AirDrop è una funzione integrata nei sistemi operativi di Apple che permette la rapida condivisione di file tra dispositivi del marchio che si trovano in un raggio di 30 metri. Se impostata su modalità pubblica, chiunque può inviare una foto o un documento sul nostro iPhone semplicemente attraverso un collegamento Bluetooth o se si è collegati alla stessa rete Wi-Fi, anche se non è presente nei contatti. Come ogni tecnologia, ha i suoi pregi e i suoi difetti soprattutto se diventa un nuovo modo di comunicare da parte degli adolescenti.
Molti adulti si sono visti arrivare tante immagini – soprattutto meme – tramite AirDrop da contatti sconosciuti quando si sono ritrovati in un ambiente circondato da adolescenti. Sempre più ragazzi, infatti, hanno cominciato a sfruttare questa funzione come uno strumento di socializzazione, rendendo la “cultura AirDrop” sempre più diffusa. E gli adulti spesso si trovano a far parte involontariamente di questo gioco giovanile. Per non essere disturbati, è possibile comunque disattivare la funzione o impostarla in modo che solo i contatti possano avviare la condivisione.
Secondo un’indagine condotta da Taylor Lorenz per The Atlantic, le foto scambiate sono di solito meme o immagini strane scovate su Google Immagini poiché gli adolescenti trovano “divertente guardare il telefono e vedere qualcosa di casuale”. È una sorta di passatempo che in qualche modo li mette in contatto con chi li circonda. Il destinatario può vedere solo un'anteprima più piccola dell'immagine prima di accettare la richiesta, ma si può essere letteralmente “bombardati” da immagini non desiderate a meno che non si imposti la funzione AirDrop su privata.
Una delle cose a cui gli adolescenti sono interessati è ovviamente il networking. AirDrop permette di stabilire delle “relazioni” senza la necessità di conoscere il numero di telefono o il nome delle persone che ci circondano, cosa invece indispensabile sui social media. A volte, infatti, nell’inviare una serie di immagini viene condiviso – per esempio - anche il nametag di Instagram. Viene considerato un “buon modo per espandere la propria cerchia”.
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L’altra faccia della medaglia è la possibilità di inviare file restando anonimo. A questo punto diventano più chiari i potenziali pericoli che possono nascondersi dietro alla “cultura AirDrop”. È probabile, infatti, che gli adolescenti possano spingere la condivisione oltre i limiti del consentito. La funzione di Apple potrebbe essere utilizzata come arma di cyber-bullismo da parte di ragazzi prepotenti che potrebbero condividere immagini compromettenti dei loro compagni di scuola. Senza dimenticare, il porno.
AirDrop non è un’applicazione di social network ma è una funzionalità integrata in ogni iPhone, iPad o MacBook. In quanto tale, non è sottoposta ai normai limiti dei social media. Non ci sono strumenti di moderazione o di segnalazione e non c’è possibilità di bannare qualcuno dal servizio come può avvenire su Instagram o Facebook.
In fondo, sono i pro e i contro di tutte le nuove tecnologie e dei nuovi modi di comunicare e socializzare. Proibirne l’utilizzo non ne limiterebbe i pericoli. Credo che tutto passi sempre dalla buona educazione e dalla sensibilizzazione a determinati temi. Ognuno di noi – non solo gli adolescenti – dovremmo fare un uso consapevole dei nuovi strumenti che abbiamo a disposizione ed essere in grado di capire quali sono i limiti da non valicare, che si parli di condivisione, di modi di esprimersi o di tempo trascorso con gli occhi sui nostri dispositivi.
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