che permette agli utenti di effettuare riparazioni fai-da-te ai propri iPhone e Mac con accesso a parti di ricambio originali.
In un comunicato stampa appena rilasciato al pubblico Jeff Williams, Chief Operating Officer di Apple, riconosce il ruolo delle riparazioni all'interno dell'ecosistema dell'azienda:
"Garantire un accesso più ampio ai componenti di ricambio originari Apple dà ancora più potere di scelta ai nostri consumatori se hanno bisogno di effettuare una riparazione. Negli ultimi tre anni Apple ha quasi raddoppiato il numero di servizi all'utente che utilizzano componenti di ricambio, strumenti e formazione certificati Apple, e ora forniremo un'ulteriore opzione per chi vuole riparare in autonomia i propri dispositivi".
Il programma Self Service Repair affianca quindi le altre opzioni che Apple garantisce per le riparazioni con pezzi di ricambio originali, tra cui il circuito di Apple Store, i rivenditori autorizzati e i centri di riparazione indipendenti certificati, fornendo una soluzione agli utenti più esperti e già specializzati nella riparazione degli oggetti elettronici.
Questo programma riguarda quindi una fascia d'utenza molto ridotta ma esigente nelle richieste di maggiore flessibilità nel mettere in pratica il diritto alla riparazione. Per iniziare, gli utenti che aderiscono al servizio Self Service Repair avranno a disposizione un manuale per guidarli nelle operazioni da compiere. Sarà poi istituito uno store presso cui acquistare le parti di ricambio e la strumentazione necessaria, con più di 200 pezzi in totale disponibili. Inoltre, se dopo la riparazione gli utenti sceglieranno di donare le componenti usate per il riciclo otterranno uno sconto sul prezzo delle componenti di ricambio.
Il programma Self Service Repair sarà disponibile nel corso del 2021 solo negli Stati Uniti e limitato ad iPhone 12, iPhone 13 e ai Mac che utilizzano un chip M1; è prevista invece per il 2022 l'estensione dell'iniziativa ad altri mercati e dispositivi. In questa prima fase, inoltre, saranno disponibili solo componenti per le riparazioni più comuni: display, batteria e fotocamere.
Solo poche settimane fa i riflettori dei sostenitori del right to repair erano stati puntati sull'azienda di Cupertino in seguito alla decisione di implementare un chip controllore che rendeva a tutti gli effetti impossibile sostituire autonomamente il display dell'iPhone 13 senza possedere attrezzature per la microsaldature.
Il report di iFixit, leader nel settore della produzione e distribuzione di manuali e kit per le riparazioni dei dispositivi tecnologici, aveva identificato nella decisione di Apple, poi revocata con la promessa di rimuovere la feature incriminata con il prossimo aggiornamento software, un colpo finale nei confronti della community dei riparatori indipendenti e dei piccoli negozi.
Un nuovo articolo pubblicato sul blog ufficiale di iFixit affronta più a fondo le implicazioni del programma Self Service Repair, analizzando i pregi di questo grande passo in avanti di Apple, senza tuttavia trascurare incongruenze e rischi.
Il programma persegue sicuramente intenti nobili nel rendere gli iPhone e i Mac più duraturi senza bisogno di assistenza esterna, ma apre anche la strada a possibili nuovi vincoli basati sull'autenticità delle parti e degli strumenti utilizzati, vincolando ancora a tutti gli effetti gli utenti a un servizio privatizzato e fornito dall'azienda produttrice anziché le soluzioni open source già messe a disposizione da anni dalla community.
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