L’AGCOM, Autorità per la Garanzie nelle Comunicazioni, ha pubblicato i dati dell’ultimo Osservatorio sulle Comunicazioni che prende in considerazione i dati dei primi nove mesi dell’anno.
Con il suo ultimo report AGCOM ha delineato un quadro della nostra nazione in netto cambiamento, proiettata verso l’uso delle nuove tecnologie e sul progressivo abbandono del cavo in rame. Sebbene il numero complessivo degli accessi telefonici a rete fissa sia rimasto sostanzialmente immutato, attestandosi attorno ai venti milioni di linee, AGCOM ha segnalato come ci sia stato un progressivo un progressivo abbandono del “classico” cavo in rame a favore di tecnologie più innovative.
Rispetto all’anno precedente c’è stato un calo di circa 1,2 milioni di linee in rame (che scendono quindi di oltre otto milioni negli ultimi quattro anni). Numero che corrisponde all’aumento delle connessioni che utilizzano altri tipi di tecnologia: più 790 mila da inizio anno e, per l’appunto, 1,2 milioni su base annua. Percentuali alla mano il rame è passato dal costituire quasi il 62% degli accessi nel 2018 al 23% odierno.
Questo netto calo va, come è logico aspettarsi, di pari passo con l’aumento degli accessi a alte prestazioni: AGCOM ha rilevato un aumento di circa 350 mila linee FTTC, mentre le FTTH hanno visto un incremento di oltre 800 mila unità su base annua. Più ridotta, ma comunque presente, la crescita delle linee Fixed Wireless Access: circa 70 mila unità su base annua.
AGCOM indica quindi un numero complessivo di quasi 19 milioni di linee a banda larga (18,7 milioni per la precisione); valore che, nel complesso, è cambiato poco: più 50 mila rispetto al passato anno. Questo dato è il risultato del calo delle connessioni DSL che è stato lievemente superato dalle nuove linee FTTH. Viene anche mostrato un aumento, su base unitaria, del consumo di dati: nei primi nove mesi del 2022 c’è stato un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2021, di circa il 6,8%.
Resta sostanzialmente invariata la suddivisione delle quote di mercato broadband tra i diversi operatori: TIM si conferma al primo posto con il 40,3% (-1,4%), seguita da Vodafone con il 16,8% (+0,4%), Fastweb con il 14,5% (-0,4%) e WindTre con il 14,2% (+0,3%). Il restante 13,9% è suddiviso tra tutte le altre realtà del mercato (Eolo, Linkem, Sky e altri)