Apple e Google insieme per la tecnologia di tracciamento COVID-19: ecco come funzionerà

Apple e Google rilasceranno le API che le autorità sanitarie utilizzeranno per sviluppare un'app di tracciamento per i contagi COVID-19. Il sistema sarà basato su Bluetooth. Nessuna geo-localizzazione.

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a cura di Lucia Massaro

Apple
e Google hanno annunciato una collaborazione per lo sviluppo di una tecnologia Bluetooth per aiutare i governi e le organizzazioni sanitarie a ridurre la diffusione del COVID-19 attraverso un sistema di tracciamento. I due colossi, dunque, uniscono le forze ponendo comunque la sicurezza e la privacy degli utenti al centro della progettazione. Il tutto avverrà tramite due passaggi fondamentali.

Entro maggio, le due società rilasceranno le API che consentono l’interoperabilità tra dispositivi Android e iOS. Il sistema di API verrà reso disponibile per far sì che le autorità sanitarie sviluppino l’applicazione di tracciamento dei contatti, che gli utenti potranno scaricare dai rispettivi store di app. In un secondo momento, Apple e Google hanno in programma di fare un ulteriore passo avanti abilitando “una più ampia piattaforma di tracciamento dei contatti basata su Bluetooth”. Questo consentirà alla stessa funzionalità di essere integrata a livello di sistema senza la necessità di utilizzare un’applicazione, anche se sarà comunque necessario il previo consenso dell’utente.

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L’obiettivo è quello di contenere i contagi informando – in maniera anonima – un utente che è venuto a contatto con qualcuno che è risultato positivo al virus. Il sistema di tracciamento, infatti, non sarà basato sulla geolocalizzazione ma sulla connessione dei dispositivi tramite Bluetooth. O meglio, sulla condivisione dei dati a corto raggio attraverso i beacons con il consenso degli utenti. I due colossi tecnologici prevedono uno scenario come quello che stiamo per descrivere:

  • Due persone conversano faccia a faccia per almeno 10 minuti;
  • Nel frattempo, i due smartphone comunicano tramite beacon. I dati restano salvati in locale;
  • Alla Persona 1 viene diagnosticato il COVID-19;
  • Con il consenso della Persona 1, il dispositivo invierà a un server remoto i dati di trasmissione degli ultimi 14 giorni;
  • Lo smartphone della Persona 2 scarica periodicamente tutti i beacon di trasmissione e trova una corrispondenza con quello della Persona 1;
  • La Persona 2 riceve una notifica sul suo smartphone che la avverte che è entrata in contatto con una persona positiva al COVID-19.

Nessun dato sulla posizione o informazione personale identificabile verrà raccolto. Inoltre, l'identificatore Bluetooth di ciascun dispositivo cambierà periodicamente per impedire il tracciamento indesiderato. Google e Apple hanno anche confermato che il sistema richiederà il consenso dell’utente in più fasi e che solo le autorità sanitarie pubbliche potranno utilizzarlo per gestire e tenere traccia della pandemia in corso.

Come evincibile dallo scenario descritto, tutti i dati verranno archiviati sul dispositivo a meno che non si scelga di condividerlo, per esempio, dopo esser risultati positivi al COVID-19. Infine, le autorità possono richiedere l'uso dei propri server e potranno disabilitare la funzione su base regionale, quando non sarà più necessaria.

La funzione di tracciamento sarà supportata dai dispositivi con a bordo almeno Android 6 e iOS 13.

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