La frustrazione degli utenti Apple cresce mentre il colosso di Cupertino annuncia ulteriori ritardi nell'evoluzione di Siri. Quella che doveva essere una rivoluzione nell'assistente vocale, promessa con grande enfasi durante il WWDC di giugno 2023, sembra allontanarsi sempre più nel tempo. Le funzionalità avanzate che avrebbero dovuto debuttare con iOS 18.4 potrebbero slittare addirittura a iOS 19, lasciando gli utenti con un assistente che, nonostante qualche miglioramento, resta ben lontano dalle aspettative suscitate dalla compagnia.
Un futuro posticipato per l'intelligenza di Siri
La Siri potenziata che Apple aveva annunciato con tanto clamore rimane ancora un miraggio. Sebbene alcune funzionalità di Apple Intelligence siano state implementate, permettendo all'assistente di gestire esitazioni verbali e alcuni comandi composti, le tre innovazioni più attese restano assenti: la consapevolezza contestuale per accedere alle informazioni personali, la capacità di "vedere" ciò che è visualizzato sullo schermo e rispondere di conseguenza, e l'esecuzione di azioni all'interno delle app su richiesta dell'utente.
La comunicazione ufficiale di Apple resta vaga sui tempi: "Stiamo lavorando a una Siri più personalizzata, dotandola di maggiore consapevolezza del vostro contesto personale e della capacità di agire per voi all'interno e attraverso le vostre app. Ci vorrà più tempo del previsto per sviluppare queste funzionalità e prevediamo di rilasciarle nel corso del prossimo anno." Una dichiarazione che lascia ampio spazio all'interpretazione: potrebbe significare entro la fine del 2024 o, più probabilmente, nel corso del 2025.
Le difficoltà tecniche dietro le quinte
Secondo Bloomberg, Apple sta affrontando problemi significativi nello sviluppo. I dipendenti impegnati nei test riportano funzionalità che "non funzionano ancora in modo coerente", evidenziando bug persistenti che impediscono un rilascio secondo i tempi inizialmente previsti. Mark Gurman, analista esperto del mondo Apple, aveva ipotizzato uno slittamento da iOS 18.4 a iOS 18.5, ma ora sembra che i problemi richiedano un intervento ben più radicale.
Una delle difficoltà principali risiede nell'architettura stessa dell'assistente. Attualmente, Apple gestisce due versioni di Siri sovrapposte: quella originale che si occupa delle funzioni tradizionali, e un nuovo strato che intercetta i comandi più complessi. L'integrazione di questi due sistemi in un'unica entità coerente si sta rivelando più complessa del previsto.
Il rischio degli attacchi di "prompt injection"
Simon Willison, sviluppatore e creatore dello strumento open-source Datasette, ha recentemente proposto una terza spiegazione che potrebbe essere la più preoccupante: i problemi di sicurezza. In particolare, il rischio di attacchi di prompt injection rappresenterebbe una minaccia concreta per una Siri più intelligente e con maggiori autorizzazioni.
Questi attacchi, ben noti nel campo dell'intelligenza artificiale generativa, permettono a malintenzionati di aggirare le misure di sicurezza integrate nei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), inducendoli a sostituire le protezioni predefinite con nuove istruzioni. Willison sottolinea come questa vulnerabilità rappresenti un rischio enorme per le nuove funzionalità di Siri: "Queste nuove funzionalità di Apple Intelligence consentono a Siri di rispondere alle richieste di accesso alle informazioni nelle applicazioni e di eseguire azioni per conto dell'utente. È la combinazione peggiore possibile per gli attacchi di prompt injection!"
Un problema potenzialmente irrisolvibile?
La gravità della situazione è evidente: se ingannare ChatGPT per ottenere istruzioni inappropriate è un tipo di rischio, indurre Siri a rivelare dati personali rappresenta una minaccia di tutt'altro livello. John Gruber, noto commentatore del mondo Apple, considera credibile questa teoria, evidenziando come nessuno sia ancora riuscito a fermare completamente gli attacchi di prompt injection.
"Un modo pessimistico di vedere questo problema è che Apple non può permettersi di sbagliare, ma la natura degli LLM e la loro suscettibilità all'iniezione di prompt potrebbe significare che è impossibile ottenere un risultato perfetto", osserva Gruber. La sfida non è solo raggiungere la concorrenza, ma risolvere un problema finora irrisolto da giganti come OpenAI e Google.
Resta il dubbio su come Apple abbia potuto promettere (e persino pubblicizzare) funzionalità che potrebbero rivelarsi troppo pericolose per essere mai lanciate. Un errore di valutazione che potrebbe costare caro in termini di credibilità, soprattutto per un'azienda che ha fatto della privacy un elemento distintivo della propria offerta.
Un'attesa che si allunga indefinitamente
Mentre i report precedenti sono certamente accurati nel descrivere i problemi tecnici, la questione della sicurezza sembra essere un fattore determinante. Per Apple, qualsiasi vulnerabilità che permettesse a un'app malevola di accedere ed esportare dati personali rappresenterebbe una catastrofe commerciale e reputazionale.
Il progetto della Siri potenziata probabilmente non farà la fine di AirPower (il tappetino di ricarica wireless mai commercializzato), ma appare sempre più evidente che Apple avrebbe dovuto mantenere il riserbo sui tempi fino a quando non fosse stata più vicina alla soluzione di tutte queste sfide. Gli utenti, nel frattempo, continuano ad aspettare un'intelligenza che sembra sempre più difficile da raggiungere.