Apple "è intelligente ma non si applica", lo dimostra lo zero in pagella ricevuto da iFixit per quanto riguarda la riparabilità delle nuove cuffie in-ear AirPods di seconda generazione. La redazione, specializzata nel tear down dei dispositivi hi tech per verificarne il livello di manutenibilità, ha dovuto arrendersi dinanzi all'evidenza: le AirPods praticamente non possono essere riparate al di fuori dei centri assistenza ufficiali, e quindi la loro vita difficilmente potrà superare di molto il limite stabilito dalla garanzia di 2 anni. Un problema quando si parla di un prodotto che va dai 179 ai 229 euro a seconda della custodia selezionata.
I problemi sostanzialmente sono due, ma enormi. Le cuffie anzitutto sono letteralmente non riparabili, aprirle infatti significa semplicemente distruggerle, come appurato dal team di iFixit tramite radiografia. Anche la custodia con ricarica wireless però non è esente da difetti, anzi. A un'analisi minuziosa infatti è emerso che le saldature all'interno presentano dei buchi.
Un fenomeno conosciuto come "voiding", che solitamente indica poca cura in fase realizzativa, o forse eccessiva fretta. Anche queste inoltre sono quasi impossibili da smontare completamente, tanto che, se per la parte superiore è bastato utilizzare un particolare attrezzo, per quella inferiore i ragazzi di iFixit sono dovuti ricorrere a una mini sega circolare, in pratica rompendo anche in questo caso il dispositivo.
Per il resto gli unici aspetti interessanti emersi dall'analisi della componentistica utilizzata riguardano il chip Bluetooth 5.0 e le batterie. Il primo è un modello H1 che va a sostituire quindi il precedente W1, mentre le batterie sono identiche a quelle nelle cuffie di prima generazione, con capacità di 93 mWh. Poiché Apple dichiara un'autonomia superiore del 50% rispetto al modello dello scorso anno appare chiaro che il miglioramento dev'essere per forza legato al cambio di chip Bluetooth.
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