Migliore gestione della privacy
Per molti fan della sicurezza e della privacy, Google usa in maniera troppo serena i nostri dati d'uso e di navigazione. Anche in questo settore l'azienda di Mountain View potrebbe imparare una cosetta o due da Apple.
Tanto per cominciare nelle impostazioni di iOS c'è una voce "Privacy", nella pagina principale. Toccandola si accede a una lista completa di tutte le voci sensibili, come contatti, calendario, foto, microfono, fotocamera e così via. Toccando ognuna di esse possiamo consultare una lista di tutte le app che hanno accesso a quella singola voce; c'è un interruttore per revocare tale accesso in qualsiasi momento. Nel caso della posizione, poi, è possibile anche verificare quali applicazioni l'hanno effettivamente usata di recente.

Su Android non c'è nulla del genere, purtroppo. Fino ad Android 5 potevamo solo dare o negare il permesso a un'app in fase d'installazione. Con Marshmallow la situazione è migliorata però: questa versione ha infatti introdotto la lista "autorizzazioni app", che funziona più o meno come lo strumento offerto da Apple.
I tanti consumatori che hanno versioni precedenti di Android purtroppo però non hanno accesso a questa importante funzione. Inoltre è importante sottolineare che le applicazioni devono essere compatibili con questa funzione: se un'app è scritta per Android 5 o precedenti e le si revoca un permesso, potrebbe semplicemente smettere di funzionare.
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Prendiamo per esempio l'app del vostro supermercato, che ha chiesto l'accesso ai contatti. Non ha nessuna utilità immediata, e per un bug o per malafede questo accesso potrebbe servire per rubare i dati delle persone in agenda. Una scelta coscienziosa sarebbe rimuovere il permesso, ma così facendo si rischia di perdere completamente l'uso dell'app stessa.
Con il tempo questa situazione andrà a risolversi, ma per ora Apple ha ancora un vantaggio.