1 anno di Xiaomi in Italia: la rivoluzione del rapporto qualità/prezzo ha fatto breccia

Il 24 maggio 2018 Xiaomi è arrivata ufficialmente in Italia. In 12 mesi, l'azienda cinese è stata in grado di ritagliarsi un ruolo da protagonista.

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a cura di Saverio Alloggio

Esattamente 1 anno fa
, Xiaomi è sbarcata ufficialmente in Italia. L'azienda cinese ha impattato frontalmente il nostro mercato, riuscendo rapidamente a guadagnare quote mercato. Esattamente come visto in patria, la strategia è stata incentrata sul rapporto qualità/prezzo degli smartphone, una scelta che, in alcuni segmenti, ha letteralmente rotto tutti gli equilibri. L'esempio più recente, in ordine temporale, è certamente rappresentato dal Redmi Note 7, ormai un punto di riferimento al di sotto dei 200 euro.

Xiaomi non ha fatto altro che cavalcare una tendenza che, gradualmente, si sta radicando a livello globale: il calo di vendite dei dispositivi top di gamma a favore degli smartphone di fascia media e bassa. Merito del netto miglioramento tecnico che ha colpito, in proporzione, tutti i segmenti del mercato. Un prodotto da 300 euro, oggi, è mediamente superiore a uno proposto al medesimo prezzo 2 o 3 anni fa, il tutto ovviamente con le dovute eccezioni.

In più, questa strategia del rapporto qualità/prezzo è stata utilizzata da Xiaomi per tutto l'ecosistema di dispositivi proposto  anche in Italia. Da questo punto di vista, le lampadine smart Mi LED incarnano alla perfezione la filosofia dell'azienda cinese: vengono proposte, nella versione a colori, a 1/3 del prezzo delle Philips Hue, senza peraltro la necessità di un hub per il funzionamento, con una buona qualità di illuminazione e una compatibilità cross-platform.

In tutto questo, un ruolo fondamentale continua a essere ricoperto dalla community. Nonostante gli ingenti investimenti per lo sbarco in Europa, è praticamente impossibile notare cartelloni pubblicitari di Xiaomi sparsi nelle città, ma il discorso vale anche per gli spot televisivi. L'azienda cinese ha scientificamente deciso di dirigere i propri investimenti sugli utenti, con eventi mirati e campagne social incentrate sulle caratteristiche salienti degli smartphone più che sul coinvolgimento di testimonial. E siamo ancora all'inizio.

Infatti, come confermato a più riprese dalla stessa azienda, l'obiettivo è quello di poter portare in Europa un po' tutto i dispositivi presenti nel catalogo cinese. Mancano all'appello, ad esempio, i televisori, i grandi elettrodomestici, i computer, ma anche tutta una serie di gadget smart. Del resto, attraverso l'acquisizione di una miriade di start-up, Xiaomi ha messo le mani in patria su praticamente qualsiasi settore dell'elettronica di consumo. Un modello che sembra voler replicare anche dalle nostri parti.

Del resto, durante l'anno fiscale 2018, Xiaomi ha registrato un aumento del fatturato del 52,6% rispetto all’anno precedente, pari a 174,9 miliardi di yuan (circa 26,1 miliardi di dollari). Il produttore di Shenzhen ha beneficiato proprio dell’espansione internazionale (al di fuori della Cina), con i relativi ricavi che anno rappresentato il 40% delle entrate totali con 70 miliardi di yuan (10,4 miliardi di dollari), il 118,1% in più rispetto al 2017.

Secondo l’ultimo report realizzato da Canalys, l’azienda cinese avrebbe messo a segno, in Europa Occidentale, una crescita complessiva nel 2018 di ben 415,1 punti percentuali. Numeri che, ovviamente, vanno comunque contestualizzati, in quanto si è trattato del primo anno in cui c’è stata la presenza ufficiale di Xiaomi in tanti Paesi di questa zona. La sensazione comunque è che ci siano tutte le condizioni per un'ulteriore crescita. Vedremo quelli che saranno i dati del 2019.

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