Dopo mesi e mesi di anticipazioni a riguardo, Apple ha finalmente annunciato al mondo i nuovi AirTags ovvero dei piccoli tracker Bluetooth e UWB (Ultra Wide Band) che vi permetteranno di rintracciare i vostri oggetti smarriti. L'azienda ha voluto fin da subito sottolineare che la privacy degli utenti è sempre stata in primo piano nella progettazione di questo nuovo accessorio.
Come funzionano gli Apple AirTags? Quali misure ha messo in atto l'azienda per proteggere la vostra privacy?
Per via del loro funzionamento attraverso la rete Dov'è (Find My) e l'intelligente utilizzo della tecnologia Ultra Wide Band, probabilmente gli Apple Airtags sono al momento della scrittura di questo articolo i migliori tracker disponibili sul mercato. Vista la massiva presenza di dispositivi Apple in circolazione che possono aiutarvi a rintracciarli probabilmente diventeranno molto presto i tracker Bluetooth più diffusi e utilizzati al mondo.
Quando pensiamo però a dei tracker hi-tech così ben funzionanti (e che soprattutto possono essere rintracciati anche oltre la portata massima della connessione Bluetooth), è possibile che alcuni utenti sentano minacciata la propria privacy.
Chi ci assicura che qualcuno non utilizzi un'AirTag per seguire tutti i nostri spostamenti? In fin dei conti è molto plausibile la possibilità che un malintenzionato ne infili uno in una borsetta, uno zaino o all'interno di un'automobile senza che questo piccolo accessorio venga notato.
Fortunatamente Apple ha pensato anche a questo e ha messo in campo alcune contromisure atte a proteggere la vostra privacy.
Per prima cosa dovete sapere che AirTag non memorizza i vostri dati né la cronologia delle posizioni, inoltre il trasferimento dati tra AirTag e i dispositivi che ricevono o trasmettono la sua posizione lo fanno in maniera criptata e anonima, di conseguenza Apple non ha idea di dove si trovino gli AirTags e nemmeno quali dispositivi ne stanno segnalando la posizione.
Per evitare quelli che l'azienda di Cupertino chiama "tracciamenti indesiderati", Apple ha progettato un sistema di avviso quando un AirTag che non è collegato al vostro account iCloud vi sta seguendo da vicino. In caso il vostro iPhone si accorga che un AirTag lo sta "pedinando" vi notificherà e, nel caso non riusciate a trovare il tracker dopo qualche minuto, il tag verrà fatto suonare.
Se siete in compagnia di un altro utente che utilizza gli AirTag il problema non si pone, perché il sistema riconosce che oltre a seguire voi l'accessorio sta seguendo il suo proprietario. Gli avvisi di tracciamento indesiderato vengono attivati solamente se questa persona si allontana lasciando con voi il piccolo "spione".
Un metodo che sembra davvero ben pensato ed efficace, c'è solo un piccolo problema: questo meccanismo di protezione presuppone che tutti abbiano un iPhone!
Cosa accadrebbe se fosse un utente che possiede uno smartphone Android ad essere spiato con un tracker Apple? Assolutamente nulla, quindi per quanto l'azienda americana abbia cercato di tamponare ogni lacuna possibile per quanto riguarda la privacy ci sono ancora alcune situazioni che sono completamente fuori dal suo (e dal vostro) controllo.
Quanto tempo passerà prima che uno di questi utili e fantastici accessori venga usato in modo inappropriato? Penso che purtroppo lo scopriremo davvero molto presto...
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