Sarà SpaceX a far affondare la ISS nell'oceano: ecco il piano

La discesa finale di un laboratorio spaziale grande quanto un campo da calcio: un'impresa per riportare sulla Terra una struttura orbitante colossale.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), un colosso orbitante di quasi 1 milione di libbre, si prepara a concludere la sua missione con un drammatico finale. Dopo quasi 30 anni di onorato servizio, la struttura più grande mai costruita nello spazio incontrerà il suo destino intorno al 2030, quando verrà fatta precipitare sulla Terra in modo controllato.

ASI
Immagine id 25972
ASi

La NASA ha recentemente svelato i dettagli di questa complessa operazione di deorbitazione, affidando alla compagnia spaziale SpaceX il compito di sviluppare e consegnare il "U.S. Deorbit Vehicle". Questo veicolo speciale avrà la cruciale responsabilità di guidare la stazione verso un rientro sicuro nell'atmosfera terrestre, evitando accuratamente le aree popolate.

Un'operazione da 843 milioni di dollari

Il contratto da 843 milioni di dollari assegnato a SpaceX prevede la progettazione di un veicolo in grado di far precipitare l'intera struttura della ISS in un'unica soluzione. Questa scelta è stata dettata dalla necessità di evitare i rischi e le complessità ingegneristiche che comporterebbe uno smantellamento pezzo per pezzo.

Come ha spiegato Ken Bowersox, amministratore associato della Direzione delle Missioni Operative Spaziali della NASA: "La stazione non è stata progettata per essere smontata".

Il piano di deorbitazione

Il veicolo di SpaceX, una versione modificata della navetta cargo Dragon, sarà caricato con circa 35.000 libbre di propellente. La sua missione si articolerà in diverse fasi:

  1. Lancio del veicolo di deorbitazione
  2. Discesa naturale della stazione spaziale
  3. Manovre di spinta per il rientro controllato
  4. Ammaraggio finale dei detriti

La stazione non è stata progettata per essere smontata.

L'obiettivo è far precipitare i resti della stazione in una zona remota dell'oceano, all'interno di una fascia di circa 1.240 miglia. Questo permetterà di minimizzare i rischi e l'impatto ambientale dell'operazione.

Guardando al futuro dell'esplorazione spaziale

Con questa decisione, la NASA si prepara a voltare pagina, concentrandosi sulle future missioni lunari e marziane. L'agenzia spaziale americana punta a riportare gli astronauti sulla Luna già nel 2026, mentre per la ricerca in orbita terrestre si affiderà a moduli commerciali gestiti da aziende private.

Dana Weigel, manager del Programma ISS della NASA, ha sottolineato l'importanza di una deorbitazione controllata: "L'obiettivo è minimizzare l'area di distribuzione dei detriti, mantenendo un'impronta stretta e piccola".

Mentre ci avviciniamo alla fine di un'era per la Stazione Spaziale Internazionale, possiamo ancora ammirare questo straordinario laboratorio orbitante che compie 16 orbite intorno alla Terra ogni giorno. Come ha ricordato l'ex astronauta Bowersox: "Sono felice che continuerà a volare ancora per un po'".

Leggi altri articoli