75 milioni di anni fa, durante il tardo periodo Cretaceo, nella lussureggiante foresta costiera che occupava quella che sarebbe diventata l'odierna regione canadese dell'Alberta, viveva un grosso dinosauro predatore, il Daspletosaurus, appartenente alla famiglia dei tirannosauri e antecedente al suo più famoso “cugino”, il Tyrannosaurus Rex, di almeno 10 milioni di anni. Un team di ricercatori ha recentemente utilizzato una serie di scansioni TAC per esaminare due esemplari particolarmente ben conservati di Daspletosaurus, riuscendo a ricostruirne un'immagine digitale della scatola cranica, dell'orecchio interno e, soprattutto, del cervello.
I risultati ottenuti, pubblicati in seguito sul Canadian Journal of Earth Sciences, contrastano con l'opinione comune secondo la quale, i cervelli dei dinosauri e le ossa che li contenevano e proteggevano, sarebbero variate di poco tra individui della stessa specie o di specie differenti ma strettamente correlate. Secondo il dottor Tetsuto Miyashita, paleontologo del Canadian Museum of Nature, lo studio condotto sui due esemplari di Daspletosaurus dimostrerebbe esattamente il contrario.
I tirannosauri sono noti per aver avuto cervelli relativamente grandi per dei dinosauri, e questo vale sicuramente per i Daspletosaurus. La forma di base di cervello, orecchio interno e scatola cranica suggerisce inoltre che gli individui analizzati facessero parte di due distinte razze di Daspletosaurus. Uno dei due soggetti proviene dall'esemplare esposto al Canadian Museum of Nature di Ottawa. Rinvenuto nel 1921 lungo le rive del fiume Red Deer in Alberta, è stato descritto come Daspletosaurus Torosus soltanto nel 1970 da parte del dottor Dale Russell, inaugurando così “l'era moderna” della ricerca sui tirannosauridi. Il secondo esemplare invece, è stato scoperto nel 2001, ed è conservato al Royal Tyrrell Museum of Paleontology in Alberta. Il dottor Miyashita sta continuando attualmente a studiarlo, assieme al dottor Philip Currie dell'Università dell'Alberta, un altro autore dello studio.
Lo studio della struttura della scatola cranica e della sua cavità endocranica, ha fornito interessanti approfondimenti sul cervello stesso degli animali, nonché indicazioni in proposito di caratteristiche quali la disposizione dei nervi cranici, oltre ad alcuni aspetti della biologia sensoriale, come ad esempio l'anatomia uditiva e visiva, che governavano la vita del dinosauro.
La dottoressa Ariana Paulina Carabajal, esperta di scatole craniche di dinosauro e coautrice dello stesso studio presso l'Instituto de Investigaciones en Biodiversidad y Medioambiente (CONICET-Universidad Nacional del Comahue), ha fornito i modelli dettagliati dell'anatomia del cervello, dell'orecchio interno e delle strutture correlate. Tra i tratti interessanti di questi modelli, troviamo la presenza di grandi canali ossei, aventi la funzione di contenere spessi fasci nervosi destinati al movimento dei bulbi oculari. I ricercatori descrivono anche grandi sacche d'aria, che andavano ad occupare gran parte delle ossa della scatola cranica. Queste cavità, presenti oltretutto anche in altre specie di teropodi, rendevano il cranio estremamente leggero, in relazione alle sue dimensioni, contribuendo anche ad amplificare il suono e a migliorare sensibilmente l'udito dell'animale, consentendogli di identificare chiaramente la direzione da cui proveniva un rumore.
Lo studio però prosegue, dato che è stato esaminato soltanto un numero esiguo di reperti, non si può ancora arrivare a qualche conclusione definitiva sulla differenziazione di questi tratti, anche se, attualmente, i dati propendono per dare una conferma alla teoria. Se voleste saperne di più a riguardo di paleontologia e dinosauri, vi consigliamo Ascesa e caduta dei dinosauri. La vera storia di un mondo perduto, di Steve Brusatte, acquistabile a questo link Amazon.